Presi un respiro profondo e mi liberai dalla sua presa sul mio stomaco e della sua mano che mi stava accarezzando lentamente l'avambraccio.
«No», risposi. «Sono già felice così come sto.»
Si era formata la pelle d'oca. Mi voltai verso Aiden, il quale era visibilmente irritato e sorpreso dal mio rifiuto.
«Sai che è una cazzata», ribadì sicuro di sé e questo mi fece ancora più imbestialire.
«No, Aiden. Non posso avere a che fare con te. Non più. È in più da quando ti conosco che ho perso di vista le mie responsabilità», spiegai a capo basso. Armeggiai con il mio vestito in segno di nervosismo.
Sentii Aiden sbuffare. «Che cazzate stai dicendo?»
Era tornato ad insultarmi. Sentii una fitta nel petto. Nonostante conoscessi l'imprevedibilità di quel ragazzo non mi potevo abituare alle sue parole velenose. Sentivo il disprezzo in esse quando le pronunciava.
«Non sto dicendo cazzate, Aiden. Smettila di parlarmi in questo modo.» Alzai lo sguardo, sentendo gli occhi pizzicare.
«In che modo?»
«Questo. In modo così volgare!» Non lo pensavo davvero, ma mi stava mettendo in difficoltà.
Aiden aveva serrato le labbra e ormai non potei che riconoscere disprezzo sul suo viso cupo. I suoi occhi verdi rimasero però fissi nei miei.
«Perché sei così interessato a tormentarmi? Sono l'ultima persona divertente da irritare», sbottai con la voce tremante.
«Ti sottovaluti», ribadì per prendermi in giro.
«Smettila di prendermi in giro, Aiden.» Gli diedi una spinta sul petto facendolo indietreggiare di poco, poi mi rivenne pericolosamente incontro.
Si fermò a poco da me, guardandomi dall'alto verso il basso. «Non ti prendo in giro, Juliet. Cazzo.»
«Continui a prendermi in giro, invece.»
«Perché continui a drammatizzare tutto?», mi domandò irritato. Strinse con forza i denti e morse il labbro inferiore.
Strinsi i pugni irritata. «Non sto drammatizzando.»
«Come vuoi. Divertiti con i tuoi libri e i tuoi amici con cui neanche ti trovi bene», pronunciò freddo per poi superarmi senza degnarmi di uno sguardo.
«Aspetta un attimo», gli dissi, allarmata. Quando si voltò riconobbi dal suo sorriso compiaciuto che aveva pensato di vincere.
Ma gli mostrai il dito medio, prima di avvicinarmi a Jacob. Quest'ultimo si scostò dalla ragazza con cui stavo ridendo.
«Ju-»
«Non dire nulla», gli ordinai, prima di sedermi a cavalcioni sulle sue cosce. Gli presi il volto tra le mani, baciandolo con forza.
STAI LEGGENDO
Anarchia
FanfictionJuliet Browne. Una studentessa modello e con una passione per il dibattito e la letteratura. Quando si trasferisce insieme alla sua famiglia a Los Angeles è convinta che la sua vita sia sempre stata perfetta; un futuro brillante e degli amici tranq...