Baby

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«Perché lo chiedi?» domandò Bred.
La ragazza aspettò un po', prima di decidersi a rispondere.
«Nulla» sussurrò. «Io sono Friederike, ma potete... anzi, dovete, chiamarmi Freddie».
«Bred» si presentò lui.
Jeff sorrise e le porse anche lui la mano.
«Sì,» incominciai, «io sono Robbie e tu sai cantare».
Freddie scrollò le spalle indisturbata.
«Lo faccio da sempre, ma credo non sia ancora un reato» rispose sorridendo. «Credo, però, che trascinare una persona non sia, invece, tanto bello».
Mi pento ancora oggi di ciò che feci, ma nessuno poteva immaginare una cosa simile.
«Il cantante ci ha lasciato» sentenziai.
Bred seguì la corrente del mio discorso. «E tu sai cantare».
«Ed è una questione di vita o di morte» concluse Jeff.
Ah, quanto fummo stupidi!
«Bene, qual è l'ultimo della fila per il provino?» scherzò la ragazza fingendo di guardarsi attorno.
«Certo, un bell'incontro in un garage macabro» sbottò Bred.
«E pensare che mezz'ora fa avevamo ancora una dignità» brontolò Jeff.
Aprii lo sportello del furgone e salii al volante.
«Tacete e salite» ordinai.
I due non se lo fecero ripetere due volte.
«Dentro il furgone?» domandò Freddie stizzita.
«Non è uno splendore?» chiesi.
«Non puoi sposarti con la tua macchina» sbuffò Jeff.
«E non puoi nemmeno chiamarla "Baby"» finì Bred.
«Fred', ignora questi due e sali».
La ragazza balzò accanto a Jeff e chiuse lo sportello.
«Prima cosa da sapere su Baby» iniziai, mettendo in moto la macchina.
«Non incominciare» soffiò Bred esasperato.
«Non si mangia dentro Baby» dissi ignorandolo.
Jeff e Bred scoppiarono a ridere, mentre Friederike tratteneva l'ironia per educazione.
«Siete due pervertiti» sbottai stringendo le mani al volante. «Anzi, tre, visto che Freddie è ormai di famiglia».
Già, non avevamo fatto nessun fottuto provino e la conoscevamo da un minuto e mezzo, ma solo io l'avevo sentita cantare.
Jeff si schiarì la voce. «Sei tu che hai reso questo furgone una ragazza, mica noi».
«Secondo,» continuai ignorandoli, «ogni affermazione che riguardi l'argomento "Non puoi sposare la tua macchina" è severamente vietato all'interno di Baby».
Altre sonore risate.
«E terzo, nessuno usa Baby per rimorchiare» qui lanciai occhiate truci a Jeff.
«È stato solo una volta» si difese.
«Certo, e io quando sono ubriaca verso la birra sui piatti della batteria».
Il volto di Freddie si illuminò.
«Già,» rise Jeff, «con questa intorno è difficile non avere idee strane».
«Questa ha un nome» protestai.
«Questa ama la sua macchina» disse Bred.
Frenai bruscamente e tutti e tre caddero dai sedili.
«Rob: uno, i cretini: zero».
«Comunque,» cercò di continuare Jeff, «hai mai composto, Fred'?»
Freddie serrò la mascella. «No».
E mentiva.
«Galileo» sussurrai d'istinto.
«Chi è? Uno che ti ha preso per pazza?» chiese Jeff ridendo.
«No, a dire il vero me lo chiedo anche io... Insomma, chi cazzo può chiamarsi Galileo?»
«La mia religione è lo Zoroastrismo e... beh, per noi non è raro chiamarsi così» disse Friederike.
Ci scambiammo occhiate inquisitorie.
Zoroastrismo. E lei si vestiva così?
Insomma, se non erravo erano molto pacati e pacifici... e allora che ci facevano borchie e pantaloni attillati?
Scrollai le spalle e continuai a guardare la strada, intravedendo con lo sguardo un gatto sull'altro lato del marciapiede.
«Oh, che carino!» esclamò Freddie. «Qualcuno di voi ha un gatto?»
Nessuno fiatò.
«Davvero? Oh, che peccato, io ho Tiffany, Dorothy, Delilah, Goliath, Lily, Miko, Oscar e...»
«Siamo arrivati... e, no, non troverai gatti» la interruppi.
Sì, non aveva presentato Romeo, per nostro grande dispiacere.

«Dovremmo prendere un cane, non vi pare?» domandò Jeff, una volta scesi dal furgone.
«Dovremmo nulla» sentenziai.
«Ma noi già ce l'abbiamo un cane, Jeff» scherzò Bred facendo segno verso di me.
Alzai un sopracciglio infastidita mentre spalancavo la porta.
«Beh, benvenuta nel tuo provino, spero che non morirai soffocata» annunciai.
Freddie si guardò attorno.
«Già,» concordò, «si sente proprio la mancanza di un gatto».

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora