"Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi. E poiché io ti amo, i pini nel vento vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico."
Poche erano le parole che trovai scritte su un foglio posto sotto la mia tazza colma di caffè la mattina del tre gennaio.
Dispiegai il pezzo di carta e continuai a leggere."Chissà se un giorno, guardando negli occhi di chi ti avrà dopo di me cercherai qualcosa che mi appartiene."
Erano delle frasi di due tra le mie poesie preferite.
Voltai il foglio."Non pretendo che tu sia la persona che gli altri vogliono che tu sia, perché non vorrei altre gomme bucate nel mio garage che non siano le tue.
Sei davanti ad un bivio, Robert, io ti ho indicato la via più semplice, ma sei tu a dover andare avanti. Ci sarò se vorrai il mio aiuto, ma tocca a te vivere.– Bred
E ricorda: non dimenticare di sorridere."
Spostai lo sguardo verso la cucina vuota e stranamente pulita, prima di voltarmi e di notare la porta della camera di Freddie aperta. La cercai, ma di lei non c'era nessuna traccia.
Bussai a quella della stanza di Jeff.
«Jeff!» lo chiamai. «Dai, svegliati...»
Il ragazzo mi aprì sbadigliando.
«Che c'è?» domandò stropicciandosi gli occhi.
«Hai visto Fred' e Bred?» chiesi.
«No, mi sono appena svegliato, perché?»
Sbuffai irritata. «Non sono in casa».
«Bred è andato a farsi perdonare da Chris... Freddie l'avrà seguito, no?»
«Probabile».
Inarcò un sopracciglio. «Che cos'è successo?»
«Non è che Bred se ne vuole andare da qui?»
«E, anche se fosse, non vedo il problema».
Tornai a passo svelto in cucina, nascondendo velocemente il biglietto nella tasca.
«Senti, Rob, tra poco si sposerà anche, non puoi pretendere che resti a cazzeggiare con noi tutto il tempo» ribadì seguendomi.
«Fred' lo farebbe».
«Freddie è Freddie, lo so anch'io che lei lo farebbe... ma non Bred».
Lo osservai con sguardo spento. «Che cosa dovrei fare?»
«Cerca di non essere dipendente dalla sua compagnia, Rob» proferì. «Io posso solo...»
Il telefono squillò sonoramente e Jeff si affrettò a rispondere.
«Pronto?... Oh, ciao... Cosa?! Davvero?! Vengo immediatamente...»
Quando si voltò e vide la mia espressione, scoppiò a ridere.
«Cos'è successo?» chiesi.
«Nulla,» iniziò correndo in camera sua, «tu resta qui, io tornerò a risolvere... beh, questo casino» espresse indicandomi, «il prima possibile».
«Oh, che gentile, dopo vai anche ad impiccarti?»
«Rob, niente potrà rovinare questa giornata» urlò dall'altra parte della casa.
Sbuffai. «Se lo dici tu».
«Intendevo per me» assicurò rientrando in cucina con vestiti e cappotto indossati e rubandomi un pezzo di pane dal piatto. «Mi presti Baby?»
«Le chiavi sono al solito posto, prendile e vai dove devi andare» sospirai scocciata.
«Grazie, Rob» sorrise andandosene.
Quando la porta si chiuse, la solitudine della mia mente contaminò l'intera casa, finché non rilessi altre centinaia di volte il biglietto di Bred e continuai a ripetere a me stessa che nulla avrebbe potuto rovinare quel giorno, secondo Jeff, stupendo.
E, mentre Delilah balzò accanto a me sul tavolo, la porta si spalancò rivelando la figura di Friederike.
«Alla buon'ora...» borbottai seccata.
«Scusa, tesoro, ho solo accompagnato Bred da Christine, aveva bisogno d'aiuto» spiegò prendendo il gatto in braccio e sedendosi accanto a me. «Tu stai bene?»
La osservai retorica.
«Non ti piace il biglietto di Bred?»
«Lo hai letto?!»
«No, l'ho letteralmente fatto io, il tuo amico non si può definire un poeta».
«Quindi il fatto che ci siano due mie poesie preferite è solo un caso».
«No, le sapeva a memoria, ma non avrebbe fatto effetto scriverle tutte, no?»
Sbuffai infuriata. «Se mi conosce così bene, avrebbe dovuto prevedere che quando tornerà gli farò una strigliata senza precedenti... se tornerà...»
«Oh, ringraziami, Rob: voleva andare da Dominic, ma gli ho fatto cambiare idea» si ricordò la corvina continuando ad accarezzare dolcemente Delilah.
«Davvero?! Lui ha la libertà di stare con chi vuole, ma se solo io cerco di stare con qualcuno scoppia il caos?! Allora, vi supplico, trovatemi qualcuno da amare e smettetela di rompere il cazzo! ...Sì, Fred', credo che dovremmo trovare qualcuno anche a te...» aggiunsi vedendola baciare il muso del suo gatto.
«Perché? Deli non è un amore?»
«Certo, Fred', come vuoi».
«Cercatemi qualcuno da amare...» sussurrò a sé stessa.
«È quello che ho appena detto».
Tamburellò un ritmo con il piede come se fosse un coniglio, prima di sorridere, scattare verso il piano e, posando Delilah sullo sgabello accanto a lei, incominciare a suonare un ritornello.
«Tu sei una miniera d'oro!» esclamò raggiante.
«Se lo dici tu...»
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...