Bred si è meritato il titolo di "persona che più ha sbagliato lavoro al mondo" e ora scoprirete perché.
Già, sentirete parlare di suore.
Non preoccupatevi, però, non è nulla di grave.«Cos'ha detto Christine?» domandai a Bred. «Verrà a torturarmi o no?»
«Verrà con noi, Robert» rispose osservando la strada fuori dal finestrino di Baby.
«Jeff, sostegno morale?» incitai.
«No, Rob, non oso parlare né a tuo favore, né a quello di Bred».
«Perché?» domandammo all'unisono.
Jeff sospirò scocciato.
«Fred'?» proposi.
«Robbie, dalle tregua» sentenziò la ragazza.
«Fred'!» esclamai indignata. «Non si fa!»
Friederike si trattenne dallo scoppiare a ridere.Nessuno di noi tre voleva andare in Giappone e, sinceramente, speravo che neanche Chris lo volesse, così da non seguirici ed accettare l'invito del quinto biglietto. Purtroppo, Freddie rimase decisa fermamente sulla nostra partenza e così andammo a portare Delilah da Marius.
«E fate stare zitto quel gatto!» esclamai spazientita.
«Lasciatela stare!» ordinò di rimando Friederike. «È solo arrabbiata perché pensa che la stiamo portando dal veterinario, non è mai piaciuto quel vecchio zoticone alla mia principessa».Una volta consegnata Delilah a Marius e una volta ignorate le frasi amorose e gli sguardi insopportabili di quest'ultimo e Freddie, non ci rimase altro che andare in aeroporto ed incontrare Christine.
Non ho mai saputo di avere così tanta pazienza, davvero.
Per prima cosa, il viaggio sull'aereo in prima classe fu straziante.
Non fraintendete, il cibo era ottimo ed è stato il viaggio più comodo che abbia mai fatto, ma c'era un minuscolo ed insopportabile dettaglio.Osservai a capo basso le suole curate delle scarpe di Bred, mentre, a meno di un millimetro di distanza, il tacco a spillo rosso fuoco di Chris ticchettava sul posto.
Era irritante.
No, ma che dico.
Era straziante.
Nah!
Era una tortura.
Ma nemmeno.
Era una vera e propria guerra e io dovevo assolutamente vincerla.
A tutti i costi.
«Ehi, Fred'» la chiamai, mentre la ragazza accanto a me faceva girare la sua sedia e sorrideva innocente.
«Sì?» chiese entusiasta.
«Hai mai sentito parlare di Dominic Beyrand?» domandai osservando con la coda dell'occhio il mio migliore amico.
Bred trasferì immediatamente l'attenzione dalle labbra di Christine a me.
«Dominic Beyrand?» ripeté Friederike. «Non mi risulta, perché?»
«Già, Robert, perché?» le fece eco lui.
Jeff alla mia destra si sarebbe voluto prendere tranquillamente a sberle.
«Oh, niente» sospirai tranquilla. «È un ragazzo molto simpatico che ho incontrato giorni fa: credevo che tu conoscessi tutti, Fred'».
«È così» ribatté Freddie. «Conosco tutti quelli che fanno festini intorno ad Abbey Road, non certo gentiluomini francesi».
«Francesi?» domandò Bred alzando un sopracciglio. «È francese?»
«Non ho detto che è francese, il nome mi dava l'impressione... io non ho parlato» borbottò la corvina.
«Robert?» mi incitò il mio migliore amico.
«È francese, ma... Fred', come fai a conoscerlo?» chiesi voltandomi completamente verso di lei.
Christine ascoltava attenta, mentre Jeff avrebbe voluto farmi stare zitta in ogni modo possibile ed immaginabile.
«Io... ehm... Oddio, la cabina del pilota! Magari posso imparare qualcosa, torno subito!» esultò sgusciando via.
«Robert, chi è Dominic Beyrand?» domandò serio Bred.
«Una... persona che voglio rivedere» risposi distratta cercando conforto nello sguardo rassegnato di Jeff.
«Allora perché stai andando in Giappone?»
«Bri, guarda che ci stai andando anche tu» gli fece notare Christine.
Io e Jeff ci scambiammo uno sguardo interrogativo, poi scoppiai a ridere talmente tanto che anche il mio migliore amico dovette controllarsi per non sorridere.
«Bri?» chiesi tentando di tornare composta.
Il volto di Bred divenne scarlatto.
«Soprannome carino» commentò Jeff cercando di non ridere.
«Dottor Bri» annunciai con tono autoritario.
«Ok, basta» ordinò lui. «Robert, chi è Dominic Beyrand: descrizione oggettiva, la voglio immediatamente».
Sbuffai. «So solo che è francese e che gli piace la collana che mi hai regalato».
«Le hai regalato una collana?» domandò Christine incuriosita.
«È stato un secolo fa» ribatté evasivo.
«Io, però, la tengo ancora» proferii aspra.
Freddie si sedette leggera sul suo sedile sperando in una nuova corrente discorsiva.
Bred posò i suoi occhi grigi su di me con calma, come se potesse pentirsene. «Mi fa piacere vederti affezionata a tempi di merda».
Sul mio volto scomparve ogni traccia della risata precedente.
Ero totalmente pietrificata.
«Dovrei andare di nuovo via?» chiese Freddie imbarazzata.
«No» sentenziai cercando di sorridere per rassicurarla. «Non preoccuparti, Fred', è tutto ok».
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...