«Fred'!» la chiamai inseguendola. «È solo incazzato con me, gli è scappato, sono sicura che non lo dirà più!»
Tornai nel camerino e mi fiondai in lacrime su di lui, dandogli pugni sul petto. «Ti odio! Ti odio! Ti odio! Ti odio!»
«Robbie, la vado a cercare io, lascialo stare» tentò Jeff, prima di uscire alla ricerca della nostra amica.
«Robert...» provò Bred.
«Ti odio!» ripetei più forte continuando a dargli pugni che, evidentemente, non facevano male.
«Robert, Dominic non ti farebbe mai del male» sussurrò osservandomi.
Lo odiavo quando faceva così.
Ero davvero tanto prevedibile?
Le lacrime ormai inondarono completamente i miei occhi e di Bred rimase alla mia vista solo un'ombra che, ad un tratto, mi racchiuse tra le sue braccia.
«Ti odio...» mormorai soffocata dalla sua camicia blu notte.
Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli ed era terribilmente rassicurante, talmente rassicurante da volermi maledire io stessa perché, in quel momento, io avrei dovuto soltanto odiarlo.
«Lui ti ama» continuò il mio migliore amico. «Sono sicuro che non accadrà nulla di male... E, anche se accadesse, stai certa che non la passerà liscia, Rob...»
Non risposi, avrei voluto rimanere così per tutta la vita e anche oltre; in piedi sul pavimento cosparso di vetro, soffocata dal calore delle sue braccia per sempre.
«Non immagini neanche cosa passerebbe se dovesse farti qualcosa, Robert, davvero...» sospirò.
«Ti prego, Bred, torna come prima...» scongiurai in un sussurro.
Per un secondo restò immobile, prima di farmi alzare lievemente lo sguardo rosso dal pianto.
«Che cosa intendi?» chiese piano.
«Lo so che c'è qualcosa che non va, lo vedo che sei diverso...» spiegai. «Ti conosco... Credo di conoscerti...».
«Tutti cambiamo... Anche tu sei diversa dalla diciannovenne scontrosa che è venuta a fare quel provino».
Abbassai il capo e tornai a nascondermi nel buio delle sue braccia.
Io non ero cambiata.
O, meglio, io non volevo cambiare.
«C'è chi cambia di più, chi di meno... Tu sei la persona più importante della mia vita, Robert... Voglio che tu sappia che qualunque cosa dovessi dire o fare, questa ovvietà rimarrà tale, va bene?» domandò con un sorriso a segnargli il volto.
«Ti odio» sentenziai stringendolo più forte.
Sorrise, prima di staccarsi piano da me, nonostante la mia mente urlasse contrariata: "No, aspetta, chi ti ha dato il permesso, brutto zoticone?!"
«Scusa, Robert, devo andare a trovare Freddie» disse, evidentemente, dopo aver notato la mia espressione.
Ma, al contrario, non andò a cercare Freddie, bensì salì sul palco, alzò al massimo il volume dell'amplificatore, prese il microfono ed iniziò ad urlare: «Freddy, ciccina, dove seeeei?»
L'idea funzionò e la osservammo rientrare livida in volto e seccatissima, mentre Jeff cercava invano di farla sorridere.
«Scusa, Freddie, davvero» proferì serio.
«Per la cronaca, se vuoi insultare qualcuno, ti conviene informarti prima perché io non sono lesbica, tesoro» sentenziò sorridendo.Per fortuna, quella volta le cose si risolsero per il meglio.
«Diciamo che abbiamo scampato la furia di Fred' per questa volta» spiegai a Dominic.
Eravamo seduti sul divano della casa che aveva affittato e mi osservava dai suoi occhi scuri con tono soddisfatto.
«Che c'è?» domandai arrossendo leggermente.
«Sei stupenda quando ti imbarazzi».Problema in arrivo.
Ripeto: problema in arrivo.
«Beh... la verità è che non ho la più pallida idea di cosa si dicano le persone che si amano...» borbottai.
Mi sarei data tranquillamente fuoco.
«Diceva Prévert, les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour».
Mi dimenticai completamente di respirare quando iniziò a parlare in francese, con gli occhi immobili sulla sua bocca.
Lo vidi sorridere, prima di sporgersi verso di me e di far congiungere delicatamente le nostre labbra.
Si staccò dopo qualche attimo e rimanemmo per un secondo intenti ad osservarci, per poi vederlo rifiondarsi su di me ed approfondire il bacio. Gli gettai le braccia al collo mentre sentii le sue mani sbottonarmi la camicia e cercai di trattenere un gemito quando sfiorò la cicatrice sulla mia schiena. Gli sfilai la maglietta scoprendo gli addominali e, prima che potessi accorgermene, mi ritrovai stesa sotto il suo petto, il suo respiro contro il mio collo, dove il leggero filo d'oro della collana impreziosiva il mio petto nudo.Freddie sedeva tranquilla sul letto, Jeff leggeva un libro accanto a lei e Bred camminava istericamente per la stanza.
«Non è ancora tornata» borbottò nervoso. «Non è ancora tornata».
«Fattene una ragione, non tornerà prima di domani mattina» stabilì annoiata Friederike.
«Ho fatto male a dirle che Dominic l'ama?» chiese isterico.
«Placati, non è nulla di che» proferì Jeff.
«Nulla di che?!» esclamò orripilato.
«Se hai voglia di farti qualcuno, Christine è nell'altra stanza» esordì Freddie.
«Una bella scopata non mi farebbe male» sussurrò avvicinandosi alla porta.
«Non muoverti da lì che stavo scherzando!» ordinò la corvina.
Jeff scoppiò a ridere. «Dai, tutto questo dramma mi sembra eccessivo! Tu hai Chris, perché lei non dovrebbe stare con Dominic?»
«Perché...» borbottò il ragazzo, «io non sto bene quando lei è con lui».
«E credi che Robbie sia felice di vederti con Christine?» chiese esausta Freddie.
«Credo di no».
«Appunto» dissero i due all'unisono.Aprii piano gli occhi, ma li richiusi subito dopo.
Avevo la bocca ancora impastata dal sonno e le palpebre di piombo, come se ogni minima parte del mio corpo fosse troppo pesante per essere mossa anche solo di un millimetro.
Ero in una posizione talmente comoda da voler continuare a dormire per l'eternità.
E mi sentivo osservata.
Mi decisi ad aprire gli occhi e fui accecata dalla luce mattutina, prima di notare due lucenti iridi nere.
«Buongiorno» sussurrò Dominic a un millimetro dal mio viso.
«'Giorno» mormorai sbadigliando, anche se credo che si sia sentito solo qualche verso come "orno" o suoni simili.
Mi osservò per un po' prima di avvicinarsi ancora di più e baciarmi delicatamente.
Profumava di menta.
«Trois allumettes une à une allumées dans la nuit
La première pour voir ton visage tout entier
La seconde pour voir tes yeux
La dernière pour voir ta bouche
Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela
En te serrant dans mes bras» recitò facendo scivolare il suo sguardo sui particolari del mio volto.
Non c'era alcun dubbio: avevo trovato l'amore della mia vita.
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...