«Allora,» iniziai sorseggiando la mia birra, «sei francese?»
Dominic sorrise. «Mia madre lo è, mio padre è portoghese, io sono nato a Londra».
Annuii.
Così era mezzo francese.
Di sicuro a Bred non sarebbe piaciuto.
Ricordo che odiava i francesi. O gli americani. O chiunque mi stesse attorno.
«Tu di dove sei?»
«Della Cornovaglia» risposi.
«E ti piace la musica?» chiese notando la collana che portavo: delle bacchette della batteria in un cuore.
Me l'aveva regalata Bred quando eravamo diventati amici, molto tempo prima.
«Sì» proferii.
Mi osservò con un mezzo sorriso.
«Perché piangevi prima?» domandò ad un tratto.
«Niente... solo una piccola discussione con un mio amico» spiegai continuando a bere.
«Non mi sembra affatto una cosa da niente».
Patetico.
Davvero patetico.
«Perché avete litigato?» riprovò.
«Beh... Non mi parla più... è come se non mi vedesse più allo stesso modo... Capisci?»
Sospirò. «Credo di sì...»
Ghignai.
«Mi sei simpatico» rivelai.Pensavo che la vita mi avesse dimenticato.
E invece no, purtroppo, la vita aveva solo dimenticato di dirmi di stare alla larga da Dominic Beyrand.Uscii dal bar con il morale sollevato, ma non avevo bisogno di quello.
Volevo soltanto ascoltare delle parole che non avrei sentito per molto tempo.
I ricordi continuarono imperterriti a soffocarmi silenziosamente.
«Saremo amici per sempre, Robert, per sempre e fino alla fine» aveva promesso Bred.
Non avevo chiesto un "per sempre", ma solo un "finché ne ho bisogno".
In quel momento ne avevo davvero bisogno, ma lui dov'era?
Non ne avevo idea, finché non lo vidi comparire accanto a me mano nella mano con una bella ragazza dai capelli nocciola.
«Ehi, Robert» mi salutò Bred con finto entusiasmo. «Lei è Chris, stavamo venendo a cercarti».
«Potevi risparmiare la fatica» sbottai superandoli ed incamminandomi verso casa.
«Freddie ti ammazzerà» mi gridò dietro.
«Meglio così».«Tutto ok?» chiese Jeff avvicinandosi alla corvina seduta sul marmo ghiacciato dell'uscio della porta.
Annuì incerta.
Il ragazzo le si sedette accanto e Friederike lo scrutò compostamente.
«Si nota l'assenza della tua frizzantezza» spiegò sorridendo il castano. «Avanti, che succede?»
Freddie sospirò affranta riponendo il capo tra le mani.
«Non dirlo a Rob e Bred, ok?» chiese piano.
L'amico fece un leggero accenno di capo.
«Marius mi ha mandato un regalo» iniziò. «Una gigantesca scatola. L'ho aperta e c'era un'altra scatola... Lo fa spesso, è uno dei suoi giochetti... Dopo moltissime scatole c'era un minuscolo pacchetto... ho aperto anche quello e ho... ho trovato un anello dorato con un piccolo scarabeo blu, il mio portafortuna preferito... L'ho chiamato subito dopo, gli ho chiesto dove l'avessi dovuto mettere e ha detto sull'anulare... ho allora chiesto se... se quella era una proposta di matrimonio...»
«Oddio... Freddie che ti ha risposto?»
«Ha risposto di sì...»
STAI LEGGENDO
Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...