Londra, 1969
Il marciapiede ardente accoglieva due ombre proiettate dal cielo sanguinante del tramonto d'estate.
Le scarpe vecchie e consumate di lei facevano risaltare agli occhi quelle eleganti e nuove fiammanti di lui.
Si trovavano l'una a debita distanza dall'altro, come se non camminassero assieme; nella propria mente ognuno, però, aveva la stessa identica domanda e un passato alle spalle che li ha trascinati entrambi alla stessa conclusione.
Il ragazzo le lanciò di sfuggita un'occhiata dai suoi occhi argentati, mentre la si vedeva camminare sgraziatamente disinvolta.
Almeno, questo era ciò che tutti tranne lui potevano prendere per ovvio.
Lui focalizzava le sue iridi grige sui lineamenti del viso e sui due grandi zaffiri lucenti coperti, a volte, da capelli d'oro che rimbalzavano a causa di un leggero soffio di vento.
Osservava la differenza tra le due spalle, una perfettamente dritta, mentre l'altra sembrava quasi che qualcuno avesse tagliato la carne dell'incavo del collo.
Il volto era basso, ma, in qualche assurdo modo, emetteva un senso di fierezza non indifferente.
«Jim ha deciso di andarsene» rivelò tutt'un tratto la ragazza, come se le fosse venuto in mente solo in quel momento.
«Sarà una delle sue crisi di nervi, Rob, non prenderlo sul serio» la rassicurò lui.
«Niente più Robert, eh?»
«Non oggi, ho deciso di evitare di chiamarti così al tuo compleanno».
«Già, compleanno niente male, Bred» commentò Rob sarcastica.
Sul volto del ragazzo apparve un sorriso.
«Spero che questo potrà alzare il livello delle cose» proferì, estraendo dalla tasca una scatolina rosso fuoco e porgendola all'amica.
«Che cos'è?» chiese lei curiosa.
«Aprila».
Rob sollevò con cautela il coperchio, facendo venire alla luce una collana dal filo sottile ed il ciondolo d'argento dalla forma di un cuore nel quale si potevano intravedere due bacchette della batteria.
«Wow...» sussurrò colpita. «Grazie, Bred».
«Beh, ho trovato anche quello di una macchina, ma hai detto che nessun'altra sarebbe stata come quella che ti ha regalato tua sorella... come l'hai chiamata? Baby? Beh, comunque, ho pensato che questo fosse un po' più significativo».
«È perfetto» concordò la bionda accorciando immediatamente le distanze dall'amico ed abbracciandolo. «È il compleanno più bello della mia vita».
«Per una collana?» chiesi divertito Bred.
«Per un amico» sussurrò lei.
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...