Candlelight Dinner

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«Mi sto preoccupando, sul serio» rivelai.
Jeff mi guardò serio. Per quanto serio potesse risultare in quel momento.
Aveva Michael in braccio, mentre Robert giocava a terra a qualche metro di distanza da noi.
«Dobbiamo fare qualcosa» esordì lui passando un giocattolo a suo figlio.
Sospirai seccata. «Sia tu che Bred siete completamente inutili, eppure l'unica persona che può aiutare Fred' sei tu».
«Cosa dovrei fare? Lasciare tutto e correre in suo soccorso?»
«Sì!»
Il castano sorrise. «Non abbiamo più diciannove anni, Robbie».
«Quindi non le vuoi più bene».
«Non ho detto questo, lo sai bene che non lo direi mai. Non posso fare una scelta, o la mia migliore amica o i miei figli, non funziona così».
«Dovrebbe».
«Rob, non fare la stupida, tu non lo faresti».
«Hai ragione,» concordai incrociando le braccia, «non farei una scelta perché sarebbe ovvia la risposta, per questo non avrò mai figli».
Jeff scosse la testa divertito.
«Senti, voglio aiutare Fred', basterebbe la tua presenza a farla aprire come... qualsiasi cosa si apra! Ti prego!»
Jeff sbuffò. «Vedo che posso fare».
«Grazie, sei un grande!» esclamai felice.

«Stasera devo uscire con Dominic,» spiegai, «voglio che tu rimanga qui. Da sola».
Freddie alzò gli occhi al cielo. «Come ti pare, mamma».
Mai in tutta la mia vita mi ero comportata in modo tanto responsabile nei confronti di qualcuno.
«Bene, ora vado».
«Rob,» mi chiamò, «ha prenotato in un ristorante?»
«Ehm... Sì».
«A lume di candela?» chiese notando i miei vestiti.
«Suppongo di sì».
Ghignò. «Meglio che tu vada, allora».
Vi aspettavate un "Com'è romatico"? Già, fa male non sentirlo.
Appena uscii, vidi Dominic aspettarmi nella sua auto azzurro ghiaccio.
«Non siamo nemmeno sposati e io già ho una figlia» scherzai salendo in macchina.
«Povera Freddie» proferì mettendo in moto l'auto.
«Povera lei?! Ed io?! Vomita in continuazione, piange tutta la notte, urla sempre... ieri ha perfino dormito nella mia stanza!»
«Aveva visto un film horror, non puoi biasimarla».
Sorrisi. «Non so che fare con lei... Qualche idea?»
«La tua amica è un genio, sarà come tutti i suoi simili... tipo Mozart».
«Cos'hanno in comune?»
«Oltre ad adorare la musica classica, come lui, Freddie beve tanto».
«Un altro esempio e ti credo».
«Chopin».
«Che cos'hanno in comune?»
«Si innamorò di una ragazza poco femminile, si scoprì che in realtà aveva paura di dichiararsi omosessuale. Lei lo lasciò anni dopo, ci soni lettere a riguardo».
«Un altro» ordinai.
«Suona nella stessa band di una ragazza geniale, non faccio nomi, che ha scritto una canzone stupenda, continuo a non specificare, e che ora è seduta accanto a me».
Scoppiai a ridere.
«Sono serio» continuò Dominic sorridendo.
«Se avessi avuto anche solo l'un percento del cervello di Fred', non avrei avrei scritto solo quella stupidaggine».
«"Quella stupidaggine"?! Quell'opera d'arte che chiami "stupidaggine", è una... anzi, no, è la mia canzone preferita».
Continuai a ridere.
Per qualche assurdo motivo mi chiesi se stesse ridendo anche Bred, ma ci pensai solo per poco tempo.
Osservai gli occhi scuri di Dominic, che aveva puntato il suo sguardo su di me dopo aver parcheggiato.
«Je t’aime, cherie» mormorò, prima di avvicinarsi al mio volto e baciarmi.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora