8 Names

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Una volta facevo la mia vita diecimila volt alla volta. Fred' faceva lo stesso. Per questo era mia sorella. In questo momento, non importa se lei sarà a diecimila volt di distanza o accanto a me, rimarrà comunque mia sorella.

Io l'ho sempre detto: ho quattro fratelli.
Oltre a Clare, ci sono Bred, Jeff e Friederike.
Non importa dove sia, so che c'è.
Non importa se lei ci sia effettivamente o meno, so per certo che crogiolarmi in questo parere mi fa stare bene.
Molto bene.
Freddie Mercury sarà sempre mia sorella, che sia viva o... beh, non ne parliamo, ok?
Inoltre, abbiamo altro da raccontare, non è mica tutto qui.

Dopo un paio di giorni, Friederike fu libera di andarsene da quel cazzo di ospedale di merda.
Sì, sono contro quell'ospedale.
Sì, è perché sono degli stronzi.
Sì, Bred, è perché rilasciarono una paziente che non poteva essere rilasciata.

Insomma, Freddie non stava bene, era oggettivo, non potevano negare l'evidenza.
Lo fecero, ragazzi.
Ma lasciamo stare.

Quando Friederike arrivò a casa, fu letteralmente il motivo dell'insonnia di Jimmie, Bred e, soprattutto, Jeff.
Non mia, io avevo altri motivi d'insonnia.
Certo, Fred' ne faceva parte, ma non era quello principale.
Debbi era il pilastro portante della mia insonnia?
Affermativo.

Mentre ero seduta su quella sedia di legno a casa della ragazza della mia amica, non potei evitare di prendermi gioco della mia stessa tristezza.
Nella mia mente riecheggiò la voce di Freddie: «Il talento verra fuori, miei cari!»
Quanti anni erano passati dalle sue frasi motivanti? Diciannove?
Quante diavolo di cose erano cambiate?
Tantissime.
Troppe, per i miei gusti.

Eravamo un gruppo, sì, ma, prima di tutto, eravamo un gruppo di amici. Siamo stati una band molto affiatata. Il tutto era maggiore della somma delle parti. Fred' aveva un'incredibile fiducia in noi e nella nostra strada.

La prima volta che vidi davvero Friederike cantare... insomma, senza trascinarla fuori da un box di un garage... la ricordo benissimo.
Era davvero eccessiva, all'inizio si era tentati di ridere, non aveva il controllo sulla sua voce che ebbe poi in seguito.
Ma aveva grande energia, zelo per ogni cosa.
E, davvero, tutta una serie di talenti nascosti.
Ho scoperto più talenti io in Freddie che una studiosa in un centro studi di bambini speciali.
Eravamo grandi amiche.
Sorelle, a parere di entrambe.
Avevamo, verso gli inizi del 1970, una bancarella di abiti usati al mercato di Kensington e lei era davvero deliziosa, semplicemente fantastica, con una tremenda voglia di vivere.
Insomma, ai miei occhi, una parola la descriverebbe alla perfezione: una rompipalle.
Ma le volevo un bene dell'anima.
Tra tutte le cose, gli atteggiamenti teatrali di Fred', la sua vita privata e così via, che a volte sono davvero esagerati, sono cose a cui la gente non pensa tenendo conto che, prima di tutto, Freddie è stata una musicista, ed era davvero straordinaria. Oltre ad essere una brava cantante, è stata una fantastica compositrice.
Ho una statua di Friederike in giardino (quella che c'era al Dominion Theater), che adoro, è grandiosa e oggettivamente gigantesca.
Ho pensato che sarebbe stato bizzarro tenerla lì la statua, quel tipo di cose bizzarre che piacevano a Fred'.

Incontrai Bred e Jeff nel 1968, anno in cui rinunciai completamente a suonare la chitarra.
Insomma, l'unica cosa che riuscii a pensare appena vidi quello che divenne il mio migliore amico fu: "Wow!"
Non avevo mai incontrato nessuno con le sue capacità. Suppongo sia un dono naturale.
Beh, ora non ti montare la testa, Bred!

«Ragazzi, credo proprio che sia arrivato il momento che diventiate indipendenti, no?» chiese Friederike sedendosi sul divano.
«Mai» sentenziai.
«Certo che no!» esclamò Bred.
Jeff la osservò omicida.
«Comunque sia,» iniziò la ragazza sorridendo, «ci saranno otto nomi che non dimenticherò mai».
«Otto?» chiesi inarcando un sopracciglio biondo.
«Sì, otto. Perché qui» sussurrò indicando la tempia, «ci saranno sempre Bri, Deaky, Ro-ro e Fred', che hanno reso la mia, con le loro storie e i loro problemi, una vita indimenticabile».
«E gli altri quattro?» domandò Jeff sedendosi e sprofondando nel divano accanto a lei.
La corvina ci osservò dal suo sguardo azzurro elettrico ed indugiò su ognuno di noi per un po'.
«Bred Harold May è stato il miglior psicologo che potessi mai avere».
«L'unico» sussurrò divertito il mio migliore amico.
«Jeff Richard Deacon è stata l'unica luce in momenti di puro buio e nessuno dimentica la luce che accende i propri sogni».
Jeff abbassò gli occhi imbarazzato.
«Robbie...»
«Non lo dire» la interruppi.
«Meddows Taylor,» concluse lei, «l'unica batterista che sa suonare la batteria senza amplificatore e comunque riuscire a farla sentire a chiunque si azzardi a camminare entro un chilometro di distanza».
«E Freddie Mercury?» domandai.
Ci pensò su per un po'. «Freddie Mercury è stata una parte di me che la gente non dimenticherà. Eppure, non è migliore della Friederike che avete conosciuto voi».

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora