I've never felt so lost

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Freddie non ha mai detto con chiarezza come si sentì quando noi ce ne andammo per la prima volta.
Sì, raccontandolo mi rendo conto che siamo tutt'ora un po' troppo permalosi io e Bred.
Non so se pianse, se fu felice di avere la possibilità di rimanere da sola a perfezionare ciò che ora conoscerete con il nome "Bohemian Rhapsody", o se, nella più triste delle ipotesi, abbia tentato il suicidio.
Scusate tanto ma io l'ho tentato quando lei se n'è andata, chiedete a Bred. Per questo non credo che ci sia nulla di strano, eppure parve completamente impassibile, come suo solito.

Bred e Jeff non fecero altro che osservarmi quando partimmo in macchina.
«Ok, la finite?!» esclamai scocciata.
«Scusa» proferirono all'unisono.
«Dove andiamo a mettere gli strumenti?» domandò Bred.
«Stiamo solo togliendo le cose dal raggio distruttivo di Friederike, no? Insomma, quella è casa tua, Bred, ci ritorneremo tra un paio d'ore, il tempo di... smaltire» conclusi.
Mi guardò, prima di darmi una pacca affettuosa sulla spalla.
«È tutto ok, non fare il pensionato isterico» scherzai, cercando di sorridere.
«Dove andiamo?» chiese Jeff.
«Cos'è che non va in Baby? Restiamo qui, no?»
«Come vuoi».
Bred continuò a guardarmi.
«Hai finito?!»
«Non va tutto bene, Rob» sbottò. «Se fosse come dici non piangeresti».
«Non sto piangendo!» protestai.
Ed era vero, finché non mi guardò in modo compassionevole e zuccherino in una perfetta imitazione di Freddie.
Il mio sguardo si colmò di lacrime in pochi attimi.
«Smettila» sentenziai singhiozzando.
«Guido io» ordinò Bred.
Così accostai e sgusciai al suo posto, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.
Ripartimmo.
«Non è stata carina, però» sussurrò Jeff.
«Come darle torto? Ci aveva espressamente chiesto un favore e noi ce ne siamo fregati».
«Quando fai così vorrei picchiarti. Se non fosse un atto incivile e barbaro lo farei» sbottò Bred.
«Hai paura?» lo schernì Jeff.
«Forse... Comunque, è nauseante che la difendi quando ci ha trattato in quel modo. Sei troppo fedele, Robbie» spiegò.
«Che ci posso fare? Ci metto tempo ad affezionarmi, ma quando lo faccio poi non riesco a smettere, è nel mio carattere e non ci posso fare niente».
«È una cosa da cani» borbottò Jeff.
Sorrisi.
In fondo, quei due mi avevano sempre paragonato ad un cane, non c'era da stupirsi che ora mi consideravo anch'io come tale.

Bred parcheggiò in un quartiere tranquillo, dove al di fuori dei finestrini si poteva osservare il giardino di una casa.
«E ora aspettiamo» sentenziò.
«E ora aspettiamo» sospirammo in coro io e Jeff.
«Dovremmo trovarci un altro cantante» sbuffò il mio migliore amico.
«Dopo Freddie la vedo dura».
«Già...» sussurrai.
«Sentite, possiamo andare avanti, non è un genio, è solo un egocentrica pazza» esclamò Bred.
«C'è un problema» balbettai.
«E cioè?» chiese Jeff.
«Io ho scommesso con lei che avremmo fatto la storia...»
Io odiavo essere così.
Stavo facendo la figura della femminuccia idiota e, davvero, io odiavo me stessa quando mi comportavo in quel modo.
Bred sorrise, prima di invitarmi tra le sue braccia.
Inutile dire che scoppiai in lacrime, asciugate dalla maglietta del mio migliore amico, che in poco tempo si inzaccherò come non mai.

Dice di averla conservata, contento lui.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora