Unwanted Surprise

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Quando riaprii gli occhi, davanti a me c'era una stupenda cabriolet verde smeraldo.
«Mio Dio...» sussurrai sorpresa. «E tu dove l'hai trovata una Aston Martin V8?»
«Però, che occhio» scherzò Bred. «A dir la verità è stato facile, ho fatto un patto con un mio amico, mi ha aiutato lui a trovarla».

Jeff in seguito mi confessò che erano andati fuori di testa per trovarne una, ma sorvoliamo.

«Per caso, vuoi farmi morire d'invidia? No, davvero, perché, se questa è la tua macchina, devo assolutamente farci un giro... Cioé, è indispensabile, non puoi impedirmelo».
Bred sorrise. «La cattiva notizia è che non è mia».
«È di Chris? Giuro che mi faccio perdonare se me la lascia guidare!»
«Non è questo il punto...»
«Faccio tutto quello che vuole, davvero!»
«L'auto non è sua, Robert» mi fermò lui. «Se mi lasciassi finire, magari».
Continuai a girare intorno inspezionando quel gioiellino di prima classe.
«La buona notizia è che puoi guidarla lo stesso» concluse lanciandomi le chiavi.
Le afferrai al volo, prima di notare un'incisione sulla targhetta di ferro del portachiavi.
"Non dimenticare di sorridere".
«Non ci credo...» borbottai spiazzata.
«Mi sono detto "Ehi, perché non cambiare quel vecchio furgone e prendere una macchina decente alla mia migliore amica?", così mi sono informato con un piccolo aiuto da parte di un certo amante delle auto... ovviamente non ai tuoi livelli, ma nemmeno tanto male. Abbiamo fatto tre chilometri a piedi da un suo amico che conosceva una persona che lavorava per una ditta, così in poche ore lo abbiamo raggiunto, gli abbiamo parlato e dopo una serie di contratti eccoci qua».
«È l'anniversario di qualcosa? Ti ho fatto un favore tempo fa, o sei impazzito di tua spontanea volontà?»
«È solo che hai Baby da quando ci conosciamo, quella macchina ha più di sette anni ed è tempo di cambiarla».
«Ha un valore affettivo, è stata l'auto del mio primo incidente, l'auto degli Smile, l'auto... sì, ok, avrei dovuto cambiarla tempo fa, ma, sai com'è, il primo amore non si scorda mai».
Bred sorrise malinconico. «Già...»
«Sì, comunque, perché mi hai preso una macchina?» domandai incrociando le braccia.
«Una volta, nel lontano 1970, promisi di non dimenticare mai una persona importante e di fare tutto affinché quella persona non mi dimenticasse» spiegò.
«E tu mi hai comprato una macchina?!»
«Sì, il patto era: divento padre e compro una macchina a Robert, facile, no?»
«Stai per diventare padre?!» esclamai incredula.
«Sì».
«Cioé, io sto parlando di quella figa in garage da tre ore e tu aspetti tutto questo tempo per dirmi che stai per diventare padre?!»
Scrollò le spalle. «Non era la priorità».
«Ah, no?!»
Sospirai e corsi ad abbracciarlo.
Di nuovo quel profumo di cannella e liquirizia mi investì e poggiai la fronte nel suo petto.
«Sarai un padre perfetto» mormorai.
«Lo pensi davvero?» chiese incerto.
Alzai la testa e lo guardai. «Certo! Chi meglio di te potrebbe fare il padre?»
«Probabilmente, tutti».
«Ma smettila, sarai un padre fantastico, guai a chi contraddice».
Sorrise.
Corsi verso la macchina, entrai con un balzo e la misi in moto. Bred si sedette accanto a me.
«Come la chiamo?» domandai.
«Non lo so, com'è nato il nome Baby?»
«Facile, era la mia bambina».
Bred scoppiò a ridere.
«Ok, va bene, vediamo un nome» lo incitai sorridendo. «Ehm... No, niente. Non ne ho».
«Che ne dici di Lilith?» propose. «È lo spirito maligno dei temporali».
I temporali.
Avevo sempre pensato che non accadesse nulla di buono sotto la pioggia. Anni dopo, nulla avrebbe potuto simboleggiare la nostra amicizia più di una grande nube temporalesca, il rumore di un'auto che correva sotto la pioggia e due figure sotto un pino, una intenta a consolare l'altra.
Era il 23 settembre 1979 e ogni volta che ho intenzione di urlare contro Bred ripenso a quella sera, ricordo ciò che ha fatto per me e cerco di accettare di avere un migliore amico demente.
Ma facciamo un passo alla volta, abbiamo ancora tanto da raccontare.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora