10 Reasons

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Dieci ragioni.
Dovunque si metta il naso, ci sono sempre dieci ragioni, se non di più.
Freddie diceva che erano diverse ragioni, o motivi, a guidare ogni azione che veniva fatta da ognuno di noi.
Non ho mai saputo quali erano le sue.
So che era divertita dalla sua piccola condanna: morire giovane.
Nessuno di noi saprebbe mai immaginare Friederike vecchia.
Nemmeno lei.
Freddie avrebbe odiato invecchiare.
L'unica cosa per cui ci redarguì nel 1991 fu la nostra alienazione dal mondo.
Quando venne l'inizio di settembre, io, Bred e Jeff ci isolammo completamente insieme a lei.
Non vedevamo nessuno oltre Jimmie e le rispettive famiglie.
Eppure, in contemporanea, ognuno di noi aveva problemi.
Il padre di Bred continuava a stare male e il mio migliore amico in quei tempi aveva appena divorziato da Chris.
A volte lo guardo ancora oggi e credo che sia pazzo, ma mi rendo conto di non poter scappare dalla sua pazzia. Siamo come fratelli. Fratelli di madri diverse.
Ed è stato uno dei motivi per il quale quando è morta Friederike il nostro unico pensiero è stato: "Beh, questo è quanto. Arrivederci e grazie".
Eppure, le cose sono andate come sono andate, il dolore è inevitabile, soffrire è sconsigliabile.
Dopo la morte della nostra amica, ognuno di noi ha tratto insegnamenti diversi, ma di uguale importanza.
È un lavoraccio, ma mi sono sempre sforzata di trarre il maggior divertimento possibile da ogni situazione. Ho imparato che abbiamo una sola vita e dobbiamo sforzarci di godercela, anche quando fa male, soprattutto in quei casi.
Ogni volta che io e Bred pensiamo che qualcosa di bello sia finito, puntualmente accade qualcosa di nuovo.
Ricordo come se fosse ieri l'espressione meravigliata di Bred quando mi vide per la prima volta, Imperial College a Londra, nel 1968 con i capelli che gli arrivavano ancora sulle spalle, la chitarra che gli si reggeva al collo per miracolo e il sogno di conquistare il mondo.
È sempre stato un punto di calma e razionalità nei miei momenti di "Voglio-Scuoiarti-Vivo".
Anche se può essere protettivo al punto da sembrare molto acido, è una persona strutturalmente corretta.
Io, Freddie, Jeff e Bred avevamo sogni. Sogni immensi. Volevamo tutto, e sentivamo di avere quel che ci serviva per riuscirci.
E questo è parecchio buffo perché, se la cosa si fosse limitata a me e Bred, non saremmo mai partiti assieme.
Anche se per certi versi ci completiamo a vicenda, per quasi tutto il resto siamo agli antipodi.
Abbiamo opinioni diverse su tutto.
Davvero, qualsiasi cosa.
Se per caso chiedete a Bred di che colore è il cielo, vedrete che daremo due definizioni diverse.
Ci serviva qualcuno che facesse da intermediario. E, stranamente, fu Freddie.
Tutti credono che Friederike fosse molto frivola, invece era pragmatica, con i piedi per terra.
Se si accorgeva che tra me e Bred stava per accendersi un litigio, trovava un modo per risolverlo, un compromesso.
Una delle frasi storiche di Freddie era: «Noi non scendiamo a compromessi».
Ma al nostro interno, sì, che lo facevamo, eccome.
Ecco perché siamo sopravvissuti.

Verso fine settembre, Freddie rifiutò completamente di seguire le cure mediche che la facevano restare in piedi per quei cinque minuti necessari per fare qualsiasi cosa.
Devo ammetterlo, per quanto io odi quel gatto, Delilah si trovava puntualmente nel letto della ragazza.
Ogni singola volta che entravo a casa sua, Friederike era sotto un mucchio di coperte e, accoccolata accanto a lei, quella piccola bestia di Satana faceva lo stesso.
Per quanto volesse pensare positivo, neanche Freddie riusciva più ad ignorare l'imminente nuvola nera della morte che avanzava imperterrita verso di lei.

«Dovete smetterla di venire qui» ci disse un giorno.
Lo sguardo stanco brillava nel volto pallido che si rivolgeva uno ad uno a tutti noi.
All'inizio pensai stesse scherzando, poi notai la sua espressione completamente seria e cominciai a preoccuparmi.
«In che senso?» domandò Jeff.
«Dovete lasciarmi andare, potrò morire domani, magari oggi stesso, voi non potete rischiare di entrare da quella porta e scoppiare a piangere non trovandomi più».
«Lasciarti andare? Mai, Fred', nessuno di noi ti lascerà andare, ci sono... Quante ne vuoi? Cinque? Dieci? Ecco, ci sono dieci ragioni per non lasciarti andare».
«Davvero?» chiese divertita.
«Certo!» concordò Bred.
«Sei la migliore amica che ognuno di noi avesse mai potuto immaginare di avere» iniziai.
«Sei una cantante divina» continuò Bred.
«Mi hai permesso di produrre I'm In Love With My Car, non è da tutti».
«Mi hai dato la possibilità di avere qualcuno con cui confidarmi» proseguì il mio migliore amico.
«Hai stalkerato Jimmie per più di nove anni senza mai arrenderti, non è da tutti» rammentai.
«Ti credevamo pazza, ma, forse, sei tu che hai fatto impazzire noi, perché una persona talmente unica è assolutamente più che preziosa» commentò Bred.
«Sei mia sorella, non posso lasciarti così» proferii.
«Balli benissimo» aggiunse il chitarrista.
«Sei africana, eppure non sei nera... scusa, ma questa ci voleva» scherzai sorridendo.
Friederike scoppiò a ridere.
«Quando Robbie ti trascinò via da quel garage, pensavo fossi una povera ragazza che, come altre tante, aveva subito la stranezza di una mia cara amica...» sussurrò Jeff. «Mi sono sbagliato. Sei la ragione per cui Bred ha avuto un matrimonio, almeno ci ha provato ad andare avanti, sei la ragione per cui Robbie è felice con Deb e... sei la ragione per cui sono ancora vivo. Ci potrebbero essere infinite ragioni perché... non sei una, tu sei la sola che non può essere lasciata andare».

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora