Quando morì Freddie, ci sentimmo un po' come dei sopravvissuti.
Una volta, passati quattro... forse cinque anni dalla morte di sua "moglie", io, Bred e Jeff ponemmo a Jimmie una domanda che ci affliggeva da tempo immemore: come Friederike le avesse detto di... beh... di essere condannata praticamente a morte.
Non ci disse molto, cercammo di essere più sensibili possibile sull'argomento.
Raccontò solo che arrivò a casa e che Fred' le comunicò che aveva delle brutte notizie per lei.
Quando glielo riferì, non voleva crederle, pretendeva il parere di altri medici, pensava che fosse stato solo uno sbaglio.
Però non poteva esserlo, era lei a saperlo con più certezza di tutti gli altri.
La notizia la sconvolse.
Insomma, se l'aspettava.
Doveva pur aspettarselo.
Era evidente che sarebbe accaduto.
Azione, reazione, questo lo so pure io, no?
Eppure, il pensiero che Friederike potesse morire prima di lei la distrusse.«Ti capirei se volessi prendere le tue cose ed andartene» le aveva detto una volta avuta la diagnosi.
«Non essere stupida» replicò Jimmie corrucciando lo sguardo. «Non andrò da nessuna parte. Starò qui molto a lungo».Ricordo bene, invece, quando Freddie mi chiamò e mi disse di correre a casa sua, era urgente, dovevo muovermi, così lasciai Felix e corsi da lei.
Quando arrivai, la vidi sorridente e piena di luce come sempre.
«Che diamine è successo?» domandai.
«Muoviti, non puoi perdere altro tempo: mangia sempre a quest'ora» spiegò frettolosamente.
«Chi, Fred'? Chi mangia sempre a quest'ora?» chiesi spazientita dal suo tralasciare sempre i dettagli più importanti.
«Jimmie, chi sennò?»
Sbuffai.
Per quale motivo avrebbe dovuto chiamarmi, se non per Jimmie?
E io che mi facevo paranoie su incendi, ladri in casa o balsamo e shampoo finiti.
Oh, sì, mi chiamava spesso per cose di essenziale importanza come quelle.
«E io che ci posso fare?» le feci notare.
«Oh, devi andarla a prendere».
«Io?!» esclamai. «E perché io?!»
«Non lo so, legati i capelli, mettili nel berretto, parla il meno possibile, non farti riconoscere e fammi da autista».
«Fred'» la chiamai.
«Sì?»
«Ma ti sei drogata?»
Lei alzò gli occhi al cielo scocciata.
«Perché non ne chiami uno vero?» chiesi cercando di non perdere la pazienza.
«Perché a quest'ora vogliono sette centesimi in più! Io con sette centesimi ci compro un sacco di cose!»
«Già, tipo veleno per uccidere cantanti egocentriche».
«Che?»
«Niente!»
«Allora?» incalzò. «Ci vai?»
Sospirai. «Va bene, Fred', adesso ci vado».Mentre cercavo di camuffarmi, sentii la ragazza dall'altra stanza parlare a telefono.
«Ehi, Jimmie! Hai già cenato? Spegni tutto. Sto mandando un autista a prenderti».Certo, come no!
Autista Robbie Meddows Taylor, piacere!
A parte, scherzi, per fortuna non mi riconobbe e non ne parlò mai con noi tre, sennò io e Bred saremmo già scoppiati a ridere facendo saltare in aria in pochi secondi quello che era stato il piano romantico della nostra amica.
So per certo che Friederike non era così santarellina come faceva credere. E che nemmeno Jeff lo era poi così tanto.
Insomma, si coprivano a vicenda.
Io e Bred l'abbiamo vista con una ragazza all'Heaven quando il bassista aveva giurato di avere accanto a sé la nostra dolce cantante e abbiamo sentito per ore Jimmie e Freddie litigare fuori nel giardino sul retro in una discussione lunghissima.
La conclusione che abbiamo potuto trarre dalle urla? L'aveva fatto per farla ingelosire.
Potrei dire «Tipico», se solo lo pensassi.
Un'altra volta stavo passeggiando con Jimmie quando l'abbiamo vista uscire da un appartamento a Kensington di una modella spagnola.
Imparai dai miei errori, però: non assistetti alla conversazione e mi diedi alla più precipitosa fuga.
Jeff rivelò a me e Bred che non aveva avuto assolutamente nulla con quelle ragazze, l'aveva solo fatto per vedere se la ragazza di cui era innamorata avesse o meno i piedi per terra ed un minimo di grinta.
Insomma, solo per non far vedere che dava il suo cuore in mano alla prima di turno.Come no!
L'ho vista personalmente correre per strada in preda ad una crisi di nervi, mentre pioveva a dirotto e si gelava da stare male, per andare incontro a Jimmie che tornava da lavoro solo per guadagnarci un abbraccio.
Valla a capire a quella...Voleva che fosse Jimmie ad accudirla prima di morire e lo fece, ma odiava il modo in cui la ragazza riusciva a deprimersi.
Ricordo perfettamente ciò che mi disse Jimmie a Natale del 2010.
Stava male quasi quanto lo è stata Freddie, mi fece chiamare da Bred e li raggiunsi immediatamente.
Voleva parlare di lei, così noi ascoltammo senza batter ciglio fino ad una frase che ci colpì tanto:
«Questo è ciò che ricordo maggiormente: il suo sorriso sbarazzino quando riceveva un regalo. Era felice per 60 rose allo stesso modo di come per 60 Picasso. Il suo volto si illuminava. Un Natale ho creato una plastico di un convoglio in montagna. Voi due vi avvicinaste e tutti e tre ci giocaste, tre bambini che il tempo non potrà mai uccidere».Volete la verità?
Ricordo vagamente del momento di cui parlò, ma non potrò mai dimenticare della sua espressione mentre ce lo descriveva.Io, Bred e Jeff stiamo bene, ma non ci siamo mai sentiti tanto diversi da ciò che ci stava accadendo.
Siamo rimasti in tre e, più passano anni dai bei momenti vissuti assieme, più ci sentiamo come sopravvissuti in un mondo di naufraghi.
STAI LEGGENDO
Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...