"You don't move from here, miss!"

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«Tu non ti muovi da qui, signorina!» ordinò Freddie bloccandomi la strada con una mazza da baseball in mano.
«Devo andare a... lascia stare. Che c'è?»
«Voglio sapere ogni frase, ogni dettaglio, ogni cosa, tutto!» esclamò agitando in aria il bastone.
«Fred', non starò qui a raccontarti un porno».
«Perché no?» chiese con sguardo triste.
«Ci sono almeno trecento motivi, ma ti dirò solo il più ovvio: non racconto i fatti miei in un corridoio di un hotel».
Mi trascinò in camera sua. «Su, ora puoi raccontare!»
«Ti dico solo che, da quello che ho capito, ama Prévert» spiegai arrossendo.
«Chi? Il poeta?»
«Sì, sa a memoria I ragazzi che si amano e Paris at night».
«Com'è romantico...» sospirò.
In quell'istante la porta si aprì ed entrarono Bred e Jeff.
«Non sei tornata a casa» osservò severo il mio migliore amico chiudendo la porta alle sue spalle.
«Sì, papà, un bel ragazzo mi ha recitato delle poesie... insieme ad altre cose... Bred, smettila» esordii.
Il ragazzo mi stava puntando una torcia in faccia.
«La smetti?!» protestai.
«Ok, scusa» borbottò ridando la torcia a Jeff. «Hai avuto un comportamento irresponsabile, Robert! Insomma, lo conosci da quanto? Due giorni?»
«Sono andata a letto con uno dopo molto meno» ricordai.
Sospirò cercando di non perdere la calma. «Non è questo il punto».
«Quello che Bred sta cercando di dire» lo interruppe Jeff, «è che non gli può importare di meno con chi esci».
«Cosa?! A me importa eccome!»
Freddie e Jeff si scambiarono uno sguardo disperato.
«Sì,» sentenziai, «ti prego, arriva al punto perché devo andare a farmi una doccia».
«Bene, allora... hai parlato di Prévert?»
«Ci stavi spiando?!» esclamò Friederike.
«Perché non te l'aspettavi?» le chiesi ironica. «Comunque, sì, come ho già detto, ha...»
«I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore» cantilenò Bred. «Hai detto anche Paris at night, vero? Tre fiammiferi uno dopo l'altro accesi nella notte
Il primo per vedere intero il volto tuo
il secondo per vedere gli occhi tuoi
l'ultimo per vedere la tua bocca
e l'oscurità completa per ricordarmi queste immagini
Mentre ti stringo a me tra le mie braccia».
«Non ce n'era bisogno» proferii.
«Anche se – e questo avrebbe potuto saperlo solo se ti avesse conosciuto meglio prima – tu preferisci Pablo Neruda, non è così?» domandò.
Sbuffai. «Che importa? Tanto non t'interessa comunque».
«Mi interessa, invece!»
«Come vuoi, io non ho tempo per discutere: a cosa vuoi arrivare?» chiesi irritata.
«Meriti qualcuno di migliore» mormorò scrollando le spalle.
Non ne potevo più.
«Allora chi?! Sai dire solo questo, vero? "Meriti qualcuno di migliore", beh, se è così semplice, allora con chi dovrei stare?» domandai infuriata sull'orlo di una crisi isterica. «Eh?!»
«Beh... tipo... tipo qualcun altro...»
«Lascia stare» sbuffai andandomene in camera mia.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora