Quando Jimmie bussò alla porta, Freddie aprì cercando di non scoppiare dall'entusiasmo.
La ragazza piombò dentro dicendo frasi senza senso.
«Ti ho detto che non posso, per quanto voglia, non posso, io... non potrei mai fare una cosa del genere... non a te...»
Friederike fece per parlare, ma lei la interruppe.
«Non posso, ok? Non... Io non posso! E non fare quella faccia perché io non potrei, sono un... Non guardarmi in quel modo, smettila».
Freddie inarcò un sopracciglio, prima di scuotere divertita la testa e baciare la ragazza accanto a lei.
«Senti,» iniziò Jimmie sospirando, «non voglio farti del male...»
«Nessuno fa del male a nessuno finché ci si ama, no?» chiese sorridendo.Perdonatela, non sa quel che dice.
«Non capisci...» proferì lei.
«Cos'è che non capisco?» chiese Friederike. «Hai amato qualcuno e quella persona ti ha fatto del male? Da quel momento non vuoi amare più? Oppure qualcuno ti ha tradita? Questo spiegherebbe la tua faccia in quel bar... Insomma, non fa nulla, puoi uccidermi come ti pare, se vuoi, anche con una pistola... che modo triste ed inutile per morire... ma potresti comunque farlo».
Jimmie osservò le iridi azzurro elettrico che scintillavano a poca distanza dal suo volto. «Non voglio ucciderti».
«Bene, allora non farlo» rispose lei con noncuranza. «Facile, no?»
Scosse la testa. «No».
Freddie poggiò il suo capo contro la spalla della ragazza.
«Non m'importa, allora» sussurrò piano. «Tutti dobbiamo morire».
Jimmie la ignorò per un attimo, il sangue le scorreva al cervello lentamente ed il tempo parve fermarsi.
Era arrivato il momento di fare una scelta: o la vita o i rimpianti.
Con accanto la propria vita, difficilmente si sceglie l'ultima via.
Prese il volto della ragazza tra le mani.
«Scusa» sussurrò con le lacrime agli occhi.
Friederike sorrise e congiunse di nuovo le loro labbra.Noi eravamo tutt'altro che una famiglia.
E Freddie si era appena trovata la sua.«Mi dispiace per Fred'» proferii azzannando un paio di biscotti.
Dominic sorrise. «Anche a me, ma in questo momento dovresti stare quasi in una campana di vetro, non dovresti cacciarti nei guai per i tuoi amici, anche se è un'azione stupenda e assolutamente giusta».
«In una campana di vetro non servirei a nessuno».
Poggiò delicatamente la sua mano sulla mia pancia. «Sicura?»
Sbuffai. «Felix, sei una seccatura!»
Si trattenne dallo scoppiare a ridere e mi baciò.
«Ti piace proprio quel nome, eh?» domandò accarezzandomi la guancia.
«Ha un bel significato».
«Significato?»
«Sì».
«Perché?»
«Un paio d'anni fa feci una scommessa dicendo che non avrei mai avuto figli e perciò sarei stata felice. Ora sto per averne uno... e inaspettatamente sono egualmente felice... se non di più» spiegai.
«Che Felix sia, mon chérie».
Sospirai.
Dopo quattro mesi sarei diventata la fotocopia di uno zombie, ma lasciamo perdere: ero comunque felice.Jimmie aprì piano gli occhi ed accarezzò meccanicamente il cespuglio di capelli nero pece della ragazza che dormiva con la testa contro il suo petto.
Dormiva con la testa contro il suo petto.
Lei.
Sotto coperte bianco candido.
Con Freddie.
Si sollevò alla stessa velocità di Barry Allen nel fumetto di Flash.
«Merda» sussurrò spiazzata.
La corvina mugolò con la bocca impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi. «Cos'è successo?».
Jimmie si stese di nuovo cercando di rimanere calma, mentre Friederike ritornò a poggiare il capo sul suo petto.
«Niente» rispose piano.
La ragazza si strinse a lei.
Sembrava un gatto.
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Mi chiamavano "Regina"
أدب المراهقينAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...