«Mamma...» sussurrò Freddie. «Tutto ok? Sembri scovolta».
«Sei diventata un star, eh?» chiese lei cercando di sorridere.
Friederike la guardò disorientata.
«Non capisco» sospirò infine.
La donna osservò dagli occhi vitrei la figlia, prima di porgerle una pagina di giornale spiegazzata.
«“Freddie Mercury e Bohemian Rhapsody: ufficialmente svelato l'orientamento sessuale della nuova star del rock”» lesse la corvina.
«Ecco perché scappavi» concluse la madre. «Ecco perché credevi che non ti conoscessi!»Però, che intuito.
Freddie restò muta per un attimo.
«Credi davvero a quelle sciocchezze?» rispose dopo un po'. «Chissà quale fonte hanno, di sicuro non hanno parlato con me».
«E, se parlassero con te, cosa diresti?»
Fred' scivolò sulla sedia di legno più vicina e sospirò un «Non ne ho idea» di rimando.
La signora Bulsara abbassò per un attimo le palpebre nella speranza di dimenticare tutto.
«È vero, ok?» esclamò spazientita Freddie. «A quanto pare oltre ad essere orribile sono anche codarda».
Io, Bred e Jeff stavamo per sgusciare nelle nostre stanze, ma gli occhi supplicanti della nostra amica ci convinsero a restare dov'eravamo.
«Non sei orribile, né codarda, hai fatto solo ciò che ti sentivi di fare» ribatté la donna.
«Appunto, mi sentivo di fare la codarda».
La madre di Friederike cercò di avvicinarsi a lei, ma la ragazza si scansò agilmente e scattò in piedi.
«Senti, Farrokh...»
«E non chiamarmi così! "Felice", certo! Come se io fossi contenta di essere un mostro!» urlò lei in lacrime.
«Io non penso tu sia un mostro, è solo che non ti capisco... Insomma, perché non dirmelo?»
La corvina la scrutò a lungo dal suo sguardo azzurro elettrico.
«Perché ho peccato» sussurrò. «Sono un'orribile persona che non merita di vivere... Pensavo che ti saresti arrabbiata... o che papà non mi avesse voluto più vedere... oppure che...»
«Freddie...» la chiamò paziente la madre.
«Senti, capiscimi, potevo aspettarmi qualunque reazione da parte vostra e...»
«Freddie, non sono arrabbiata» sentenziò dolce.
La ragazza sembrò paralizzarsi.
«Davvero?» sussurrò.
La donna annuì comprensiva. «Sei pur sempre mia figlia ed io ti vorrò bene a prescindere dalla persona che ami o che in futuro amerai. Ti chiedo solo una cosa: se mai dovessi trovarla, però, non lasciarla andare, te ne pentirai».
Le iridi azzurro elettrico della corvina guizzarono fuori dalla finestra, dove la recinzione vuota e sola del nostro giardino incorniciava la casa.
Del suo grande amore, però, nessuna traccia.
«Va bene» disse, quando Delilah le balzò in grembo.
«Oh, però, vedo che riguardo i bei gusti non cambi mai, eh?» le domandò la madre sarcastica avvicinandosi al gatto. «È stupendo, davvero un amore».
Io, Bred e Jeff ci scambiammo occhiate divertite.Ecco, ora si spiegava tutto.
Tale madre, tale figlia.«Si chiama Delilah» la presentò entusiasta, prendendo il gatto in braccio e porgendoglielo. «È dolcissima, anche se non tutti le vanno a genio» e qui mi scoccò un'occhiata acida.
A questo punto, scusate se esisto.
Quando la signora Bulsara se ne andò finalmente riappacificata con la figlia, tutti e quattro tirammo un forte sospiro di sollievo.
«Pericolo scampato» gioì Freddie.
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Mi chiamavano "Regina"
أدب المراهقينAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...