And BOOM! I hate you

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«STRONZO!!!» urlai dando un calcio al gallo.
Delilah emise un miagolio d'approvazione e Freddie scoppiò a ridere. «Ma no, dai, poverino!»
«Se vuoi dimenticare quel coglione di Marius, dai un calcio a Galileo» pretesi.
«Non ci credo, l'hai chiamato Galileo?» domandò Friederike sorridendo.
«Certo!» esclamai. «Non esiste nome migliore!»
La ragazza si avvicinò al gallo, mentre il grosso felino le andava dietro incerto.
«Non sarà maltrattamento di animale?»
«Non se dopo lo facciamo mangiare a Deli, è vero, tesoro?»
Il gatto mi soffiò contro.
Mi abbassai all'altezza dell'animale.
«Tu sei stronza di natura» sentenziai puntandole l'indice contro. «Tu e Galileo».
«Ma che ti ha fatto il gallo?» chiese Freddie.
«Non lo so, mi sta sul cazzo» spiegai cercando di rimanere seria. «Ora dagli un calcio».
La corvina diede una leggera spintarella con il piede al povero gallo.
Mi avvicinai verso di lei con sguardo deluso. «Non ci siamo, Fred', non ci siamo».
«Ma mi fa tenerezza!» ribatté.
Diedi un calcio a Galileo, che si alzò in aria per qualche secondo, prima di strillare infuriato e di rincorrermi per tutto il giardino.
«Questo ti fa tenerezza, Fred'?» domandai correndo.
Lei prese Delilah in braccio e scoppiò a ridere. «Lascialo stare, dai!»
Scavalcai la staccionata ed il pennuto si fermò ad osservarmi altezzoso.
«Mamma mia, è talmente brutto che sembra Bred!» annunciai alzando le braccia sconsolata.
Friederike continuò a ridere.
«Ah, ora che dovrebbe farti pena non dici nulla? Non ti capisco, Fred'».
Scrollò le spalle asciugandosi con il dorso della mano una lacrima sfuggita al controllo. «Comunque, Galileo non funziona».
Ritornai con cautela oltre la staccionata porgendo occhiate assassine al gallo.
«Ho tenuto conto di tutto,» iniziai, «in questo caso, dovresti provare la Jeff-terapia, funziona alla grande, te lo assicuro».
Freddie alzò un sopracciglio scettica.
«Consiste nel passare un'ora con Jeff... Lo hai detto tu che è un antistress, no?» chiesi sorridendo.
La ragazza lasciò il gatto a terra e mi abbracciò.
«Grazie» sussurrò.
«Ehm... Fred', non vorrei interrompere i cinque minuti di dolcezza da parte di Freddie Marshmallow Mercury, ma, se ti vede la fumatrice sexy, poi diventa gelosa» scherzai.
Friederike si staccò piano col volto in lacrime. «Ma se nemmeno mi conosce».
«Oh, sì, invece» ribattei. «Ti adora. Tutti lo fanno».
Non l'avessi mai detto.
Gli occhi azzurro elettrico di Freddie si colmarono nuovamente di lacrime.
«Credo che non ti faccia bene passare tanto tempo sola con me, chiamo Jeff» proposi.
«No, Rob, è normale essere tristi quando una persona che ti vuole bene ti... beh, ti ferisce» borbottò asciugandosi le lacrime.
«Oh... In tal caso, ci sono ancora tante cose da fare, tanti camerini da visitare, tante donne nude da guardare... no?»
Sorrise. «Certo».
Sbuffai.
«Vedrai che arriverà anche il tuo momento di "e BOOM! Ti odio"» proferii.
«Momento di "e BOOM! Ti odio"? Che diamine è?»
«È quel momento in cui odi ed ami allo stesso tempo una persona e la bilancia è sempre più a favore dell'amore, poi incontri qualcuno che rivolta magicamente quella bilancia e ti fa... beh, ti fa capire che Br... Marius... che Marius è un coglione. Ecco il "e BOOM! Ti odio"».
La corvina annuì non del tutto convinta.
«"E BOOM! Ti odio"» ripeté poggiandosi al muro della casa. «"E BOOM! Ti odio", facile».
La fumatrice sexy si sedette sulla staccionata fumando la sua solita sigaretta e Freddie scosse la testa come imbambolata.
«"E BOOM! Ti odio"?» chiesi.
«"E BOOM! Ti odio"» confermò.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora