These Are The Days Of Our Life

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Breakthru venne pubblicata nel 1989, nell'album The Miracle con I Want It All, Scandal, The Invisible Man, Was It All Worth It, altre canzoni meno popolari ma altrettanto belle come Rain Must Fall e, appunto, The Miracle.

Odio Breakthru.

Sono una rompipalle, vero?

Bred approva.

Comunque sia, stiamo temporeggiando, lo sapete anche voi.
Perché?
Perché il 1990 io, Bred e Jeff lo abbiamo passato a litigare.
Ok, eravamo solo io e Bred, Jeff ha detto solo che lo appoggiava, ma vale comunque.
Il punto è che, oltre alla vista di una leggenda cadere a pezzi, non c'è davvero niente di interessate, Bred conferma.
Di conseguenza, il prossimo anno che ci spetta è il 1991.

Diciamoci la verità: sappiamo tutti cosa succederà alla fine di questo anno e di quanto il 1992 si possa racchiudere con la frase "Voglio tornare al primo gennaio del 1991", cosa, tra l'altro, assolutamente giusta e veritiera.

Ammettiamolo: quando avrò finito di parlare del 1991, sapremo tutti che sarà arrivato il momento di dire "Questo lo voglio davvero ricordare?"

Non mentite: se mai riuscirò a sopravvivere rammentando quest'anno, volete davvero che parli del 1992?

Purtroppo, la storia è questa, non posso lasciare le cose a metà, sono una che conclude.

Bred, taci un po'...

Friederike era ormai magra come uno spillo e l'unica cosa che sembrava viva sul suo volto erano quei due diamanti azzurro elettrico incastonati nella pelle pallida dando la sensazione costante di essere sommersa in un altro mondo o in un'altra conversazione.

Il rumore di vetro infranto riecheggiò nella stanza.
«Scusa, Jimmie, devo ricomprarti una nuova televisione...» borbottò Bred mentre io ritornavo a sedermi sfregandomi velocemente le mani con sguardo assassino.
Jimmie sospirò pazientemente. «Non potevi...»
«Jimmie, un'altra parola e faccio volare anche te fuori da quella cazzo di finestra» la interruppi.
«Quante finestre abbiamo in casa?» domandò Freddie sorridendo.
Jeff scosse la testa rassegnato, prima di focalizzare la sua attenzione su Friederike.
«Prendila» ordinò osservando un bicchiere colmo d'acqua e una pillola sul tavolo di vetro.
«Sa di ferro» si lamentò lei.
«Io non mi lamento, non dovresti farlo nemmeno tu» proferì Jimmie.
«Quando verrà il mio momento, morirò, basta aspettare».
«Aspettare che te la infili in bocca io?» chiese il bassista.
La corvina alzò gli occhi al cielo e obbedì controvoglia. «Contento?»
Jeff annuì senza entusiasmo.
«Ah, a proposito!» esclamò esaltata la ragazza. «Ho scritto un nuovo pezzo: These Are The Days Of Our Life! Bred, devi aggiungere la parte della chitarra, Jeff, tu quella del basso e Rob della batteria, per il resto è perfetta!»

Era il pomeriggio del ventitré gennaio, lo ricordo benissimo.
Friederike osservava il panorama di passanti oltre la finestra col fascino del suo sguardo perso; gli occhi azzurro elettrico che si trascinavano pigramente da un dettaglio all'altro e le labbra che si muovevano piano intente a canticchiare Love Me Like There's No Tomorrow.
Eravamo sole nella stanza e la osservavo con cautela da lontano, come un osservatore studia un predatore affamato e in cerca di cibo.
Il mormorio cessò d'un tratto e restai lì a scattare pronta ad ogni sua minima mossa, ma non fece niente che potessi prevedere.
«Rob,» sussurrò invece piegando leggermente il capo contro la finestra, «non voglio morire...»

E siamo a tre...

Mi sedetti accanto a lei.
«Nessuno vorrebbe che tu morissi, Fred'. Se proprio devo essere sincera, credo che tu sarai quella che soffrirà di meno» proferii.
Sorrise leggermente. «Non sai consolare».
«Lo so».
«Insomma, appena sono arrivati i giorni più belli della nostra vita... beh...» mormorò confusa.
Non sapeva ciò che blaterava; borbottava invano nella speranza di poter formulare una frase che le facesse capire come poteva restare felice.
Sono convinta che tutti dovrebbero essere felici sempre, credo che chiunque lo voglia, ma nessuno potrebbe rimanere felice tutto il tempo... In fondo, se la felicità è perennemente presente nel nostro sguardo, un volto felice non avrebbe più niente di così speciale.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora