Put A Gun Against His Head

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Amare davvero una persona vuol dire essere convinti che, se avesse una pistola puntata alla vostra tempia, non sparerebbe...

O, almeno, così diceva Freddie.

E se lei non sapesse di avere una pistola?

O, addirittura, se lei lo sapesse, ma, per non farti scappare, non te l'avesse mai detto?

Quello poteva definirsi il caso di Jimmie e Freddie, ma, si sa, la vita è molto più complicata di una frase ad effetto.

Jimmie non volle mai rivelare a Freddie di essere in possesso della cosiddetta arma letale. Ci provò, credetemi. Ci provò talmente tante volte che ho perso il conto tempo fa.

Ma, nonostante gli sforzi che fece, quella che divenne in seguito la sua ragazza aveva ragione. Perché, sì, se mai avesse sparato anche senza accorgersene, per Freddie sarebbe stata una condanna a morte. Eppure, stranamente, l'amore prese lo stesso il sopravvento.

Jimmie sparò, certo, non possiamo negarlo.
Ma, alla fine, non puntò una pistola alla tempia di Friederike, ma alla sua.
Perché?
Perché il motivo per il quale non proferì parola equivale al motivo per cui fu costretta a sparare che, purtroppo, equivale al motivo per cui non vi sta raccontando lei questa storia.
E tutti questi cazzo di motivi sono collegati ad una sola ragione.
Ed è la ragione più stupida ed insulsa dell'universo. La più banale e la più meschina. La più letale.
La ragione è l'amore.
Jimmie Hutton amava Freddie Mercury.
Chiunque osi negare non sa cosa voglia dire amare qualcuno.

Sì, perché io ho dovuto sorbirmi smancerie, fiori, urletti, torte, unicorni volanti, gatti, altri gatti, ancora gatti, troppi cazzo di gatti.
E non ho detto una parola.
Perché?
Insomma, che cosa cazzo potevo dire ad una delle persone più felici del mondo?
La mia amica aveva appena scoperto come vivere e neanche il mio ovvio senso di ragione avrebbe potuto abbattere quel morale.

Sapete quanti "Calmati" abbiamo urlato io, Bred e Jeff?
Cazzo, avevo le labbra paralizzate!
I muscoli della bocca erano completamente a pezzi!

Grazie, Fred'.

Jimmie non fu egoista.
Il primo che lo dice morirà.
Ma non per mano mia, eh!
Io sono dell'ipotesi che, visto che ha fatto diventare praticamente immortale un gatto, Freddie non ci metta molto a far morire qualcuno.
Quindi, non so, fate i bravi e non tirate troppo la corda, quella lì ha un metro e sessanta di cazzimma dentro di sé.
Sì, è alta un metro e sessanta, sembra un nano.
Scusate, era alta...
BRED MA PERCHÈ CAZZO ME LO RICORDI?! IO TI AMMAZZO! GIURO!

Continuando il mio discorso poetico, Jimmie cercò di dirglielo fin da subito.
Appena si rese conto di amare quella pazza, capì che aveva combinato un bel casino e che doveva risolvere tutto.

Freddie scoppiò a ridere. «Davvero? Non gli hai potuto dire niente?»
Lei scrollò le spalle. «Per quanto adori dare una lezione alla gente stronza, non rischio il posto per nulla, ha fatto tutto da solo quell'ingrato».
«Peccato» commentò osservando dai suoi diamanti azzurro elettrico il paesaggio oltre la rupe.
«Avresti preferito una rissa piuttosto che continuassi ad avere un lavoro?» domandò Jimmie sorridendo.
«Mi piacciono le ragazze che si fanno rispettare, mi stanno simpatiche».
«Quindi ti sono simpatica?»
«Già, simpatica, sì» borbottò.
«E così è passata la seconda sera» notò l'altra.
Friederike deglutì. «Ma non mi dire...»
«E così, tecnicamente, tu dovresti sparire».
«Tecnicamente...»
«Eppure, se io... non so, ti baciassi, poi potresti continuare a seguirmi senza problemi».
«Sì, forse... ASPETTA, CHE?!»
Si avvicinò a Freddie e poggiò delicatamente le labbra contro le sue.

Una domanda mi parve spontanea.
Che diamine è? Droga?!

No, perché la reazione di Fred' fu sorridere, balzare in piedi e, sporgendosi dalla staccionata, urlare «LA MIA RAGAZZA HA UNA RAGAZZA FANTASTICA!!!»

Ditemi voi se non è l'effetto della cocaina...
Ah, giusto, probabilmente non l'avete mai presa.

«Ed è così bella...» sospirò con sguardo sognante.
«Non di nuovo...» pregò Bred.
«Così intelligente...» continuò Freddie.
Ancora numerose testate contro il tavolo da parte mia.
«Così romantica...» cantilenò.
Jeff si fece il segno della croce.
«Così...»
«La finisci?!» esclamai spazientita.
Il mio migliore amico mi posò una mano sulla spalla. «Siamo davvero molto felici per te, Freddie. Te lo meriti».
La ragazza sembrò per un momento turbata.
O, meglio, a Jeff parve così, perché a me e Bred sembrava davvero parecchio felice.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora