Damn Soulmates

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«Devo conoscerla» ribattei irritata.
«Certo, così potrai farla scappare via a gambe levate! Scordatelo, Robert» rispose aspro Bred.
«Come al solito sei sempre così dolce, magari è per questo che la cara Chris è caduta ai tuoi piedi».
«Ora sei gelosa?»
«Non ho detto questo, sto solo facendo una domanda».
«La conoscerai quando te la presenterò» ripeté.
«Ovvero mai».

Eccoci di nuovo punto e accapo.
Io e Bred siamo fatti così: totalmente diversi e, ovviamente, con le nostre ragioni da difendere a spada tratta.

Freddie rientrò a casa con due mici in mano.
«Loro sono Tom e Jerry» disse sorridente.
Percorsi a grandi passi la stanza e storsi la bocca a un palmo dalla sua faccia.
«Che c'è?» chiese sulla difensiva.
«Bred, non le dici nulla?» domandai al mio migliore amico.
Scrollò le spalle. «Se tutto va bene, questa casa tra cinque mesi non sarà più mia, dovrai vedertela da sola, Rob».
«Cosa?!» esclamai indignata. «E a chi la darai?»
«A Jeff, no? Si chiama "passaggio di proprietà", sciocchina».
«Ma taci, stronzo» sbottai irritata.
«Calmi» ordinò Friederike e io le porsi un'occhiata assassina. «I gatti andranno da mia sorella, non preoccuparti» assicurò. «Voi, piuttosto, perché continuate a litigare all'infinito?»
«Non vuole presentarmi la sfortunata» spiegai.
«Christine? Oh, è una ragazza così dolce!» sorrise Freddie.

Avrei benissimo strangolato Bred.

E lo feci.

Ecco, ragazzi, quella fu la prima volta che gli lasciai un vero segno.
Sì, sul braccio.

«Freddie non spaventa la gente!» si giustificò.
«Davvero?» domandammo all'unisono io e Fred'.
«Beh, almeno non di proposito».
«Che bel complimento, Bred, te l'hanno mai detto che dovresti fare lo psicanalista?» chiese ironica la ragazza.
Ignoriamo per un attimo il fatto che in seguito Bred divenne lo psicologo personale di Freddie e andiamo avanti.
«Secondo te mi diverta mandare via centinaia di ragazze per le quali avresti fatto di tutto? Te lo dico io, sì, è molto spassoso e lo faccio per il tuo bene».
Il mio migliore amico sorrise.
Non era un vero e proprio sorriso, era più un'alternativa al piangere.
«Non avrei fatto di tutto per nessuna ragazza con cui sono stato, Robert. Fatica assolutamente sprecata la tua» sussurrò infine.
Si allontanò verso camera sua velocemente, come se non fosse successo nulla.
«Ma che gli prende?»
Freddie mi osservò a lungo dai suoi occhi azzurro elettrico.
«Se non lo sai tu...» sospirò infine.

Credetemi quando vi dico che non finì lì.

«Che ne dite se vi faccio conoscere Vicky?» propose Jeff quella sera.
«Chi?!» chiesi irritata.
«Veronica, la mia ragazza».
Guardai prima Jeff, poi Freddie.
«Tu lo sapevi che aveva una ragazza?»
Friederike scrollò le spalle. «Forse sì, forse no, non ricordo».
«Jeff, quando volevi deciderti a parlarne?»
«L'ho detto a Freddie... e poi a Bred, lui non ti dice tutto?»
Abbassai lo sguardo verso Delilah ai piedi di Freddie.
«Forse non più» sussurrai. «Beh, comunque, non è giusto!»
«Cosa?» chiese Bred apparendo sulle scale.
«Bred, tu hai trovato l'anima gemella da non so quanto, Freddie prima o poi otterrà la luce divina che le apparirà davanti e come un riflettore la condurrà dalla fumatrice sexy, e Jeff ha una ragazza! Sembra che la vita si sia dimenticata di me!» spiegai.
Bred rise. «Tu non hai la tua stupenda e bellissima Baby?»
Jeff porse uno sguardo annoiato al mio migliore amico, ma non poté fare a meno di sorridere, mentre vidi il volto di Freddie illuminarsi.
«Fred', se ti è venuta un'idea per una canzone, giuro su mia sorella che ti faccio mangiare il pianoforte» la avvisai.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora