Friederike appoggiò cauta la bottiglia sul tavolo, prima di guardarci sorridente. Il suo sguardo, infine, scivolò sul disastro di vetro sparso sul pavimento e sul tavolo.
«Quale furia distruttiva si è abbattuta su di voi?» domandò in un sussurro.
«Furia Robbie 1.0» scherzò Jeff.
«Ma ti deve venire il ciclo?!» esclamò Bred, scrollandosi da dosso pezzi di vetro.
«'Fanculo!» esclamai, prima di andare a passo di carica verso la porta.
«Robbie, mi serve il furgone, non puoi prenderlo» mi avvisò lui.
Gli porsi uno sguardo d'acciaio, presi le chiavi di Baby e me ne andai sbattendo la porta.
«Ma si può sapere che avete fatto?» domandò Freddie, alzandosi e camminando verso di loro cercando di non calpestare i frammenti di vetro e porcellana sparsi sul pavimento.
«Si starà facendo seguire dalla polizia mentre corre in macchina, poi le passa» spiegò Jeff.
Fred' inarcò un sopracciglio corvino.
«È arrivata una telefonata da un ospedale, hanno detto che era nei contatti di emergenza di non so chi, così le ho passato il telefono, nemmeno cinque secondi e lo ha lanciato sul muro! Sul muro!» continuò lui.
«Davvero ti serve il furgone, Bred?» domandò la ragazza.
«No, ma dicendo così evito che ci passi la notte lì dentro a fumare non so cosa, con non so chi, intenta a fare che cazzo ne so».
«Manca la femminilità» disse Freddie scuotendo la testa. «Le parlo io, in fondo, sono solo le sei del mattino, no? Che cosa potrà mai essere successo?»
Detto questo prese il giubbotto e chiuse la porta.Jeff e Bred non dovettero aspettare molto, perché la corvina rientrò dopo una mezz'ora.
«Non la trovo» sentenziò.
«Dove hai cercato?» domandò Jeff.
«Dovunque ci sia accesso per le macchine».
Bred e Jeff scoppiarono a ridere.
«Ragazzi!» esclamò Fred' indignata. «Potrebbe essere chissà dove! E, se proprio non lo fate per affetto personale, cercate di essere seri perché ci serve per registrare "Keep Yourself Alive"».
«Vuoi davvero usare quella cretinata di ieri?» domandò Bred.
«Ovvio! E, comunque, non lascerò una mia amica sola e sconsolata all'interno di un'auto inseguita dalla polizia!»
«Ti assicuro che, primo, non ti considera sua amica, e, secondo, preferisce di gran lunga la compagnia della sua "Baby" che quella di un essere umano dotato di parola, credimi» disse Bred.
«Beh, allora compratele un gatto» sbottò Freddie e, dicendo questo, se ne andò di nuovo.Non so dove andò, dove mi cercò o, tanto meno, perché, ma so per la precisione che alle otto e diciassette del mattino sentii una mano bussare al finestrino della mia auto, ed era la sua.
Non stavo piangendo, ma Freddie avrebbe giurato di sì, perciò racconterò anche sotto il suo stupido punto di vista.
Quindi, ero in lacrime fumando una sigaretta mentre alla radio mandavano il notiziario.
Insomma, che rappresentazione della felicità!
Entrò senza troppe scuse e chiuse lo sportello.
«Robbie,» iniziò, «che cos'è successo?»Ora, potevo scommettere che né Bred, né Jeff, e, come scoprii in seguito, nemmeno Friederike avevano un rapporto molto bello e pacifico con i propri genitori, eppure eccomi lì, dentro Baby... ah, al diavolo, dentro la mia macchina, ad aspettare che qualcuno mi cercasse.
«Che ti ha detto Jeff?» domandai, asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.
«Che hai avuto una telefonata dall'ospedale da una persona... Che è successo?»
«Da una persona?!» sbottai. «Ah, magari fosse solo una persona!»
Mi guardò con sguardo colmo di tenerezza.
Sbuffai. Odiavo quando la gente mi guardava così... del resto anche ora, ma solo perché mi ricorda Freddie.
«I miei genitori» iniziai. «Sono partiti perché volevano venire a vedere come stavo. In fondo, dovevano tentere sotto controllo la loro grande delusione, no?».
Friederike non parlò. Al contrario, notai che il labbro inferiore le tremava leggermente, ma piantò gli incisivi sulle labbra per bloccare il tremolio.
«Un incidente d'auto» conclusi. «Sono morti. Spiaccicati come due formiche».
Fred' guardò cupa il cielo che si intravedeva oltre il tettuccio dell'auto.
«Fred'» la chiamai. «Che succede?»
Sospirò.
«Ti ricordi che ti ho detto che la mia religione è lo zoroastrismo?» mi chiese.
Annuii.
«Bene... Io ho un ragazzo,» il mio sguardo scivolò sui suoi lividi sparsi tra braccia, collo e spalle, «o, almeno, lo avevo. L'ho mollato, diciamo che non mi accettava».
«In che senso?»
«Sono bisessuale, Robbie» sentenziò.
Non mi stupii più di tanto, la prima volta che mi aveva vista mi aveva guardata come se fossi chissà chi.
«Non penso che i miei mi accetterebbero, lo zoroastrismo è molto severo su questo, qualunque... persona è destinata a dare il suo contributo per non far estinguere l'umanità e... beh, hai capito».
Già, avevo capito, avevo capito eccome.
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...