"Heritage"

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Dopo poco tempo Bred si addormentò appoggiandosi al muro che fungeva da schienale della cassapanca e io crollai accanto a lui senza accorgermene.
Fu Freddie a svegliarci andando in giro a suonare il basso di Jeff alle sette e venti del mattino, come suo solito.

«Sono sveglia!» esclamai, cadendo per terra.
Bred sobbalzò, mi aiutò a rialzarmi e ci dirigemmo di sotto.
Jeff sbadigliò rumorosamente appena ci vide.
«Buongiorno!» salutò felice Friederike.
«Freddie, ma tu non dormi mai?» domandò Bred stropicciandosi pigramente gli occhi.
«Ovvio, è proprio perché dormo che poi non ho più sonno la mattina» spiegò, addentando il panino che stavo per mangiare.
«Ehi!» protestai.
«Tu hai messo la marijuana nel mio, quindi in un certo senso siamo pari».
«Me lo aveva dato un tizio qui fuori, dovevo pur smaltirlo in qualche modo!»
Freddie sbuffò e si sedette accanto a Jeff borbottando un «Non farò mai queste scemenze da hippie».
Ragazzi, segnatevi un paio di citazioni perché ne vedrete delle belle.
Sì, anche alcune futili come «Non lo metterò mai quel coso» e «Io non bevo tè, non sono mica come voi pazzi», per la vostra incolumità non ve ne dovrete perdere nemmeno una, intesi?

«Ho un'idea per Bohemian Rhapsody» esordì la corvina.
«Un'altra?» rise Bred.
«Veramente l'ho in mente da quando sono salita nella macchina di Rob cinque anni fa».
«Baby fa miracoli» sospirai.
Jeff rise sotto i baffi.
«Un'altra risata e vi lancio qualcosa addosso» minacciai.
«Comunque,» iniziò Bred cercando di cambiare argomento, «qual è questa grande idea?»
«Per avere un effetto migliore in una parte del pezzo vorrei rovesciare della birra sui piatti di Robbie e farla suonare».
Ci guardammo.
Ok, era una grande idea.
Ok, era un'idea geniale.
Ok, era irrealizzabile come idea.
«No» sentenziai.
«Ma perché? Per piacere!» pregò Fred'.
«Si sporca tutta e poi dovrei pulirla con degli stracci specifici che ho lasciato a casa di mia madre quando gli Smile hanno deciso di fare quel piccolo tour che Bred ricorderà di sicuro» spiegai truce.
«Quando siamo scesi dalla macchina l'aria era fresca e serena, potevano essere le sette e mezzo» raccontò con lo stesso tono di voce di un cantastorie di drammi. «Appena poggiammo i piedi a terra, ci trovammo davanti un branco di operai infuriati che stavano riparando la strada... Scappammo a gambe levate e Rob rimase lì a dormire, noi partimmo con Baby e lei il giorno dopo ritornò in treno».
«Me l'hanno pure graffiata quei bastardi muratori di merda».
«Allora andiamo a casa di tua madre, Rob. Per piacere!» supplicò Freddie.
Bred rise e io gli scoccai uno sguardo di fuoco.
Freddie mi guardò dai suoi occhi di cerbiatta e sbuffai.
«Fate i bagagli, ragazzi!» esclamò Bred, «Si va in Cornovaglia!»
«Anche se c'è un piccolo problema» proferii.
«E sarebbe?» domandò Friederike.
«Non so che fine abbia fatto quella casa, sono passati cinque anni e magari l'hanno messa in vendita».
Jeff, fino a quel momento muto, rise.
«Che c'è?» chiesi aspra.
«Non l'hanno messa in vendita, un patrimonio del genere si eredita, Robbie, ne sono sicuro».
«Un patrimonio del genere?! Ma è solo una casetta! Era di mia nonna, non è paragonabile ad un quarto di quella di Fred'».
«Invece credo di sì» intervenne lei. «Il piano di sopra e quello successivo è occupato dalla servitù».
Bred, Jeff e io ci guardammo atterriti.
«Servitù?!» domandò Bred incredulo.
«Ehm... Cuochi, domestici, giardinieri... Insomma, chi non li ha?»
Jeff alzò le mani in segno di resa.
«Fred', meglio che non parli» esordii.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora