«Ciao Chris» salutò sorridente Freddie, prima di voltarsi con sguardo assassino verso me e Bred. «Che diamine è successo qui dentro, tesori?»
Vi giuro, stavo per urlare "Bred cattivo tanto è" per poi scappare a gambe levate.
Non lo feci, per mia fortuna.
Dissi qualcosa di meglio.
«Bred è stronzo».
Ok, non è tanto meglio, ma fa sicuramente meno bambina spaventata.
«Sai dire solo questo?» domandò infuriato il mio migliore amico, prima di rintanarsi di nuovo sotto al tavolo per via della mia assolutamente non pacifica minaccia con un pezzo di vetro in mano.
«Giuro che vi chiudo di nuovo di sopra» avvisò la corvina.
Christine rimase in disparte in un angolo delle mura, quando Friederike si voltò verso di lei con sguardo disperato.
«Scusali» dissero in coro lei e Jeff.
Bred fece per venire allo scoperto, ma gli scoccai uno sguardo assassino e ci ripensò, prima che Fred' venne a togliermi la bottiglia da mano.
«Siete proprio due bambini» proferì irritata.
Chris appena incrociò lo sguardo con quello del mio migliore amico sorrise imbarazzata, mentre lui si limitò solamente ad avvicinarsi noncurante, mentre ci scambiavamo occhiate brutali.
«Christine, lei è Rob» mi presentò Bred.
La ragazza mi porse la mano sorridente.
La ignorai.
Christine era una persona gentilissima, solare, paziente, sorridente: semplicemente perfetta per Bred ed impossibile da odiare. Eppure io ce la mettevo tutta per farlo, statene certi.
«Ti consiglio di stargli alla larga» sentenziai prendendo una bottiglia di birra dal frigo ed andandomene in camera mia.
«Scusala, Chris,» la pregò Freddie, «fa così con tutti, non è colpa tua».
«È sociopatica» esordì Bred.
«Semplicemente non è molto gentile» lo zittì la corvina.
«È pazza» continuò il mio migliore amico.
«Ha solo bisogno di una solita quotidianità» replicò Freddie.
«È manesca» concluse Bred.
«Non le piacciono molto le persone, tutto qui» ribatté Friederike.
«Scusa, Christine» esordì Jeff, prima di raggiungermi.
«La devi smettere di fare così» pretese una volta entrato in camera mia. «Lei potrebbe essere la ragazza giusta per Bred, non puoi farlo odiare così».
Me ne stavo zitta su una sedia senza fare il minimo rumore.
«Io faccio parte della vita di Bred» aggiunsi dopo un po'. «Sono una parte di lui, del suo passato, almeno. Se quella ragazza non mi accetta, allora non accetta il mio migliore amico».
«E tu? Tu la accetti?»
Alzai un sopracciglio biondo indagatoria.
«Che vuoi dire?» chiesi scettica.
«Sappiamo entrambi che a Bred non importerà nulla se tu odi o meno la sua ragazza. Siamo sicuri, però, anche del fatto che a lui importerà eccome se alla sua ragazza tu non piaci. Sai bene che, se lei si lamenterà di te, Bred la mollerà all'istante» spiegò.
«Già...» concordai in un sussurro.
«Quindi...» iniziò, ma lo zittii con un cenno.
«Quindi posso sfruttarlo a mio favore!» esultai entusiasta. «Grazie Jeff, ti adoro!»
«No» dichiarò lui. «Robbie, no. Non lo faresti mai».
«Ah, no?!» sbottai. «E, sentiamo, perché mai non lo farei per nessun motivo?»
«Perché lo feriresti. E lui non ti perdonerebbe. Mai».
Complimenti a Jeff che in quel momento aveva fatto una cosa strabiliante: azzerato in mezzo secondo tutta la mia felicità e speranza di vittoria.
Eppure, aveva ragione.
Bred non me l'avrebbe mai perdonato.
STAI LEGGENDO
Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...