I had just kissed Dominic Beyrand

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Appena aprii la porta per uscire, mi ritrovai davanti Freddie al settimo cielo, che mi spinse di nuovo dentro la stanza e chiuse la porta.
«Stavi uscendo, vero?» domandò.
«Certo, non vado mica in giro per un hotel macabro».
«Per fortuna, sono venuta giusto in tempo... Su, avanti! Non guardarmi così, apri l'armadio e fai vedere cos'hai portato!» ordinò impaziente.
Non mi diede il tempo di fare un passo, si fiondò sui miei vestiti come un avvoltoio e spulciò tra le mie cose con disinvoltura.
«Ma dove li hai comprati? In un negozio per operai?» borbottò prendendo in mano una maglietta.
«Li avevo appena piegati» sbuffai.
«Piegati?!» esclamò stizzita.
«Lascia stare».
«Ok, non c'è nulla di carino, ti presto qualcosa» sentenziò sospirando.
Stavo per acconsentire sfinita, quando ricordai che tipo di abiti era in grado di mettere la mia amica.
«No!» supplicai. «Quella regola vale solo per quando saliamo su un palco, ricordi?»
«Ma stai uscendo!» mi ricordò. «Con un bel ragazzo, per giunta!»
«Perché io non sono bella?» chiesi sarcastica.
«Hai un viso carino» rispose noncurante continuando a setacciare l'armadio.
«Parla il coniglio pasquale! Vuoi una carota? È l'unico alimento che non ti finisce tra i denti, no?»
«Stavo scherzando» proferì alzando gli occhi al cielo, prima di lanciarmi una maglietta. «Tieni e... sì, cambiati anche i pantaloni, non so come fai a stropicciarli in quel modo».
I suoi erano perfettamente puliti e senza nemmeno una piega dopo ore di viaggio.
Afferrai al volo i vestiti che lanciava.
«Su, presto! Dopo devo anche truccati e non ho tutto il giorno!»
«Cosa?! Fred', per l'amor del cielo, non sto uscendo con un marchese!» ribattei.
«Devo per caso obbligarti, tesoro?»
«Sì, va bene, come vuoi» acconsentii sbuffando.
Incrociò le braccia ed aspettò paziente.
«Potresti uscire?» chiesi.
«Conoscendoti, scapperesti dalla finestra: non voglio correre rischi» esordì.
Scossi la testa rassegnata e mi cambiai velocemente, prima di osservare il suo volto sotto shock.
«Alleluia!» esultò la corvina scuotendo la testa e tornando sorridente. «Non eri così carina da quando ti ho incontrata cinque anni fa!»
«Questo vuol dire che non mi truccherai?»
«Questo vuol dire che dovrai essere più presentabile possibile!»
Mi trascinò nella sua camera e mi fece sedere su uno sgabello.
«Fred', sto per picchiarti» annunciai.
«Tanto non lo faresti mai» ribatté calma cercando i suoi trucchi.
«Ti prego, vorrei solo... AHI!!!»
«Vuoi stare un po' ferma?!» mi redarguì.
«Che diamine...» sussurrai, prima che la ragazza mi bloccasse le labbra con le dita e passasse una leggera dose di rossetto.
«Ok, puoi specchiarti» annunciò riponendo il trucco.
«Non oso farlo» rivelai andandomene.
«Un'ultima cosa» annunciò afferrandomi il polso.
La osservai alzando un sopracciglio.
«Non so cosa tu abbia fatto alla tua povera schiena, Rob, ma cerca di non farlo vedere a Dominic, ok?»
«Come hai...?»
«Pronto? C'è qualcuno in quella zucca vuota? Ti sei appena cambiata davanti a me!» mi ricordò.
«Oh... Beh, ok, non credo che... sì, va bene, farò in modo che non se ne accorga, perché? Fa così tanta impressione?»
«Ero sul punto di vomitare e scappare» spiegò sincera.
«Ecco perché avevi quella faccia...»
«Già, ma credo sia una reazione normale a... quella cosa».
Scrollai le spalle.
Non ne avevo idea, eppure Bred non mi era sembrato così nauseato, anzi. Il suo viso aveva avuto l'aria più preoccupata che orripilata, sembrava quasi in grado di compiere un omicidio.
Appena uscimmo dalla stanza, incontrammo – indovinate un po'! – il mio migliore amico.
Nel momento in cui il suo sguardo si spostò su di me, rimase pietrificato per un po', prima di scoppiare a ridere.
«Oh, andiamo!» esclamai spingendolo di lato. «Non sono così orribile!»
«Infatti, sei stupenda!» ribadì Friederike. «Quella di Bred è tutta invidia».
«Sii sincero,» dissi riferendomi al ragazzo, «come sto?»
«Benissimo come sempre, Robert» rispose ricomponendosi.
«Bene,» annunciai, «allora, vado».
Scesi le scale alla velocità della luce ed uscii dalla porta di vetro, prima di scontrarmi contro qualcuno.
«Scusi» borbottai massaggiandomi la fronte.
«Vedo che non ci sbarazzeremo mai di questa abitudine, eh, Robbie?» chiese Dominic sorridendo.
Quando alzai lo sguardo verso di lui, per un po' mi mancò il fiato. Freddie aveva proprio ragione, era decisamente un bel ragazzo.

«Allora,» iniziò Dominic, mentre camminavamo su un marciapiede tra la fioca luce dei lampioni, «non te l'ho mai più chiesto, ma com'è andata con quel litigio col tuo amico?»
Sospirai. «Probabilmente, è tutto ok per lui... Io, a dir la verità, non ne ho idea...»
Mi osservò con la massima attenzione, come se ogni cosa da me detta fosse d'importanza cosmica.
«Insomma, io non posso continuare a vivere con lui... ma non esiste che non sia il mio migliore amico... E... e ora ha una ragazza fantastica... Il punto è: se si fa una vita bellissima, io cosa c'entro in tutto questo? Potrebbe benissimo decidere di andarsene e di lasciare alle spalle le nostre corse al bar dai cornetti caldi dopo i concerti delle quattro del mattino... o le ore passate a decidere cosa vedere in televisione per poi non vedere assolutamente nulla... o tutte le volte che abbiamo aspettato Freddie fuori dal bagno per uscire e poi scoprire che aveva scelto solo la cintura... o...» mi sfiorai il ciondolo sul collo e mi sentii soffocare. «Non saprei continuare a vivere con lui, ma non riuscirei a vivere senza di lui... Scusa, sono strana».
«No» sussurrò lui continuando a sorridere dolcemente. «Tutto ciò che dici è così bello...»
Per un attimo dimenticai perfino di respirare. I suoi occhi erano come magnifiche lanterne scure che illuminavano il tramonto.
Mi sfilai il ciondolo regalatomi da Bred.
"Non stasera" dissi tra me e me. "Non rovinerete questa sera, stupidi ed inutili ricordi."
Lo feci scivolare al sicuro nella tasca e mi parve di aver abbandonato per sempre una parte di me.
Ma non preoccupatevi, sarebbe tornata presto; sono sicura che quella me, dovunque io vada, prima o poi sbucherà sempre fuori.
«Lo pensi davvero?» chiesi in un sussurro.
Di solito ciò che dicevo era offensivo, vendicativo, inutile, completamente privo di senso... eppure lui lo considerava bello.
Non era l'unica persona a farlo, ma, come già sapete, non davo molto peso alle premure di Bred.
«Certo, è impossibile pensare il contrario» proferì accarezzandomi la guancia e giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
Sarei potuta benissimo svenire quando, non chiedetemi assolutamente come, mi resi conto di avere il suo viso a un millimetro dal mio... certo, prima di sentire le sue morbide labbra poggiate sulle mie.
Dominic Beyrand mi aveva appena baciata.
Io avevo appena baciato Dominic Beyrand.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora