Breakthru

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Vi ho detto che quando sarebbe venuto il momento di Debbi Leng ci saremmo divertiti, non è vero?
Devo comunicarvi che, in ogni caso, Bred sarà quello che si divertirà di più.

Sì... Guardatelo come inizia a ghignare!

Bri, smettila, sii empatico per una volta in tutta la tua egoistica vita, ok?

Sì, hai una vita egoistica...
Ricordo benissimo il 1992, taci un po'...

«Vorrei tanto scoprire a quanti decibel potrei spingere la tua voce, Robbie Meddows Taylor» esordì.
Lo vidi avvicinarsi ghignando.
«La battuta non faceva ridere, comunque» proferii allontanandomi disgustata.
«Non era una battuta, vorrei davvero sapere quanto potrei farti...»
«Che succede?» domandò Bred irrompendo momentaneamente nel discorso.
Aveva la sua chitarra in mano ed uno sguardo assassino rivolto verso Deb.
«Debbi Leng» si presentò lui porgendogli la mano.
Il mio migliore amico lo ignorò. «Rob, c'è tuo marito fuori, ti aspetta».
Gli sorrisi grata e sgusciai da Freddie, che stava sistemando un paio di scatoloni accanto al muro.

Breakthru.
Tutta colpa di Breakthru.
Io odio quella canzone.
La odio. La odio. La odio. La odio.
Nonostante avessi contribuito a produrla, la odio.
La odio quasi quanto Bred.
Anche se il rapporto che ho con Bred potrebbe essere paragonato all'ossessione di un drogato con degli stupefacenti.
Insomma, odio Breakthru.

Avete capito, no?
Io odio Breakthru.

E non solo.
Odio il fatto che Friederike ci convinse a fare un video musicale del pezzo aiutata da un suo vecchio amico.

Odio Breakthru.

All'interno del fatto, però, c'è una storiella divertente.
Conoscete il mito sulla dipendenza di Freddie dalla droga, no?
Eppure, lei non si drogava.
Come si è accesa la scintilla della menzogna?

Eravamo all'ingresso di quello stramaledetto studio e, ovviamente, c'erano dei fottuti giornalisti.

Potevano mancare?

Friederike cercava di evitarli per ovvi motivi da quando aveva scoperto di avere l'AIDS, ma si facevano trovare dappertutto.

«Si può descrivere in tre aggettivi?» pretese uno.
«Bella. Bellissima. Stupefacente» acconsentì lei.
«Scusi, ma "stupefacente" in che senso?»
La corvina scoppiò a ridere. «Che mi drogo».
La trascinai dentro prima che potesse peggiorare la situazione.

Che amica fantastica che sono, eh?

Solo tu non mi apprezzi, Bred.

Scoprimmo che questo vecchio amico di Freddie era, appunto, Debbi Leng, un attore (non chiamatelo mai modello) da due stupendi occhi color polvere.
Non cadete nella trappola.
Non ci cadete.
Non fate anche voi quest'errore.

A differenza mia, Friederike non era una brava amica.
Per niente.

«Quanti saranno stati? Dieci anni?» domandò Deb sorridendo.
Freddie si sedette accanto a lui. «Poco più di tredici».
«Ti ho lasciata da sola un secondo e ti ritrovo una pazza truccata come non mai, arzilla e felice su un palco con delle scarpe come quelle di Ermes?»
«Mercurio, Deb, non Ermes» corresse lei.
«E tu te ne intendi di mitologia, Farrokh Bulsara?»
Friederike alzò le iridi azzurro elettrico al cielo, prima di sorridere.
«Mi hai fatto venire un'idea» annunciò soddisfatta.

Meglio di no, Fred', magari un'altra...

«Spara» ordinò il biondo.
«Ti devo far conoscere una mia amica, devi farmi un piacere».

...volta...

«Un piacere?» ripeté. «Di che tipo?»
«Vedi lei?» chiese indicandomi.
Il ragazzo annuì.
«Si deve sposare a dicembre» continuò.
«Così mi spaventi, Freddie».
La ragazza sorrise. «Ma no, dai, ti ricordo come un donnaiolo».
«Lo sono ancora».
«Dominic la sta... leggermente trascurando».
«Dominic? Il suo ragazzo? E tu come lo sai?»
«Lo pedino da dieci anni, ma sono dettagli irrilevanti: non è questo il punto».
Debbi scoppiò a ridere.
«Una notte con lei, Leng, accetti?» chiese alzando un sopracciglio scuro.
«Va bene».
«Mi raccomando, non prenderti nessuna cotta, niente smancerie, non voglio rovinare un matrimonio».
«Freddie, con me sei in una botte di ferro» rispose lui ghignando.

Certo, come no.
Una botte di ferro di 'sto cazzo, 'sti due sono peggio della mafia russa.

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora