Corsi in cucina e lanciai sul tavolo un mucchio di fogli.
Saranno state almeno le otto del mattino di sabato e davanti ai miei occhi c'erano solo Bred e Jeff.
«Che roba è?» chiese il mio migliore amico con tono schizzinoso dando un'occhiata alla carta.
«I'm in love with my car» sorrisi.
«I'm in love with... Che?» ripeté Jeff.
«I'm in love with my car» sillabai alzando gli occhi al cielo. «Avete visto Freddie? Volevo che le desse uno sguardo».
«Automo-love? Davvero?» lesse divertito Bred.
«With my hand on your grease gun...» continuò Jeff ironico cercando di afferrare i fogli che teneva in mano il ragazzo. «No, davvero, ma tu cosa fai con quella macchina?»
Bred scoppiò a ridere. «Bella questa».
Gli porsi uno sguardo assassino e osservai fuori dalla finestra la figura della fumatrice sexy appoggiata alla staccionata.
«Non è che Fred' sta facendo di nuovo la stalker, eh?» azzardai sorridendo.
«È uscita» spiegò Jeff. «Non ho idea di cosa stia facendo Freddie in questo momento».
La porta si chiuse alle sue spalle.
«Che cosa starei facendo in questo momento?» chiese la ragazza sedendosi comodamente accanto a loro intorno al tavolo. «Sarebbe azzardato dire "assolutamente nulla"?»
Le porsi sgraziatamente i fogli di carta.
«Finalmente!» esclamò sospirando ed iniziando a leggere, prima di scoppiare a ridere.
«Commenta parole come "Got a feel for my automobile" o "Automo-love" e giuro che ve le do di santa ragione» sbottai.
«Non mi importa delle parole, non siamo a scuola, Rob» proferì. «Ma, visto che non posso prenderti nemmeno un po' in giro, ti consiglio solo di aggiungere un po' più di tum-tum-tum».
Questa volta fu Bred a non riuscire a trattenersi dal sottolineare la stranezza del momento con una sguaiata risata.
«Tum-tum-tum» ripetei cercando di rimanere seria.È provato, ragazzi: quando crolla dal ridere lui, aspettate cinque secondi che poi ci finisco dentro anche io.
«Tum-tum-tum» concordò il mio migliore amico tra una risata e l'altra.
«Fred', forse in africano...» incominciai, ma Jeff mi corresse.
«Non è africano, è swahili» precisò.
Lo pugnalai con lo sguardo e ritornai a riferirmi a Friederike.
«Forse in Tanzania le parole "tum-tum-tum" hanno un qualche significato poetico e spirituale molto nobile, ma ti assicuro che per me non significano un cazzo».
«Non so suonare la batteria, ok?» si giustificò scrollando le spalle con leggerezza come era solita fare. «Solo, non so, firmala con qualche suono assordante e spacca timpani alla Robbie».
«Molto brava con i complimenti» la schernì Bred.
«Rendila tua» lo ignorò Freddie. «E non si devono usare le parole per fare questo».
Detto questo si alzò e si avvicinò alla porta dalla quale poco prima era entrata.
«Parla quella che scrive pezzi in cinque secondi!» cercai di urlarle dietro, ma era già sparita.
«Tum-tum-tum» continuò a ridere Bred.
«Oh, andiamo!» esclamai scoppiando a ridere anch'io.Già, è scientificamente provato, non c'è assolutamente nulla da fare.
«Tum-tum-tum» continuò imperterrito, così gli diedi una spintarella, prima di sussultare nell'udire il campanello.
Jeff scattò in piedi ed andò ad aprire, prima di tornare da noi a capo basso.
«Chiamate Freddie» ordinò piano. «È urgente».
Bred annuì ed obbedì alzandosi, tornando dopo poco tempo con la ragazza al seguito.
Nell'esatto momento in cui la corvina apparve nella stanza, la figura della signora Bulsara venne avanti andandole incontro, mentre Bred e Jeff si rifugiarono al mio fianco.
«Merda» sussurrammo all'unisono, rendendoci conto di quante radio avevano trasmesso da tempo Bohemian Rhapsody.
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...