London, 1970

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Londra, 1970

I due ragazzi si sedettero sul divano. Di lì a poche ore sarebbero rimasti senza lavoro e senza un amico.
«Facciamo un patto» decretò il castano. «Robbie è fuori, non può sentirci, quindi abbiamo a disposizione tutti i pegni del mondo, ok?»
L'amico lo osservò scettico, prima di scrollare le spalle.
Cos'aveva da perdere? Nulla, ormai aveva già perso tutto.
«Va bene» acconsentì.
«C'è la possibilità, Bred, che domani saremo costretti a separarci, ognuno per la strada che si è creato al di fuori della musica. Facciamo un patto: se ci accadrà qualcosa di stupendo nella vita, dovremmo dargli qualcosa che ci faccia per sempre ricordare gli Smile».
«Ok, Jeff».
«Io sceglierò cosa dovrai fare tu e tu sceglierai cosa dovrò fare io».
Bred annuì non troppo convinto.
«Bene, inizia tu» proferì Jeff.
Bred ci pensò per un po'. «Quando nascerà il tuo primo figlio dovrai chiamarlo Robert... o Robbie se sarà femmina».
Jeff sorrise.
«Va bene» sospirò. «Ora... Visto che ci tieni tanto alla cara Rob...»
«Che tanto cara non è» lo interruppe lui.
«Se tu dovessi avere un figlio, dovresti regalare a Robbie una macchina nuova» decise.
«Perché sento del "farai un figlio con lei" in questa frase?» domandò Bred alzando un sopracciglio.
«Beh, comprando questa casa, tu hai salvato tutti, troverò il modo di salvare io te da questa situazione e, se non dovessi riuscire, troverò una persona che riuscirà a farlo. Lo giuro».
Il ragazzo scosse la testa divertito.
Ma non c'era niente da ridere per lui.
Era solo un'alternativa al piangere.
Un'alternativa a stare male.
«Ogni promessa è un debito» replicò Jeff.
Bred poggiò la schiena allo schienale del divano. «Se lo dici tu...»

Mi chiamavano "Regina"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora