A pensarci bene, la cosa più esilarante del 1977 accadde il 15 novembre.
Appena aprii gli occhi, sentii la porta chiudersi.
Uscii fuori dalla camera e vidi Freddie con un'enorme maglietta spaiata, ovviamente non di sua proprietà.
Due più due fa quattro, chi hai portato a letto di soppiatto?
Oddio, buona questa, me la devo segnare.
«Fred', chi c'era?» chiesi sbadigliando.
Scrollò le spalle. «Una tizia che ieri mi ha offerto una birra».
«Come si chiama?»
Ci pensò su, prima di scuotere la testa come un gattino. «Non me lo ricordo».
Scoppiai a ridere.
Quello non era da Freddie.
Freddie era sentimentale, romantica, egocentrica.
Insomma, la mia amica non rispondeva "Non me lo ricordo" ad una domanda del genere.
Poteva rispondere "Non me lo ricordo" ad una domanda su una città appena visitata, ma neanche.
Sì, Fred' aveva un pessimo senso dell'orientamento compensato solo dai suoi ottimi voti in geografia.
«Sul serio, chi era?» riprovai.
Mi osservò scocciata. «Ti ho detto che non ne ho idea!»
«Perché non ho sentito niente?»
«Perché russi come una camionista».
«E tu che ne sai?»
«Me l'ha detto Bred» spiegò con noncuranza.
«Digli che si... E Bred che ne sa?»
«E lo chiedi a me?»
«Sì, perché...»
La porta si aprì e Bred entrò correndo. «Non ho tempo di spiegare, mi serve una di voi... Che avete da guardare?»
«Io russo?» domandai incrociando le braccia.
«Sì, e anche tanto» rispose velocemente. «Una di voi due venga con me».
«Cos'è? Un sequestro di persona? Modera i termini, mvulana, prima che ti dia un bel punch usoni» esordì la corvina con aria minacciosa.
Bred mi osservò scettico. «Ma l'hai drogata?»
«Lascia stare, che ti serve?» chiesi.
«Una persona sobria... Non è che mi metteresti in sesto Freddie? È più... ehm... adatta».
«C'è della birra in frigo, non ho problemi a dargliela, se me lo chiedi così gentilmente» proferii retorica.
«Ok, va bene, sei adatta anche tu, ora me la prepari?»
«Io sono in sesto, potrei andare anche ad un colloquio di lavoro, se ci fossero gatti in palio... o se avessi bisogno di un lavoro, cosa di cui posso fare a meno da quando ho Delilah... cioé, Rob... cioé, voi... Comunque, sono perfettamente in sesto!»
Bred si voltò e mi porse un'occhiata seria. «L'hai drogata».
«E con cosa?! Con vomito di unicorno e forfora di fata?!»
Il mio migliore amico sbuffò spazientito. «Ok, Rob, preparati e andiamo, mi servi».
«Così romantico...» sospirò Freddie.
La spinsi su una sedia.
«Visto che sei qui, fai qualcosa di utile: controlla la tua amica» ordinai a Bred.
«Ma ha detto di stare bene!» ribatté lui.
Lo fulminai con lo sguardo e corsi in camera mia.«Dove andiamo?» gli chiesi chiudendo gli occhi come promesso.
Sentii la porta chiudersi.
«Formula meglio la domanda».
Annusai l'aria.
C'era odore di carburante, ma di certo non era quello di Baby, era sottile, quasi impercettibile e una macchina vecchia non avrebbe dato quell'impressione.
«O il vicino ha acceso la sua auto nuova, o tu hai combinato un casino e ti devi far perdonare» ipotizzai.
«Apri gli occhi».
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Mi chiamavano "Regina"
Teen FictionAvere un obiettivo è la più grande dichiarazione di guerra che fai a te stesso. Sai di dover lottare. Sai di dover resistere. Sai di dover annientare pregiudizi e vecchie tradizioni. Non mi aveva mai detto nessuno che mi sarebbe costato il mio s...