32.parole in quel di Melbourne

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"Dale Andromeda! La macchina mica ci aspetta!"
"¡Dame un segundo Carlos! ¡No tengo piernas largas como las tuyas! (=dammi un secondo Carlos! Non ho le gambe lunghe come le tue!)"

Odio quando devo correre dietro i piloti.
Solo Yuki mi può capire.

"Avanti nanerottola"
"Ei! Non sono una nana, solo che non sono alta un metro e ottanta, ok?" dico facendo la finta offesa.
"Nemmeno io" dice Carlos ridendo.
"Avanti, sai che intendo"

Siamo atterrati a Melbourne e sono felice che le 20 e passa ore di volo siano finite.
Stavo per impazzire dentro quell'aereo.
Mai più qualcosa del genere.

"Mi sento rincoglionita" dico una volta seduta su un sedile dell'auto.
"Jet lag signorina, soprattutto dopo tutte ste ore di viaggio"
"Ma voi come fate a stare così bene?" chiedo.
"Abitudine ti direi" risponde Charles.

Arriviamo in hotel, facciamo il check-in e, stranamente, ho una camera singola.
"Almeno non puoi rimanere chiusa fuori" dice Charles porgendomi la carta.
"Tenterò di non lasciarla dentro come in Bahrein" gli dico con un sorrisetto un po' arrogante.
Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: "in caso succedesse comunque, la mia stanza è di fianco alla tua" mi fa un occhiolino e se ne va.

Una dannazione è quel ragazzo.
Solo quella.

"Simpatico!" gli urlo io di rimando quando ormai si stanno chiudendo le porte dell'ascensore con lui dentro.

"Chi è che fa il simpaticone?" sento dire dalla porta d'ingresso dell'hotel.
"Leclerc. Gli piace fare il simpaticone"
"Mi sa che dovrai patire un bel po' tesoro" dice Pierre dandomi un bacio sulla guancia.
"E siamo solo alla terza gara" dico ridendo.
"Diventa più simpatico col tempo" dice prendendo anche lui la sua chiave e offrendosi di portarmi la valigia.

"Tu devi smetterla di indossare questi tacchi quando viaggi" mi dice Pierre una volta entrati nella mia stanza.
"No allora ti spiego. In volo ero in ciabatte in pratica, però quando scendo li devo mettere. E' una specie di accordo che abbiamo fatto e poi dai, sono carini neh?" dico indicando i miei bellissimi tacchi rossi.
"Rosso ferrari, sono per forza belli"
"Belli come chi li porta" momento egocentrico? Certamente.
"Oh mon dieu, comme tu es égocentrique"
"Guarda che ho capito" dico facendogli la linguaccia.
"E io che speravo non ci arrivassi"
"Finchè parli poco e lentamente, qualcosa dovrei capire"
"Ne prendo nota" dice abbracciandomi da dietro e cominciando a baciarmi il collo.

"Pierre"
"Mh?" dice continuando.
"Non so quanto convenga adesso"
"Dici?"

Vi infrango tutti i sogni: non abbiamo mai fatto nulla.
Letteralmente nulla.
Ci stuzzichiamo come se non ci fosse un domani, ma non siamo mai andati oltre.
E poi, beh, non c'è stato il tempo effettivo.

Fa scivolare le sue mani sui miei fianchi e appiccica ancora di più la mia schiena col suo petto.
"Mh Pierre" dico chiudendo gli occhi e inclinando di più la testa.
"Dimmi mademoiselle"

Mademoiselle.
Il nome che ogni tanto utilizzava Charles.
Non riesco a non collegarlo a lui. Non ci riesco proprio.

"Non penso sia davvero il momento adatto" dico staccandomi e girandomi verso di lui.
"Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?" mi chiede con sguardo interrogativo.
"Nono è solo che sono stanca e tra poco dovrebbero chiamarmi per il badge... il weekend di gara è lungo" dico avvicinandomi per cercare di salvare la situazione.
"Magari ti perdono dai" dice facendo la faccia da cucciolo e abbracciandomi.

"Solo quando sarai pronta" mi dice poco prima di lasciare la stanza per raggiungere il suo team.

Charles: Mademoiselle, la stiamo aspettando giù nella hall per il badge. Muovi il culetto

Ecco, ti pareva che i due non fossero telepatici.
Odio quando Pierre mi dá dei nomignoli già assegnatomi da Charles... sono tutti in francese e alla fine sono tutti gli stessi.

Il problema è che mi piacciono di più quando me li dice Charles.
E non penso vada bene.

"Eccomi qua" dico una volta nella hall.
"Il badge per il paddock signorina" dice Mattia allungandomi la tessera.
"Perfetto. Domani a che ora?"
"Domani è solo media day, perciò arriva tranquillamente quando vuoi di mattina, tanto la riunione è alle 14"
"Va bene capo, a domani allora"
"Buona notte Andromeda" e mi dà un abbraccio veloce.

Salgo su per le scale e mi fiondo dritta dritta sul mio morbido materassino.
"Divino questo letto" dico mettendomi a stella sul letto matrimoniale.

Ovviamente, però, pure il paradiso ha una fine perché sento qualcuno bussare alla porta.
"Chi è?"
"Charles"
No, cazzo, non te.

"Perso la chiave?" chiedo ridendo.
"Volevo compagnia" dice indicando un sacchetto con quelli che sembrano dei donuts.
"Come mai hai il broncio?" c'è qualcosa che non va in questo monegasco.
"Problemi con Charlotte. Se per caso ti ho disturbata dimmelo che vado a mangiarmeli da solo" dice facendo già dietrofront con il volto molto molto cupo.
"No no Charlie, vieni. Ti prego" non mi piace quando è triste e sconsolato così.

Entra, appoggia il sacchetto e si siede sul letto mettendosi le mani in faccia.
"Charles" mi siedo di fianco a lui e aspetto che dia segno di qualcosa.
Rabbia, tristezza, qualsiasi cosa.

Dopo due minuti sento solo una cosa: singhiozzi.
Gli tolgo le mani dalla faccia e vedo che sta piangendo.
"Charles" mi alzo e mi metto davanti a lui.
Gli asciugo le lacrime con le dita e lo sprono a raccontarmi tutto... l'unica cosa che fa, però, è appoggiare la testa sulla mia pancia e piangere ancora di più.

Sembra un pianto represso e bisognoso... come se tenesse dentro queste cose da troppo tempo e adesso stessero uscendo senza controllo.
"Shh tranquillo, va bene così. Sfogati. Con me puoi" dico accarezzandogli la testa sperando di calmarlo.

Dopo un po', non saprei dire quanto, sembra calmarsi e mi risiedo di fianco a lui.
"Sto mandando tutto a puttane come al solito. Dovevo scriverle quando siamo atterrati e non l'ho fatto. Oggi usciva una nuova produzione del suo brand e non le ho fatto nessun tipo di augurio... l'ho chiamata prima per scusarmi di tutto ciò e ha cominciato ad urlarmi addosso le peggio cose, tutte meritate ovviamente"
"Cosa ti ha detto?"
"Che sono narcisista, che penso solo a me, che devo rimettere la testa a posto altrimenti non andrò da nessuna parte, che non basta essere un bravo pilota per essere una bella persona e vabbè, poi mi ha detto che probabilmente non la amo più, che sto con lei solo per abitudine e non trovo le palle di lasciarla vedendo la situazione" ahia, parole dure e pesanti. Magari alcune sono vere, ma sono comunque difficili da buttare giù.

Non penso proprio che Charlotte abbia detto queste cose con cattiveria, ma è solo ferita e delusa. Però così ha ferito e deluso anche lui.

"Probabilmente era solo arrabbiata e ferita. Non sei narcisista, sei una bella persona e hai tante cose per la testa in questo momento. Non so cosa ti passi per la testa riguardante la vostra relazione, ma devi essere deciso su questa cosa. Non puoi tenerla su un filo del rasoio perché non sai che fare" dico prendendogli una mano per rassicurarlo.

Questo discorso mi ricorda troppo quello che mi ha fatto Benny qualche giorno fa. Uguale identico.
Sembro un clown a ridire le stesse parole sapendo la cavolata che sto facendo anche io.

"Lo so, ma non so che fare. Sono confuso e pieno di dubbi"
"Parlatene una volta che te torni a Monaco. Capitevi un attimo e capite se potete andare avanti o è meglio concludere il tutto e lasciarvi da amici. Fallo per te e per lei. Siete brave persone, capirete"
"Grazie, sei davvero speciale" e appoggia la sua testa sulla mia spalla, sospirando.

Chissà cosa gli passa per la testa in questo momento.


Angolo autrice
Buonasera signore❤
Dopo un weekend di assenze, dovute principalmente agli orari improponibili della f1, sono tornata con un altro capitoletto della storia!
So che vi piacciono i drama... vi dico solo PREPARATEVI

Predestinati ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora