88.casa dolce casa

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"Casa dolce casa" dico io mettendo piede, per l'ultima volta, nella casa a Milano.
Siamo riusciti a venderla in tempo brevissimo e, così, dopo nemmeno due settimane dalla fine della stagione sono riuscita a chiudere il contratto.

Lo ammetto, avevo già avviato da qualche mese le pratiche per la vendita e per questo ci ho messo un nanosecondo a chiudere tutto quanto, quindi direi di aver fatto una mossa strategica.
Diciamo che mi ero resa conto della possibilità di andare a Monaco, quindi avevo preso la palla al balzo.

"So che è dura, ma sai che Monaco è lì pronta per te" dice Charles dandomi un bacio sulla testa.
"Certo che lo so, è solo strano pensare di lasciare questa casa dopo così tante avventure... non sai quante minchiate sono successe qua" dico ripensando a tutte le mie bravate all'università. Papà, spero tu non le saprai mai.
"Non so neanche se voglio sapere" dice scuotendo la testa e prendendo l'ultima scatola.

"Fortuna che avevo poche cose" dico chiudendo la porta per davvero l'ultima volta.

Ieri sera io e i miei vecchi coinquilini abbiamo fatto una specie di festa d'addio ed è stato strano rivederci tutti lì e, soprattutto, vedere i successi che ognuno di noi ha avuto.
"Pronta?" dice Charles prendendomi per mano.
"Sì. Ora vediamo chi arriva prima a casa" dico ridendo.

Sì, dobbiamo tornare a Monaco con due macchine diverse perchè devo portare il mio gioiellino lì, ovviamente.
"Se sfrecciassi alla maniera seria sai che arriverei prima io" dice dando una "pacca", se così possiamo dire, alla sua magnifica macchina.
"Scusa se non ho una Ferrari" dico facendogli la linguaccia.
"Hai comunque una delle più belle Mercedes sul mercato a parer mio... Toto sarà felice" 
"Smettila di fare il permaloso" dico salendo in macchina e vedendo Charles salire nella sua.

Che partino le infinite ore di guida.

Ovviamente stiamo al telefono per la maggior parte del mondo, che ve lo dico a fare.
Non ci stanchiamo mai l'uno dell'altro.

Alla fine, come si poteva ben immaginare, arriva lui per primo, anche se di pochissimo.
"Ho vinto" dice chiudendosi la porta di casa alle spalle e mettendo giù le ultime scatole.
"Solo perchè conosci meglio Montecarlo. Fino a Ventimiglia ero io quella davanti" dico facendogli il medio.
"Uhuh permalosetta che non sei altro" dice dandomi un pizzicotto sul fianco.
"Ahia!"
"Come se ti avessi fatto male seriamente" 
"Guarda che mi hai fatto male" dico cercando di fare la seria.
"Amore oddio, scusami, stai bene?" dice venendo verso di me già con la faccia colpevole.
"No guarda, mi hai fatto male" dico indicando il punto in cui mi ha dato un pizzicotto. E' troppo semplice prenderlo in giro. Sarò cattiva, è vero, ma ci casca troppo facilmente.
"Fammi dare un bacino che così passa tutto" si inginocchia e mi dà tanti bacini sul fianco.

Ok, qua la situazione sta per degenerare, vi avverto.

"Meglio?" dice rimanendo sempre in ginocchio e guardandomi nell'anima praticamente.
"Sisi" dico cercando di ricollegare con il mondo.
Lui si rialza con un sorrisetto sulle labbra e va a portare le scatole in camera.

"Ok Andromeda, respira" dico appoggiandomi un attimo ad un mobile. Incredibile l'effetto che mi fa questo ragazzo... e ora dovrò conviverci 24/7. Aiutatemi.

Sono ancora assorta nel mio momento zen da autocontrollo quando sento qualcuno cingermi la vita da dietro e cominciando a baciarmi la spalla. E qualcuno è proprio lui, Charles Leclerc signori e signore, chi altrimenti?

Fa scendere le mani sui fianchi, portandone poi una sulla coscia e l'altra sul fondoschiena e continuando a baciarmi il collo. E pensare che stasera abbiamo un galà di beneficenza per la fondazione Jules Bianchi fondata dal padre... Dio placa gli ormoni di questo ragazzo altrimenti non ne usciamo più.

Predestinati ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora