76.montagna (pt.2)

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"Sei stupenda cherie"

Ci stiamo preparando per la cena e l'hotel ha imposto un dress code elegante, quasi evento gala.
Fortunatamente ce lo avevano detto già alla prenotazione, perciò siamo venuti preparati.

"Anche te sei una meraviglia. L'ottava meraviglia" dico io sistemandogli il papillon.
"Così mi fa arrossire" dice girandosi per non farsi vedere.
"Beh, è vero. Guardati che bellezza" gli giro intorno e gli faccio dei fischietti.
"Mi stai molestando per caso?" chiede ridendo e venendo verso di me.
"Non penso signor Leclerc. Faccio apprezzamenti al mio ragazzo. Penso di poterlo fare"
"Puoi fare tutto ciò che vuoi"

Finiamo di sistemarci e io sto cercando disperatamente le scarpe.
"Non trovo le scarpe" dico impanicata. Non posso mica andare in vans.
"Spe che vado in macchina... magari le abbiamo lasciate lì" mi dà un bacio veloce e vola a vedere in macchina.

"Eccole Cenerentola" guardo nelle sue mani e vedo i miei adorati tacchi.
"Mio salvatore" dico prendendo i miei decolté.
"Te le metto io principessa che poi ti si rovina l'abito" mi fa sedere sul letto e si inginocchia davanti a me per mettermi le scarpe.

Penso di starmi sciogliendo a questa vista.
Mi mette la prima scarpe e poi passa alla seconda.

Una volta messa la scarpa sinistra comincia ad accarezzarmi tutta la gamba, partendo dalla caviglia fino alla coscia e non mi toglie mai gli occhi di dosso.

Questo ragazzo può passare dal principe azzurro fino al più grande seduttore.
Mi fa impazzire.

"Ti ricordo che abbiamo una cena" dico sussurrando praticamente.
"Ripeti più forte che non ti ho sentito" la voce sembra quasi morirmi in gola quando incontro quelle sue iridi verdi chiare.

Mi schiarisco per bene la voce e ripeto: "abbiamo una cena", ma lo dico con meno sicurezza di prima.
Un solo gesto mi ha mandato in tilt tutto il cervello.

"Mancherebbero 20 minuti per la cenetta" e si avvicina al mio volto, spostando lo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.
"Pensavo di meno" ok, non so più cosa sto dicendo.

La famosa mano che era sulla mia coscia comincia a salire sempre di più, finchè non arriva in una certa zona proibita. O meglio, nei suoi dintorni.

"Charles" doveva essere un rimprovero, ma è suonata più come una supplica.
"Se mi dici di fermarmi, io lo faccio" lo guardo e, sinceramente, non penso faccia male a nessuno una cosina.

Lo sguardo e scuoto il capo. Col cavolo che si ferma adesso.

Mi fa stendere sul letto e si mette sopra di me tenendosi con un gomito. La manina fatata continua a muoversi e arriva proprio lì.
Sposta gli slip e comincia a muovere le dita sulla zona esterna e, nel frattempo, mi bacia tutto il collo.

La mia testa ormai è su Marte. Non la riprendo più.

Dopo avermi torturato abbastanza, decide di fare la cose serie e infila lentamente due dita continuando con i movimenti.

"Se... fai così lentamente... non... finiamo più" dico a spezzoni, ansimando.
"Shh, non ti lascio mai insoddisfatta" beh, non ha tutti i torti.

Continua con il suo giochetto diabolico e, ad un certo punto, accelera di botto e io vedo le stelle.
Inclino la testa leggermente all'indietro e afferro le lenzuola.

E tutto ciò, solo con delle dita vorrei sottolineare.

Ammetto che non ci metto tantissimo a venire e se ne accorge anche lui.
Fa un sorrisetto tutto compiaciuto e mi bacia con foga.

"Ora sono felice" dice rimanendo con le dita ancora dentro.
"Non sai io" dico riaprendo gli occhi.
"Sì, ho notato" dice ridendo e lasciandomi andare seriamente.

Predestinati ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora