"Sta cazzo di macchina deve sgasare un po' o giuro che la tampono"
Sono scesa dall'aereo poco tempo fa e ora sono sulla mia macchina che sto correndo come una pazza per andare verso l'ospedale.
Ho una vecchietta davanti, credo, e non vuole andare oltre i 30 km/h nonostante il limite sia 70 km/h."Ma chi ha dato la patente a questa, mannaggia oh" non riesco nemmeno a superarla perchè la strada è trafficata in ambo i sensi e rischio di morire se faccio cavolate.
Continuo ad andare così per altri 5 minuti e poi mi incazzo."Ma vaffanculo. Ora mettiamo in pratica ciò che vedo tutti i giorni" mi preparo a fare un sorpasso alla Hamilton, perchè mi rifiuto di fare altri 10 km così.
Sgaso, supero, torno nella giusta corsia velocissimamente e non ho creato nessun tipo di casino."Charles Leclerc chi?" mi dico da sola ridendo.
Mamma mia sembrerò pazza probabilmente, ma non dormo da più di 24 ore... ho provato a farlo in aereo, ma l'ansia mi pervadeva in continuazione e non sono riuscita a chiudere occhio per tanto.Arrivo nel parcheggio dell'ospedale, parcheggio in maniera sublime e mi fiondo dentro manco fossi indemoniata.
Non so nemmeno io come sono vestita... sono tutta in disordine, in tuta, con una felpa non mia e non so nemmeno di chi sia tra Pierre-Lewis-Charles-Carlos, i capelli che potrebbero essere buttati e ho due occhiaie che arrivano fino al pavimento e lo sfondano pure."Devo vedere Hernan Garcia" dico col fiatone alla receptionist.
"Non è orario di visite signorina" dice guardandomi preoccupata.
"Per favore, la scongiuro, faccia un'eccezione. Ho fatto 8 ore di viaggio dal Canda dopo una gara estenuante, ho guidato a 30 all'ora a causa di una vecchietta e non dormo da non so quanto. La prego, i medici non hanno permesso alla sua compagna di vederlo, fatelo vedere almeno a me" mi guarda tutta dispiaciuta e dice di andare in sala d'attesa e aspettare che faccia una chiamata.Mi siedo sulla poltroncina e aspetto un qualche tipo di risposta.
"Andromeda!" mi giro e vedo Federico venire verso di me correndo.
"Federico! Che bello vederti, anche se avrei preferito in condizioni migliori" dico alzandomi e abbracciandolo.
"Scusa le condizioni, ma è stata una corsa contro il tempo per tutto"
"Tranquilla, non mi aspettavo di trovarti raggiante dopo un weekend così e un volo infinito... te lo fanno vedere?"
"Non lo so, ha detto che faceva una chiamata... probabilmente le ho fatto pena e mi lascerà entrare. O mi ricovera nel settore manicomio"
"Dai smettila. Aspetta che ti porto un caffè" tento di fermarlo, ma insiste e alla fine lo lascio fare.Aspettiamo 30 minuti e ancora zero notizie.
"Tua madre ha potuto vederlo?"
"Nope. Solo dalla porta mentre le infermiere cambiavano dei medicinali"
"E' sveglio?"
"Più che sveglio ti direi cosciente. E' ancora un po' confuso, però ha subito chiesto di te e di dove fossi, quindi i medici dicono che sia ad un buon punto""Signorina Garcia, possiamo riceverla" ci interrompe un'infermiera.
Corriamo entrambi verso la stanzetta ed entro solo io.Sembra ancora intorpidito da tutte le varie medicine che gli hanno dato, ma ha gli occhi aperti almeno e il cuore batte nella maniera corretta.
*conversazione in spagnolo*
"Papà... ho avuto così tanta paura di perderti" dico cominciando a piangere e liberando tutta la tensione accumulata.
"Shhh niña, va tutto bene. Sono qui e niente mi smuove" dice cercando di farmi ridere. Mi accarezza la testa con una sua mano e piango ancora di più.
"Ho avuto paura di perderti e rimanere con il rimorso della nostra litigata... perchè non hai preso le pastiglie cavolo?"
"Perchè ero convinto di averle già prese, e così è stato, solo che la pressione si è alzata troppo e troppo bruscamente. Mi sa di aver bisogno di un dosaggio più alto"
"Per fortuna che c'erano gli altri, altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere"
"Non pensare al peggio. Dio e tua madre ci proteggono da lassù, ricordatelo"
"Sempre"Rimaniamo in silenzio per un po' e io mi calmo quasi del tutto vedendolo in piedi (o meglio, sdraiato)e sano.
"Mi dispiace tanto" diciamo all'unisono. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
"Vai prima tu niña"
"Mi dispiace davvero davvero tanto per le parole che ho detto. Non le penso veramente. Non penso che tu voglia sostituirmi e che tu voglia sostituire mamma... è solo che ero in un momento di sconforto e questa cosa ha incentivato ancora di più la mia rabbia. Se tu sei felice con Margherita, allora lo sono anche io. Me la farò andare bene se ti fa stare davvero bene. Magari troviamo un punto comune prima o poi" dico sorridendo. Spero davvero che tutto ciò capiti.
"Sono stato sciocco anche io. Avrei dovuto parlarne anche con te prima di essere così precipitoso... non è detto che io e lei ci sposiamo davvero, niña, è solo che mi trovo finalmente in pace dopo tanti anni. Tu hai la tua vita, i tuoi amici, il tuo fidanzato e io non posso continuare a intrufolarmici. So che c'è un posto nel tuo cuore per me, ma so anche che non puoi venire qua a Monza ogni due per tre e non ti biasimo.
Margherita mi fa stare bene e la voglio vicino a me... per questo volevo chiederti se a te andasse bene che lei venisse ad abitare a casa. Non voglio che tu pensi che voglio sostituire la mamma, ma almeno così sarei sempre sorvegliato e meno solo" ascolto le sue parole e solo ora mi rendo conto di essere stata una grande egoista.Lui sta bene con Margherita e io ho avuto le fette di prosciutto sugli occhi per tutti questi mesi.
Ho lasciato che i miei pregiudizi e la mia frenetica e incasinata vita influenzassero la sfera di papà."Certo che mi va bene. Sono veramente stupida..."
"No niña, no. Sei una donna forte"
"Sì, che crea casini con tutto e tutti" mi guarda e forse capisce.
"Non ascoltare la tua testa, ma ascolta questo" e indica il mio cuore.
"E se il cuore mi dicesse troppe cose?"
"Non è possibile niña. Ti stai facendo condizionare dalla testa razionale"Parliamo ancora un po' di cosa voglia fare lui con Margherita e di quando lo dimetteranno.
Dopo una mezz'ora bella e buona sono invitata caldamente ad uscire dalla stanza e gli prometto che tornerò più tardi, magari rispettando l'orario di visite.
"Ciao Andromeda" alzo la testa e la vedo.
"Mi dispiace tanto -le dico con le lacrime agli occhi-, stavo per mandar a quel paese pure voi. Sono una persona egoista, mi dispiace tanto"
"Tranquilla è tutto ok" e mi abbraccia.
"Non prenderò mai il posto di tua madre, mai. Voglio solo stare con tuo padre e accoglierti quando verrai a fargli visita, prepararti qualcosa e magari capire qualcosa di più su questo tuo lavoro un po' fuori dalle righe" dice sorridendo.
Annuisco e la ringrazio per l'impegno che ci sta mettendo."Tieni le chiavi di casa. Vai e riposati... Federico mi ha detto che sei distrutta. Dormi e poi troverai un po' di cosine nel frigo, o fai anche il contrario, avrebbe più senso".
Accetto, la saluto, torno in macchina e sfreccio verso casa."Letto dolce letto. Mo non ci separa nessuno"
Angolo autrice
TUTTO E' BENE CIO' CHE FINISCE BENE! Sempre tragedie nella vita di Andromeda, ma non sempre tutto va a puttane...❤
A proposito, che ne pensate delle dimissioni di Binotto? Giuste o sbagliate?
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Predestinati ||Charles Leclerc||
FanfictionFormula 1 e Ferrari. Queste due cose sono, da sempre, la passione di Andromeda Garcia. Lei è una semplice ragazza italo-spagnola nata e cresciuta a Monza con la passione per le auto. Il suo sogno è sempre stato entrare in Ferrari e, con un pizzico d...