57.ah, l'amore

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"Siediti qua figlia mia e racconta tutto a papino"

Sono tornata per questa settimana di pausa a Monza, così come avevo anticipato, e papà è già pronto a fare la sciura del quartiere.

"Dai papà non è importante" dico sedendomi.
"Ma non dire scemenze! Forza racconta todo a tuo padre... parti dall'inizio" prendo un bel respiro e comincio a raccontare da quando Pierre è venuto a casa mia a quando ho parlato con Charles al telefono e ci siamo detti tutto.

Mi ascolta per una bella mezz'ora senza dire e nulla e annuisce. E' totalmente assorto nelle mie parole.
Margherita non è qua perchè stava cucinando e non voleva immischiarsi. Ha detto che se vorrò lei ci sarà per darmi un consiglio, altrimenti ne starà fuori.
Mi piace che stiamo cominciando ad essere sulla stessa lunghezza d'onda e spero continui così tutta la storia.

"Dios mio que historia" mi dice inarcando le sopracciglia.
"Te dije que era una larga historia (=ti ho detto che era una lunga storia)"
"Muy larga" dice sistemandosi meglio sul divano.

Rimane un po' in silenzio e, poi, gli compare un sorriso grande quanto una casa.
"Que?" gli chiedo io.
"Hai ascoltato il tuo cuore finalmente" dice con gli occhi lucidi.
"Oh avanti, non starai mica piangendo" dico prendendolo in giro.
"Sono solo felice che ti sei resa conto di cosa volere. L'amore è sempre complicato e tortuoso, ma è la cosa più bella che possa esistere se trovi la persona giusta.
Sono d'accordo nello voler aspettare un po'... chiarisciti le idee e vedi quanta pazienza ha questo Charles. Se lui ti sta davvero aspettando da aprile, allora è quello giusto niña" io sorrido d'istinto e tento di guardare da un'altra parte.
"BECCATA!" dice ridendo e facendomi imbarazzare ancora di più.
"Ah l'amore..." dice guardando fuori dalla finestra e sospirando.

Lo guardo per un po', ma non faccio domande. So che sta pensando alla mamma. E so che gli manca tanto.
Mi accoccolo a lui e rimaniamo così, in silenzio, a ricordarla.

Ad un certo punto sentiamo bussare alla porta e fa capolino Margherita molto lentamente.
"Scusate se vi interrompo, ma è arrivato Tommaso con un semifreddo e direi che dobbiamo mangiarlo adesso altrimenti si squaglia" io e papà ci guardiamo e ci alziamo di scatto dal divano.
Noi siamo AMANTI del semifreddo, soprattutto d'estate.

"Mamma mia Tommy, devi aprire qualcosa perchè i tuoi dolci sono la fine del mondo" dico facendo il bis.
"Ci vogliono soldi per quello -dice ridendo-, ma momentaneamente mi accontento di lavorare in una pasticceria. Prima o poi aprirò qualcosa di mio"
"Verrò a fare da cheerleader"

Le giornate passano molto tranquillamente tra cucina, cibo, tv, passeggiate, ma tutto ha una fine e adesso sto andando verso Le Castellet.

Soggiorniamo in una casona un po' periferica, visto che è una paese piccolo, ma è davvero magnifica. E' molto regale e ha un giardino, come direbbero i francesi, magnifique.

Sto entrando nel parcheggio con la mia magnifica Mercedes e vedo già qualche Ferrari fare capolino.
Tra cui quella inconfondibile di Charles.

Parcheggio divinamente e prendo la mia bellissima valigia dal bagagliaio.
Alzo lo sguardo e vedo venirmi in contro Carlos.
"Chulo! Che bello vederti!" dico abbracciandolo. E' stranissimo stare lontani per più di una settimana.
"Eccoti qua Didi! Ce l'hai fatta a venire"
"Traffico ai caselli" dico alzando le spalle.

Il cavaliere si offre di portarmi la valigia e mi accompagna fino alla mia stanza.
"Aqui esta tu dormitorio" mi guardo un po' per la stanza ed è magnifica. E non parliamo della vista mozzafiato.
"Wow"

"Bella la vista neh?" questo non è più Carlos.

Mi giro e lo vedo lì, in tutta la sua bellezza, appoggiato allo stipite.
Indossa un paio di jeans scuri e una camicia di lino, suppongo.
Ha i capelli un po' scompigliati e gli occhiali da sole sulla testa, segno che anche lui è arrivato non da molto.

"Molto" dico poggiando le mani al davanzale e dando le spalle alla finestra.
"Sei arrivata adesso?"
"Mhmh, 10 minuti più o meno. Anche te mi sembra di vedere" si mette una mano in tasca e tira fuori le chiavi della sua macchina.
"Azzeccato" mi dice sorridendo.

Gli faccio cenno di entrare e lui segue le mie direttive, chiudendosi la porta alle spalle.
Si mette davanti a me e poggia le mani sul muro, ai lati della finestra.
"Mi sa che non ti conviene dare le spalle alla finestra... non vorrei ci fossero degli spifferi e poi ti ammali" mi prende per i fianchi e fa toccare i nostri petti.
"Mi sa di essere ancora un po' troppo vicino alla finestra" dico ridendo.
Indietreggia, portandomi con sé, e mi appiccica sempre di più al suo corpo.

"Meglio?" mi chiede guardandomi intensamente.
"Penso proprio di sì" gli prendo gli occhiali dalla testa e me li metto.

"Belli sti occhiali eh"
"Stanno meglio a me" dice riprendendoseli e facendomi la linguaccia.
"Ora mi sono offesa" dico staccandomi e tornando verso la finestra.
"Nanananana tu stai qua" e mi riprende per mano rimettendomi nella posizione di prima.

Ci guardiamo per un po' e vedo che ogni tanto guarda leggermente più in basso, ma non fa niente.
Non fa niente perchè sa che non voglio in questo momento... o meglio, io gli salterei addosso probabilmente, ma voglio tempo per riflettere e rimettere la testa sulle spalle.

"Non sai quanto ti bacerei un questo momento" dice prendendomi il mento tra due dita.
"Però so che non lo farai"
"Solo quando me lo dirai tu" e mi dà un bacio sulla fronte.
"Grazie"
"Non mi devi ringraziare di nulla, sono un uomo rispettoso" dice cominciando a fare un sorrisetto malizioso.
"Non promette nulla di buono questo sorrisetto"
"Se vuoi un assaggio del futuro basta dirlo"

Mi sta tentando parecchio.
Vorrei dire di no... ma come si fa a dire di no.
"Charles..."
"Tanto so che non mi resisti" e detto ciò comincia a darmi tanti bacini sulla guancia e comincia a scendere proprio là. Proprio sul collo.

Non penso di avervelo mai detto, ma quello è il mio punto debolissimo.
Mi tocchi lì e io mi sciolgo.

Comincia a baciarlo lentamente e, nel frattempo, una mano rimane sul mio fianco e l'altra si appoggia sulla mia maglia. O meglio, dentro la maglia.
Si sposta da un lato all'altro e io penso di cedere.

Con una mano gli stringo i capelli e l'altra rimane aggrappata alla sua camicia.
"Non lasciare segni..." dico quasi a stento. Non ho proprio voglia di mettermi là e coprirlo a regola d'arte, soprattutto perchè ho detto di voler fare con calma.

"Mi so trattenere" dice sussurrandomi.
"Si è visto infatti" dico ridendo.
"Come se ti fosse dispiaciuto" dice tornando a guardarmi tutto fiero.
"Mai detto il contrario" dico dopo essermi schiarita un po' la voce. Ok è andata e non ho fatto cazzate.

Ci allontaniamo un po' e parliamo.
Meglio stare lontani, altrimenti ci saltiamo addosso.

"Com'è andata a Monza da tuo padre?"
"Bene dai, abbiamo passato tanto tempo insieme e abbiamo mangiato un botto. Non vedi la pancetta?" dico ridendo.
"Per me sei perfetta come sempre"
"Che te lo chiedo a fare, te risponderai sempre così" mi guarda alzando le spalle e sorride.

"E' permesso?" e vedo Carlos entrare.
"Forza vieni, ci stavamo aggiornando su cosa abbiamo fatto in questa settimana" gli dico invitandolo ad entrare.
"Magari poi parliamo per bene davanti ad un caffè, ora, però, Mattia vuole vederci tutti quanti per una breve riunione" fa per uscire, ma sembra essersi dimenticato qualcosa.

"Ricomponetevi un attimo. Sembra che abbiate fatto cose poco cristiane" esce dalla stanza sorridendo e noi due scoppiamo a ridere.

"Le cose poco cristiane arriveranno più avanti" dico a Charles andando verso l'uscita della mia stanza.
"Prima di quanto pensi" dice squadrandomi e facendomi il suo solito occhiolino.


Angolo autrice
SENTITE LE TROMBEEEEE? Finalmente un po' di flirt tra i due scemotti perchè a noi piace lo spicy✨
Ovviamente lo scoglio più grande è stato superato, ma non aspettatevi una cosa lineare ehehehe
Comunque spero che il capitolo misto romanticismo-spicy vi sia piaciuto e ci risentiamo domani sera❤

Predestinati ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora