Capitolo 17 (VI). Il Sacrificio di Ilaria

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«Marco mio, sto bene, Anna è stata brava», Ilaria gli sorrise, ma ebbe un tic alla mano, la aprì e la chiuse, si prese il crocefisso, «tutto è compiuto, adesso», lo baciò.

«Oh, Ilaria...», Anna entrò e chiuse la porta, «lo sai che non c'era bisogno.» 

«Mi sono sacrificata per voi due, lo sai?», 

«Un sacrificio inutile, Ili», Marco scosse il capo, le prese la mano sul crocefisso, «ci siamo messi insieme anche senza di te.»

«E un sacrificio anche pericoloso...», Anna andò alla parete dove era appeso un calendario, scorse con il dito i giorni.

«Ma così tu non mi aspetterai più, Marco mio», Ilaria chinò il capo sempre con il crocefisso vicino alla bocca, «ho buttato via il mio tesoro.»

«Oh, Signore, ci sono altri tesori, nella vita, Ilaria», Anna scosse il capo, «piuttosto mi dici quando hai avuto l'ultima mestruazione?»

«Era la notte in treno da Salerno, mi ricordo, sono stata male», guardò Marco, «quando sono tornata?»

«Il ventisette agosto.» 

«Ecco!», Anna batté il pugno sul calendario, scosse il capo, «proprio nel tuo periodo fertile vai a fare un rapporto non protetto! Ma a scuola non vi hanno detto nulla?»

«La Madonna me l'ha detto, Anna.» 

«Oh, Ili, per favore, stai parlando a una quasi dottoressa...», Marco le pose una mano sulla spalla, «non a un prete; e adesso?»

«Adesso nulla...», Anna si sedette sulla sedia accanto alla scrivania; «ci sono sperimentazioni di pillole del giorno dopo all'estero, ma non qui in Italia», sospirò, «non me la sentirei di...»

«Non la prenderei, Anna, comunque», Ilaria fu ferma, strinse il crocefisso, «il Sacrificio non va interrotto.»

«Un bambino non è un sacrificio, Ilaria!», Anna strinse le labbra. 

«Ma, scusa, non c'è l'aborto?», Marco si girò verso Anna. 

«Marco mio, cosa dici?», Ilaria alzò la voce, si tenne le mani in grembo, «io non lo ucciderei mai!»

«Su questo ti do ragione..., Anna sbuffò, «sono anch'io obiettrice, non te l'avrei consigliato», si tenne la testa con la mano, sospirò, tamburellò qualche secondo con le dita; «Andrea è comunque un bravo ragazzo; ci parlo io, se sei incinta di sicuro se ne prende la responsabilità.»

«Non importa Anna...», Ilaria sorrise, «io non amo Andrea e non l'amerò mai.»

«Ma cosa intendi fare allora se sei incinta? Lo puoi dare in adozione, lo sai?»

«No, lo cresco anche da sola, tra un anno finisco la scuola e lavoro; è il dono della Madonna per aver fatto il Suo volere», Ilaria sorrise, si carezzò il grembo, «amando il bambino, se c'è, libero ancora di più te e Marco mio.»

«Ma...», Anna alzò ma poi abbassò il capo, «no, nulla.» 

«Ma c'è modo e modo di fare le cose, Ili...», Marco provò a dire, si tenne la fronte, «non lo ami, d'accordo, ma se Andrea ti piaceva avresti potuto fare più con calma, no?»

«No, Marco mio, non hai capito, Andrea non lo amo e non mi è mai piaciuto; prima lo facevo e prima mi toglievo il calice amaro.»

«O Dio, Ili, l'hai veramente usato?», Marco sbuffò, le prese le mani, «ti rendi conto di quel che hai fatto?», la guardò negli occhi.

«Ti ho detto di non assalirla tua sorella, Marco!», Anna si alzò, gli andò vicino, gli mise una mano sulla spalla, «non è così che migliori la situazione.»

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora