Pian piano la casa si svuotò; rimasero accanto al camino due vecchine in nero che volevano sia far compagnia, sia curiosare ancora, aspettando che qualcuno le venisse a prendere; avevano forse il doppio degli anni di Antonio e l'avevano visto nascere quand'erano già quasi in menopausa; per loro era praticamente morto un ragazzo e dondolavano ogni tanto la testa in silenzio per esprimere la loro disapprovazione.
Marco fu fatto di nuovo sedere; pur con tutte le sue insistenze non gli si fece lavare neppure una forchetta, e, non avendo altro da fare, non potendo studiare per il rumore e perché il tavolo di cucina era ingombro di cose da asciugare, e volendo ancora stare accanto a Ilaria, si sedette sulla poltrona del padre a fianco alle vecchie a sfogliare per curiosità i suoi libri di scuola.
«Tu si' Marc?», una delle due signore gli chiese, Ilaria stava ancora al lavello a finire di insaponare due o tre dozzine di bicchieri.
«Sì, signora.»
«O' figlie e' Irene...», dondolò il capo l'altra, «cumm'e' fatt gruoss», lo guardò meglio, strizzando gli occhi, «che face, come patrete, fatica in do puort?»
«No, signora...», Marco arrossì, «vado a scuola.»
«A scola, ancora?», la donna lo guardò stupita.
«Sìne...», Ilaria lo guardò sorridendo, «frateme studia assai, tene a' Maturità chist'anne.»
«E' nu brav' uaglione», incalzò Maria dietro il tavolo, asciugava i bicchieri che la figlia le passava, «ha sempre aiutato figliema, fin da quando era criatura.»
Ilaria si voltò a guardarlo, con un sorriso, «frateme e' sempre stato buono cumme'»; aveva ancora qualche bicchiere da sciacquare, Marco arrossì.
«Eh, pur'iss, povero figlio...», l'altra signora scrollò il capo, osservò il suo libro in mano come fosse un difetto, «mo' tu si' senza patre doi vote; hai fatto buono a venire cca; soreta non tene a' colpa.»
«Lo so, signora, infatti...», Marco guardò la sorella, non riusciva del tutto a riconoscerla come tale e gli piaceva osservarla, le mani insaponate, si era tolta le calze e aveva i piedi nudi dentro zoccoli di legno, con il camino acceso c'era caldo in quella stanza: «sono contento di averla rivista, anche se mi dispiace per l'occasione.»
«L'occasione se trova...», la vecchina, invece, aveva calze spesse nere ed era proprio accanto al fuoco su una sedia di paglia, prese la molla e sparse la brace per avere meno fiamma, una nuvola di scintille salì per la canna fumaria, «mo' tu puo' turna', a' strada ar sai: matrete puo' non vuli', ma tu si' grande», la rimise a posto.
«No, signora...», Marco sospirò, «non era mia mamma che non voleva che venissi qui, era...», gli venne malinconia e la stanchezza del viaggio.
«Tenia tanto a' studia'», Maria intervenne, «ma nun s'e' scurdate e' nui.»
«No, infatti, non mi ero scordato, zia, è che...»
Ilaria lo vide triste seduto in poltrona, imbarazzato e se ne dispiacque, voleva che fosse contento di essere lì e non pensasse agli anni divisi; volle trovare una scusa per stare con lui da sola, «ue' ma'», si girò verso Maria, si asciugò in fretta le mani, «qui agg' fenuto, vado n' coppa a riurdina'», fece un cenno alla madre verso Marco.
«Si' iate 'ncoppa, mettite a posto r' cose e' patrete.»
«Ue' Ma'», Ilaria si tolse il grembiule, gli tese la mano, sorrise, «jamme, venni cumme'»
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...