Capitolo 28 (2°). La verità

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Andrea guardò davanti a sé, pensieroso, come se stesse valutando l'opportunità di dire altro, ma poi desistette. Ilaria finì di allattare dopo una decina di minuti, Emanuele era di nuovo addormentato e lo pose nella carrozzina. Andarono poi dagli altri al rinfresco. Zia Maria e Irene avevano già preparato i tavoli e disposto le cose da bere e mangiare. Erano circa le sei e un quarto.

Il signor Luigi aveva portato la sua videocamera e fece qualche ripresa come aveva fatto durante il battesimo. Marco fece qualche foto, le solite fotografie in posa di fronte alla torta, in piedi, seduti, in vari accoppiamenti e disposizioni; Emanuele dormiva e quindi nessuna foto fu fatta con lui in braccio, c'erano per fortuna quelle fatte in chiesa. Emanuele non si svegliò malgrado il rumore e Ilaria poté così trascorrere un paio d'ore serena.

Verso le sette e mezza si fecero i brindisi e la torta fu tagliata. Ilaria andò in giro con Andrea tra gli invitati a dare le bomboniere. Quando arrivò dall'avvocato disse:

"Signore, ecco, guardi, l'ho fatta io, mi ha vista talvolta a casa sua finirle."

"Bella, proprio bella, signorina Ilaria, accetti questo come piccolo pensiero per il vostro bimbo."

L'avvocato le diede un pacchetto: Ilaria lo aprì: conteneva un braccialetto, una collana e un ciondolo d'oro; egli le disse:

"Signorina, questo è un dono di famiglia, perché fu regalato ad Andrea per il suo battesimo dalla sua madrina che era una cugina di mia moglie. E' un ricordo per noi e vorrei che lo tenesse per Emanuele come tradizione."

"Io non so...", Ilaria non sapeva giudicare il valore, ma aveva un aspetto pesante e costoso, guardò Andrea che non commentò: "...non so se posso accettare, fate già tanto per me."

"Anche lei, signorina, ha fatto tanto per noi, e sta facendo ancora, io spero che tutto pian piano si risolverà nel migliore dei modi; ci pensi, signorina, sempre; non glielo dico come rimprovero, ma come suggerimento di padre che sento, quasi, di essere per lei: avete ora una famiglia di fatto, formatela anche di diritto: è la cosa migliore per tutti."

Quando andò da Anna e Marco consegnò loro la bomboniera e il quadretto; Anna rimase commossa dal regalo di Ilaria:

"Ilaria... ma che... quanto lavoro, è bellissimo!", abbracciò Ilaria e la baciò, "Tu gattino lo sapevi di questo?"

"No, veramente no", disse Marco, "è una sorpresa anche per me. Ili, ma io sarei quel gatto buffo?"

Ilaria disse: "Marco mio, sì, l'avevo visto, è proprio uguale a te! Pieno di libri! ti piace, vero? Non è carino per la vostra casa?"

"Sì... Ili..., molto bello...", le disse Marco al quale sentirsi dire 'Marco mio' di fronte ad Anna lo imbarazzava, ma sembrò che Anna non ci fece caso tutta intenta a vedere il regalo. Anna le diede poi un pacchetto dicendole:

"Da parte mia e della mia famiglia."

Conteneva due cose, una cornice d'argento e una catenina con medaglia d'oro con scritto il nome Emanuele e la sua data di nascita.

"Grazie Anna, è bellissimo, non dovevate. Andrea, li tieni tu per favore i regali mentre io continuo a fare il giro delle bomboniere?"

Ilaria continuò a fare la distribuzione, Anna si fermò a parlare con suo papà e Marco venne avvicinato dalla mamma di Anna che aveva visto la scena precedente e il modo con il quale Ilaria aveva dato la coccarda a Marco nel piazzale della chiesa. Volle cominciare a parlargli e, dopo alcune battute, gli disse:

"Marco, volevo dirti che ogni volta che ti vedo con tua sorella ho come un batticuore; Ilaria di fianco a te è come se fosse sempre sul punto di avere una visione, non importa chi abbia di fronte o con chi stia parlando, quando le passi vicino è sempre così... sognante. Avete proprio un bel rapporto voi due, se guardo i miei figli... proprio il contrario, non li avrei potuti fare più diversi di così, si guardano sempre in cagnesco, invece."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora