Il 3 settembre era il compleanno di Anna; compiva ventiquattro anni. Anna e Marco lo festeggiarono in modo tranquillo, in casa, perché la vera festa di compleanno sarebbe stata il sabato successivo in villa come l'anno precedente.
Per Marco era un ricordo non molto bello; era il ricordo dell'arrivo di quel biglietto di Anna che tanto aveva causato cambiamenti nella loro coppia, nella sua vita; si sentiva bene ma a volte sentiva come una marea di oscurità che saliva dal suo animo; Anna era brava a tenerla ma non come Ilaria, purtroppo: egli non era in grado di capire esattamente quale fosse la differenza, ma c'era qualcosa che Ilaria riusciva a fare e Anna no.
Eppure non era qualcosa in Anna, no, perché la loro relazione in un anno non aveva mai avuto un momento realmente di crisi; dubbi, forse, paura, tanta, specialmente all'inizio, da parte dell'uno per la disparità sociale e di ricchezza, da parte dell'altra per la presenza scomoda della sorella. Ma il loro amore era comunque forte e sereno, un porto per entrambi, magari non entusiasmante come i sogni avventurosi di Walter, ma una baia serena dove sentire di essere arrivati a destinazione.
I dubbi di Marco riguardavano più che altro la situazione di sua sorella che egli, comunque, osservava quotidianamente: da quando erano tornati da Colliano egli non era più andato a trovarla a casa, se non per il solito pranzo del sabato per poi portarla in villa a passare il fine settimana. C'era da parte sua la sensazione che l'accordo che Ilaria avrebbe firmato con Andrea, malgrado sulla carta paritario, risultasse alla fine un boomerang che li avrebbe travolti; non sapeva dire da dove nascesse questa sua paura, forse dalla sua ombra, dall'essere stato ingannato da piccolo dal padre, dalla figura che, più di tutte, avrebbe dovuto dare fiducia.
Anna si accorse di questo cambiamento in Marco; e provò a sondare le sue motivazioni, visto che era evidente il suo cambio d'umore degli ultimi tempi; ne parlarono proprio il giorno del suo compleanno, dopo una buona cena cucinata dal nostro Marco.
"Gattino, ti vedo pensieroso, ma di cosa hai paura?", gli chiese, dopo essersi accoccolati nel lettone.
"Se devo dirti la verità, micia, io ho paura che la situazione con Andrea non sarà stabile, malgrado questo accordo che firmeranno. Non ci posso far nulla, questo è sicuro, ma mi rimane il sospetto che Ilaria, Andrea e Silvia formino un triangolo che non durerà a lungo sebbene adesso sembri che Andrea con Silvia tratti bene di nuovo mia sorella. Ora è così... ma non voglio che ti preoccupi per qualcosa che probabilmente non accadrà. Forse è solo frutto del mio carattere apprensivo; bè sì, anche apprensivo per mia sorella."
Anna lo abbracciò e gli disse:
"E se veramente non fosse stabile? Cosa succederebbe? Cosa faresti, tu, gattino?"
"Non lo so micia: vorrei saperlo. Spero che non accada, questo sì; penso che sia così anche nel tuo mestiere, vero? Quando dai una prognosi... tu dici: guarirai in una settimana, salvo complicazioni. Ecco, anch'io potrei dire la stessa cosa, andrà tutto bene, salvo complicazioni che però, al momento, temo soltanto ma non so dar loro né un nome né una probabilità."
"Ma io gattino ti ho chiesto un'altra cosa", Anna aveva a volte questo modo di fare molto indagatore. "Ti ho chiesto se non fosse stabile, cosa faresti?, a prescindere se accada o no."
Anna gli carezzò il viso, lo guardò senza malizia, con quel suo sguardo che Marco aveva imparato a conoscere, uno sguardo che richiedeva una sua assoluta sincerità e, da parte di Anna, la promessa che non si sarebbe arrabbiata.
"So micia cosa vuoi chiedermi. Vuoi chiedermi se riuscirei a non cadere con Ilaria, vero?"
Anna gli fece un cenno affermativo e per invitarlo a confessare ciò che aveva dentro appoggiò il suo viso al suo cuore ed egli la abbracciò.
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...