Li precedette nel corridoio e poi aprì la porta dello studio, Andrea fece entrare prima Ilaria che entrò timorosa: non vedeva l'avvocato da quel giorno che era andato a casa sua quasi tre mesi prima. Egli l'accolse con un sorriso, si alzò dalla sua poltrona e le tese la mano che Ilaria prese di sfuggita.
"Buongiorno signorina, è un piacere rivederla, la trovo bene. Si accomodi. Ciao Andrea."
"Grazie signore, buongiorno", Ilaria si sedette su una poltrona in pelle d'altri tempi, comoda ma quasi troppo per lei, lo schienale l'avvolse quasi in un abbraccio: lo studio dell'avvocato le parve nello stesso tempo lussuoso ma sobrio, con un gradevole odore di legno e cuoio. Appesi alle pareti c'erano diplomi e altre carte con timbri elaborati. Sulla scrivania, in legno robusto e pesante, trovavano posto il telefono, un blocco appunti ed una cartellina porta documenti, un grosso posacenere su cui era poggiata la pipa accesa dell'avvocato ed un portafoto rivolto verso di lui: ella riusciva dalla sua posizione a vederne metà: c'era un bambino, sicuramente Andrea, quando aveva forse un anno in braccio alla mamma; era praticamente identico ad Emanuele, le fece impressione da tanta era la somiglianza. L'avvocato giunse le mani al viso e disse loro interrompendola dai suoi pensieri:
"Allora, ragazzi, sapete benissimo perché siete qui, quindi cercherò di non farvi perdere tempo, di solito le persone quando vengono in questo studio vogliono uscirne prima possibile: noi avvocati mettiamo spesso in soggezione, lo capisco, in questo studio a volte si discute sulla possibilità di essere liberi o passare buona parte della vita in galera, è un duro mestiere, ma si deve fare, anche se molte volte senza volere mettiamo paura; immagino che Silvia sia di sotto che vi aspetti col bambino, perciò andiamo al dunque. Lei, signorina, ha sicuramente avuto modo di leggere e controllare la bozza, che ne pensa? Vuole qualche modifica prima che stampiamo la definitiva?"
Ilaria continuava a torcere il fazzoletto con la mani e disse solo:
"Ecco, signore, va tutto bene ma per l'assegno, io... le devo dire che ho parlato con la signora dove lavoro, mi fa il favore di tenere Emanuele in laboratorio e penso di prendere all'inizio circa novecentomila al mese; non è male come primo lavoro e sono anche messa in regola, o, meglio, mi ha promesso che mi mette in regola dopo quindici giorni di prova, ma per ora tutto è andato bene e credo che mi prenderà. Se non avessi Emanuele magari mi darebbe anche qualcosa in più, comunque è già un buono stipendio, non pensavo, grazie a Dio... io... io credo che potete darmi di meno di quel che mi date adesso."
Andrea guardò il padre.
"Che dici papà? Per noi è uguale."
Giorgio prese la pipa, meditando a cosa dire; vide che si era nel frattempo spenta, la ricaricò e l'accese con gesti rituali; Ilaria ebbe l'impressione che in quella testa ci passasse un intero romanzo durante quelle azioni fatte da decenni, sempre le stesse. Aspirò due boccate e poi disse:
"Sì, Andrea", confermò, "per noi è uguale ma per la signorina no, evidentemente. Apprezzo la sua onestà comunque, non è da tutte, non mi capitano sovente donne in studio che chiedono meno soldi di quel che il padre intenda dare, anzi, di solito vorrebbero di più. Ciò le fa onore, un onore che, a volte, non è eguagliato da altre sue azioni... ma... sorvoliamo. Mi dica, signorina, a quale cifra avrebbe pensato?"
"Io penso... penso che la metà possa essere più che sufficiente, solo perché non sono sicura di quanto io potrò tenere Emanuele in sartoria, forse un mese o due, ma poi comincerà a muoversi e sarà necessario un nido... so che c'è Silvia che mi può dare una mano qualche volta ma anche lei lavora."
"Va bene signorina Ilaria, facciamo così... portiamo l'assegno a cinquecentomila e comunque se ci sono problemi ce lo dica e lo si cambia un'altra volta. Non vorrei che ne facessimo una questione di soldi, vero Andrea?"
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
Fiksi UmumUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...