Capitolo 33 (2°). Il racconto di una madre

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Dopo mangiato andarono in villa in autobus; era una bellissima giornata di fine giugno e persone con asciugamani e borse con giochi da mare affollavano il lungomare. Dopo arrivati, Franco non volle sentir ragioni: fece la camera anche ad Ilaria che venne messa a fianco a Marco, dove Franco aveva già spostato dalla soffitta il lettino che era stato di Walter. Anna, mentre Ilaria si sistemava in camera, prese Marco in disparte e gli chiese:

"Come ti è sembrata gattino? Le hai detto di ieri con Andrea?"

"Sì micia, onestamente la sento più rassegnata, come se ci avesse ormai messo una pietra su, e, diciamolo, il vostro invito qui le fa bene; si sente meno sola e accolta. Vi ringrazio ancora tutti."

"Di nulla. Ieri Andrea proprio non mi è piaciuto; ne ho parlato anche con mio papà stamattina, non comprende tutto quest'astio di Andrea e l'ha definita una 'crisi di virilità', come se Ilaria, dicendogli che ama te, lo abbia implicitamente definito meno uomo. Mi fa un po' sorridere tutto ciò ma quel che è certo è che io sono sicura che sta sbagliando."

"Non sei arrabbiata con me, quindi, per quello che ha detto?"

"No, gattino, alla fine io... quelle cose che ha detto ieri le pensavo già, come possibili. So che vi amate, in un qualche modo, e che io, d'altronde, mi sono inserita nella vostra storia che aveva già una sua stabilità. Ma mi fido di voi, ed è un rischio che corro per amor tuo, lo sai, gattino, e non sarà certò la predica di Andrea a farmi cambiare idea su di te."

Scese Ilaria col bimbo in braccio. Si era cambiata: aveva messo un abito estivo, cucito da lei, ovviamente. Una semplice casacca di cotone stampato senza maniche con i bottoni davanti per poter scoprire il seno, semplice, ma su di lei qualunque cosa praticamente le stava bene e le donava una bellissima figura. Era molto più serena del giorno prima. Emanuele era sveglio ma calmo, Anna le andò incontro:

"Ilaria, vieni qui! Fammi prendere il bimbo. E' dal battesimo che non lo vedo e già mi mancava. Vieni dalla zia cucciolo, ma che begli occhioni, sono proprio i tuoi! Complimenti Ilaria, il tuo latte gli fa proprio bene, sei fortunata ad averne così tanto e di qualità, vedo, cresce a vista d'occhio. E' proprio bello, sembra da pubblicità."

"Grazie Anna, io faccio il possibile, è il mio primo: avevo molta paura di non far bene, di esser troppo piccola, ma certe cose una mamma le capisce al volo per istinto, siamo fatte anche per questo, del resto. Vedrete che anche voi... Chissà...Presto ne farete anche voi uno così bello. Tieni intanto il tuo figlioccio; Emanuele, vai dalla madrina..."

Anna prese il nipote in braccio che, come il giorno prima con Silvia, sembrò incuriosito da questo cambio di mani e non protestò. Così tanti cambiamenti in due giorni... aveva persino visto il papà, anche se per poco; era un bambino curioso e pacifico, si fidava di tutti e, per converso, tutti si innamoravano di lui al primo sguardo. Ilaria guardò loro due sorridendo: era la prima volta che accennava a Marco il poter essere padre con Anna la quale apprezzò molto questo augurio, sentendolo sincero e capendo la sua origine: Ilaria la stava ringraziando dell'invito e le stava dicendo che voleva che Marco rimanesse il suo gattino per sempre come padre dei suoi figli; in effetti sì, prendendo in braccio Emanuele, sentì il tempo che scorreva e un desiderio improvviso di maternità la colse, aveva quasi ventiquattro anni solamente ma pensò che avrebbe voluto, presto, sposarsi anche per quello, per avere un figlio dal suo gattino.

"Grazie Ilaria, lo spero tanto.", disse, mentre lo cullava un po'.

E anche Marco, vedendola con Emanuele in braccio, in quel pomeriggio sereno, sentì per la prima volta che Anna non solo sarebbe diventata sua moglie ma anche la madre dei suoi figli. Le disse:

"Bè, micia, ti vedo bene così, contenta: mi sa che toccherà... prima o poi... anche a noi due."

"Sì, gattino mio... è così bello esser genitori."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora