Capitolo 14 (2°). Anna ritorna

150 22 153
                                    

Marco tremando l'aprì, conteneva un foglio e un cartoncino. Il foglio era su carta intestata scritto con una grafia tonda e in stampatello minuscolo, efficiente e professionale. Si ricordò di averla già vista nel foglio di dimissioni di sua madre. Vi era scritto:

Sant'Ilario, 29 agosto 1996

Cari Marco ed Ilaria,

come state? Spero bene. Io compirò 23 anni il 3 settembre. Siete stati gentili ad invitarmi alla festa di Ilaria e vorrei che veniste alla mia festa. Vorreste venire sabato sette settembre per il mio compleanno? Mi fareste tanto piacere.

La farò nella mia casa di Sant'Ilario dalle 20 in poi, vi scrivo qui l'indirizzo e il telefono, telefonatemi a questo numero, io in estate vivo qui.

(indirizzo e telefono di Sant'Ilario)

Anche se non poteste venire telefonate per favore, vorrei sentirvi, grazie!

Anna"

Il cartoncino era proprio un invito stampato per l'occasione su carta pergamena in un bel carattere corsivo:

La signorina Anna Tivoli festeggerà con parenti ed amici il suo compleanno nella villa Paradiso in Sant'Ilario, Genova, il prossimo sabato 7 settembre 1996, dalle ore 20.

La Vostra presenza è gradita.

RSVP

Marco vide la lettera sfuocata come in una sorta di nebbia; egli, che non aveva mai avuto bisogno di occhiali, cominciò a vedere lo scritto sdoppiato e sbiadito; vide la rovina che incombeva sulla loro storia: forse Ilaria aveva ragione, questa Anna era un Segno, sì, ma un Segno di morte e distruzione. Il tramonto dava alla scena un senso di incombente tragedia.

Ilaria rimase invece a bocca aperta, come di fronte ad un miracolo; finalmente il Segno era visibile, Marco non poteva più negarlo, questa Anna era interessata a lui, lo aveva invitato in casa sua; non da solo, anch'ella era compresa nell'invito, certamente per educazione, ma l'interesse era verso di lui, era evidente. Non ebbe paura, rabbia o gelosia, solo un sollievo, perché alla fine il Cielo aveva parlato, le stava facendo capire che si doveva far da parte per questa Anna: Marco non era più suo, doveva lasciarlo andare; nel suo cuore capì che il suo Sacrificio era, ormai, inevitabile. Lo accolse con un "Amen" recitato a fior di labbra.

Le prime parole furono di Marco che disse, molto depresso:

"Non ci credo... non ci voglio andare Ili, siamo ancora in tempo, ti prego. Facciamo finta di non averla ricevuta. Anzi... come ha fatto a mandarla? Come sapeva il nostro indirizzo? Io non gliel'ho dato quella volta."

Pensò un po' e poi si diede la risposta da solo:

"Ah, ma certo, è quasi medico, ha visto la cartella clinica di mamma, c'erano tutti i suoi dati, infatti non sa il nostro cognome, vedi, non l'ha scritto... allora, faremo così, Ili, le telefoniamo perché pare maleducato e non ci andiamo. Anzi, non le telefoniamo proprio. Facciamo i  maleducati, non importa, è per una giusta causa. Lei si offenderà, pazienza, e ce la togliamo dalla vita. Questo è quello che farei io, Ili. Ti prego, ascoltami adesso. Il gioco diventa difficile ora, ritiriamoci finché siamo in tempo."

La guardò con aria supplicante.

"Marco mio, se Anna è veramente il Segno non ce la togliamo così facilmente di torno, anzi, non mi stupirei che se non andiamo a questa festa la prossima volta non ti bussi alla porta. Dobbiamo accettare l'inevitabile; noi non siamo più..."

"Più cosa, Ili? Benvoluti dal Cielo, è questo che vuoi dire?"

"Dobbiamo essere forti Marco mio. Questo sì. Accettare il messaggio del Signore, anche se amaro."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora