Capitolo 37 (3°). Tre madri

93 14 53
                                    

In quei giorni Andrea chiamava Ilaria a Colliano tutte le sere per sapere come stesse suo figlio ed era anche gentile con lei senza farle battute su Marco presente, si informava solo se dormisse, se crescesse se, insomma, fosse sempre in salute, le solite cose che può chiedere il papà di un bambino di quasi tre mesi. Anche Silvia ogni tanto parlava con Ilaria soltanto per farle un saluto, ma gentile: le diceva che Emanuele le mancava, ed era vero, ma Ilaria non vedeva in questo un volersene appropriare ma, anzi, un genuino affetto che, effettivamente, Silvia cominciava ad avere per quel bambino non suo.

Ovviamente chiamava tutti i giorni anche Anna: le sue telefonate erano più lunghe perché sentiva più forte la mancanza del suo gattino; tuttavia ella sapeva che il telefono in casa di Maria era in cucina e non si dilungava in troppe coccole telefoniche e, specialmente, conoscendo il carattere di Marco, non gliele chiedeva per non metterlo in imbarazzo. Lo teneva molto al telefono per raccontargli di come i suoi nonni fossero ormai contenti di loro due e che la volta successiva, probabilmente a Natale, lo avrebbero voluto conoscere; gli raccontava delle sue cavalcate di buon mattino da sola o con la mamma perché i nonni avevano una loro propria scuderia ed ella era una discreta fantina: in gioventù aveva anche partecipato a qualche gara provinciale; gli preannunciò con gioia e anticipazione le loro future passeggiate romantiche a cavallo insieme e Marco, sudando freddo, perché spaventato (non era mai salito neppure su un pony e alle giostre aveva paura da piccolo a salire sui cavalli a dondolo) capì che avrebbe dovuto imparare anche lui e le rispose solo: "Micia, va bene, magari mi fai cominciare con uno facile, vero?". Ma non era purtroppo finita per Marco: la villa dove abitavano i nonni materni era parte di un club con campi da golf dove Luigi andava praticamente tutti i giorni; Anna gli diceva che suo papà, mancando Walter come sfidante, un poco si annoiava facendo delle prove da solo o con amici del posto che però non erano al suo livello e Marco, fra le righe, capì che, oltre a cavalcare, avrebbe in seguito dovuto imparare a giocare a golf per far contento il suocero e fargli da sfidante, cosa che gli mise altra paura poiché già si immaginava le grandi gaffe e brutte figure del futuro: agli scout non aveva mai avuto granché mira e un giorno che erano andati nei dintorni di Genova a provare arco e frecce era già tanto se aveva colpito il bersaglio senza ferire nessuno. Si chiese, un poco preoccupato, se i nonni di Anna avessero qualche altro hobby da fargli fare ma sembrò che quelli fossero i due principali; ah, certo, il nonno materno di Anna da giovane era stato un cacciatore ma non praticava più, per fortuna, ed Anna non parlò di fargli prendere il porto d'armi cosa che a Marco avrebbe fatto ancor più paura.

Anna non sembrava per nulla gelosa del fatto che stesse con Ilaria tutti i giorni, tutto il giorno. Era sempre cortese chiedendo a Marco spesso di passarle Ilaria e sempre di salutarle sua zia: quando Anna parlava con Ilaria era serena e le chiedeva solo di Emanuele e se si stesse riposando; sembrava tutto perfetto, senza alcuna sbavatura tanto che Marco si stupì ed ebbe meno paura delle future cavalcate. Del resto le giornate di Anna, passate fra cavalli, visite al centro benessere del club del golf, magari un po' di shopping al vicino centro commerciale alle porte di Treviso erano molto più varie e movimentate di quelle di Marco che, il più delle volte stava in casa a leggere o occasionalmente aiutava Ilaria a metter via barattoli fatti di conserve o marmellate per l'inverno.

Ma la serenità portata dai cambiamenti in Anna ed Andrea fece bene ai fratelli che ritornarono anche a scherzare un poco come ai bei tempi in cui la fraternità e l'amore andavano di pari passo: Marco scoprì che esser zio era divertente ed in quei giorni giocava molto con Emanuele facendo una specie di 'zio-sitter' mentre Ilaria lavorava con la madre nell'orto o con gli animali rimasti. Emanuele stava proprio bene con zio Marco: egli gli leggeva tante cose: aveva recuperato dalla soffitta i libri per bambini che un tempo aveva regalato ad Ilaria e lo intratteneva con quelli, ma ad Emanuele tutto sarebbe andato bene, bastava leggere, talvolta Marco aveva provato a fargli ascoltare ad alta voce un manuale da computer ed egli lo aveva ascoltato attento come se avesse letto una fiaba: avrebbe anche sopportato anche lo zio Walter mentre gli leggeva un listino di borsa. Gli faceva anche tanti discorsi e usava ciò che aveva tanto affascinato Ilaria da piccola, la sua capacità di inventare storie al momento. Così come Anna, anch'egli, stando molto tempo con Emanuele, cominciò a sentire una voglia di paternità molto forte, sebbene avesse solo ventiquattro anni, ed era questo ciò che sentiva essere il legame più potente con lei: quello di poter essere un padre, poter crescere alla luce del sole un bambino, riconoscerlo, dargli una famiglia, riuscire dove suo padre aveva fallito.

Sarebbe sbagliato dire che Marco amasse Anna solo perché ella poteva dargli una famiglia riconosciuta cosa che Ilaria non poteva, ma dobbiamo certamente far quella tara a quell'amore; se Ilaria ed Anna fossero state entrambe sorelle di Marco o entrambe 'non sorelle' Marco avrebbe avuto vita difficile nel doverne scegliere una, o, meglio, avrebbe vinto Ilaria semplicemente perché era stata la prima; il fatto che solo una delle due poteva dargli una famiglia e, soprattutto, dare uno stato di nonna ufficiale a sua madre, era ciò che non gli dava dubbi sul continuare con Anna anche se sentiva ancora amore per la sorella.

Sebbene fossero sereni, la scoperta, da parte di Ilaria, di desiderare Marco, non fu senza conseguenze: per il resto dei giorni passati a Colliano ella all'inizio si impose di stargli meno vicino ma era un tentativo perso in partenza, ne era troppo attratta; era combattuta: sapeva che lo aveva con lei per ancora più di una settimana, tutto per lei, ma non voleva approfittarne, una parte di sé sapeva che con la sua bellezza lo avrebbe potuto avere in poco tempo ma non voleva usarla, gli aveva detto che era la più forte tra i due, forse lo era, ma la consapevolezza di volerlo le dava un'inquietudine nuova ogni volta che gli stava accanto.

Marco si accorse di un cambiamento in Ilaria ma non lo associò subito alla passione fisica visto che essi non l'avevano mai praticata ma anche non ne avevano mai parlato, se non indirettamente quando, circa un anno e mezzo prima, avevano parlato di andare all'estero per far famiglia ed anche figli; l'associò invece alla gioia di esser con lui, di nuovo, a Colliano, da soli, ed anche alla malinconia al pensare che, probabilmente, quella sarebbe stata l'ultima estate lì insieme, chissà per quanto tempo; se veramente si fosse fidanzato e poi sposato con Anna, infatti, le estati le avrebbe passate con lei e non più con Ilaria; Colliano, per Marco, non aveva legami, visto che Ilaria era al nord e Maria non era sua madre. Non l'associò alla passione perché l'aspetto fisico del loro amore era stato secondario per così tanto tempo che per Marco era diventato naturale amare la sorella in quel modo; era amore, non fraterno, ma non fisico; da quando poi aveva cominciato a praticare l'amore fisico con Anna l'idea di una possibile realizzazione con Ilaria era ancora di più scesa in profondità, sia per la fedeltà che comunque portava ad Anna sia per un residuo di tabù fraterno; era riuscito a tornare in superficie il solo amore, ma non la passione che, tra l'altro, non c'era mai stata.

Tuttavia era chiaro che qualcosa fosse cambiato tra loro e Ilaria cominciava per la prima volta della sua vita a soffrire le pene d'amore, a soffrire nell'amare un uomo e non poterlo avere. Il fatto che ella stessa fosse stata artefice di quel sacrificio e che, se non l'avesse fatto, Marco sarebbe stato suo era un pensiero che non aggiungeva dolore al dolore, ma, casomai, le dava un senso di beatitudine nell'aver fatto il proprio dovere nel seguire ciò che pensava fosse stato il volere del Cielo. Come una martire più soffre fisicamente e più dimostra la sua fede, così Ilaria, aggiungendo alla sofferenza di non aver Marco come suo uomo a fianco, la sofferenza di non averlo come uomo in carne, pensava di esser più nel giusto perché più forte era il martirio.

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora