Capitolo 38 (5°). Un difficile addio

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Il lunedì successivo Luigi, alla loro solita trattoria, per quanto avesse già dato ad Ilaria l'assenso alla firma, volle ancora parlare con il suo amico Giorgio non tanto dei termini immediati dell'accordo che, comunque, erano paritari, quanto dei suoi piani a lungo termine, se ne avesse avuti; Luigi era intelligente abbastanza da capire che il suo amico, avvocato di lungo corso, abituato a trattare con criminali ben più agguerriti di una ragazzina che sostiene di parlare alla Madonna, intendesse con quello fare solo un primo passo; era anche intelligente abbastanza da capire che, se anche Giorgio li avesse avuti, non glieli avrebbe detti per avere un vantaggio strategico, ma sperava almeno che, in nome della loro amicizia, non fossero del tutto contrari agli interessi di Ilaria che, giocoforza, ora erano i suoi.

Quel giorno, però, Luigi era leggermente nervoso perché in ospedale gli avevano dato un cellulare di servizio. "Per essere reperibile", gli avevano detto... l'aveva posato sul tavolo non sapendo bene dove metterlo. Era uno dei primi, pesava almeno tre etti con tasti grandi quanto una moneta da un centesimo e un display a una riga in bianco e nero.

"Oggi Giorgio non sono in vena", cominciò a dire, "e detta da un cardiologo è una battuta che non fa più ridere. Mi hanno rifilato questo 'coso': ma ti rendi conto? Ora mi potrebbero chiamare anche adesso.", guardò il display, c'era solo il nome della rete a cui era collegato, lo rigirò come fosse una specie di bomba o arma, lo ripose sul tavolo un po' schifato, "io spero proprio che sarà una moda passeggera: a nessuno sano di mente verrebbe voglia di essere sempre rintracciabile, solo che sono sicuro che appena Sara ed Anna vengono a sapere che ce l'ho lo vorranno anche loro: le donne, non perdono tempo a usare le cose per poter chiacchierare ancora di più; e poi Marco! Quella è capace di regalarne poi uno anche a lui per poter dire 'gattino mi manchi' anche sull'autobus, spero di no perché da quel che ho capito se chiami di giorno ti salassano, non ti basta lo stipendio, neppure da primario."

Luigi proprio non aveva voglia di poter telefonare ed essere chiamato in giro, ma poi si accorse anche di deviare dal discorso principale; prese quel telefono ingombrante e lo ripose nella giacca: meno lo vedeva e meno si sarebbe innervosito. Giorgio commentò, condendo la sua insalata di cozze con limone e sale:

"Luigi mi pare che ne stai facendo un dramma; sei un cardiologo, è chiaro che puoi essere chiamato d'urgenza. Oggi mi sembri un po' irritabile; prova queste cozze, sono veramente una squisitezza."

"Hai ragione, lascia perdere, è che io non ho mai avuto un buon rapporto con la tecnologia: nel mio lavoro ti salva la vita una mano ferma che sa cosa fare, non una macchina, voglio vedere un robot a cambiarti una valvola mitralica: non so come Marco possa lavorarci tutto il giorno con i computer, io impazzirei, quando me l'hanno messo sulla scrivania quasi lo volevo buttare dalla finestra, ho sempre scritto le cose a mano e sono andato benissimo; tanto adesso faccio fare tutto alla segretaria."

Finalmente Luigi si decise a prendere il suo piatto di cozze e a condirle con olio e limone.

"Giorgio, saranno buone, ma non esagerare con il sale: lo sai che per te è quasi un veleno."

Giorgio girò gli occhi verso il cielo ma posò il salino; mangiarono per qualche minuto in silenzio e poi Luigi, un poco più addolcito dalle cozze, effettivamente fresche e squisite, disse: "Ma non è questo il punto, Giorgio; scusami per la filippica di prima: non volevo parlare di telefoni, vengo subito al sodo. Allora, so che venerdì Ilaria viene nel tuo studio a firmare, me l'ha detto ieri. Io ho visto l'accordo, mi pare tutto a posto. Ma niente scherzi, eh? Se c'è qualcosa dietro, se c'è una tua idea di lungo periodo è meglio che te la togli: Ilaria è sotto la mia protezione adesso e non ti chiedere perché lo faccio. Lo faccio è basta."

"Luigi, parliamoci chiaro, da amici: io devo tutelare mio nipote, specialmente ora che c'è questa Silvia che vuole bene ad Andrea. L'ho conosciuta, è una brava donna, colta e molto sfortunata che sicuramente non ha idee strane come la tua Ilaria che, sarà pure sotto la tua protezione, ma non è esente da critiche; però non voglio parlare di questo, come hai visto quell'accordo non ne fa parola."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora