Capitolo 31 (4°). Silvia entra nel Disegno

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Il pomeriggio del 27 giugno, venerdì, Ilaria prese però una decisione; voleva assolutamente rivedere Andrea e pensò ad un modo alternativo, non in casa. A Marco poteva anche dire che ce la faceva da sola, che sarebbe stata serena e tutto il resto, ma la verità era che cominciava ad esser molto angosciata e la situazione le pesava parecchio. In ogni caso ella era convinta che Andrea, se solo avesse visto Emanuele per un secondo, si sarebbe intenerito e sarebbe ritornato a fare il papà, voleva quindi trovare un modo per farglielo vedere di sorpresa; Ilaria era convinta che egli si rifiutava, perché sapeva di essere un buono e che non avrebbe dovuto rivederlo per paura di ricascarci.

Siccome sapeva che quasi tutti i giorni Andrea era in Archivio o in biblioteca, decise di andare in Archivio in via Balbi e fargli una sorpresa con il bambino. Subito dopo pranzo prese Emanuele, lo pose nel marsupio e si avventurò in centro; era la prima volta che portava Emanuele così distante da casa.

Per fortuna all'ingresso i custodi non le dissero nulla, o forse non si accorsero di quella ragazza con il bambino appeso davanti a sé. Non vi era stata ma all'incirca Andrea gli aveva spiegato come arrivarci e comunque seguì le indicazioni per "Archivio di Stato". Per fortuna il dondolio  dell'autobus e dei passi di Ilaria avevano addormentato bene il piccolo che non desiderava troppo acculturarsi di primo pomeriggio e preferiva una pennichella.

Entrata in Archivio vide al bancone delle informazioni una signora dall'apparente età di trentacinque anni, alzò gli occhi, vide Ilaria con Emanuele al collo e appena si avvicinò disse, in tono basso, l'ambiente era silenzioso.

"Oh, ma che abbiamo qui? Che bel bambino! Come dorme... Signora, cosa posso fare per lei?"

Ilaria le rispose:

"Buongiorno, mi scusi, signora, non so se mi può aiutare. Io cercavo... un ragazzo, si chiama Andrea, di solito viene qui a studiare per la tesi in Archivio, è... un poeta, si sta per laureare in lettere, studia poesie antiche dell'Ottocento, è molto alto, di solito si veste bene. Ecco, qui ho una sua foto."

Ilaria estrasse dalla borsetta la foto del battesimo che ritraeva loro tre di fronte alla chiesa, ella con Emanuele in braccio. Era una foto così bella, venuta bene, con tutti e tre sorridenti, da darle ogni volta malinconia; non avrebbe voluto farla vedere a quella signora ma era necessario per darle un viso da ricordare. La signora, al vedere questa foto, però, si insospettì di Ilaria, la vide nella foto con il bambino, chiaramente lei, ma non capì all'inizio perché venisse proprio lì a cercare quell'uomo. Sentì che c'era qualcosa di strano sotto e all'inizio cercò di evitare di rispondere, anche se poi si intenerì a guardarli.

"Signora, io... come posso ricordare, passano centinaia di ragazzi al giorno... ma... siete voi tre nella foto? Non è così? E' lo stesso bambino, vero? Che bel bambino, nella foto ha proprio un bel visino sveglio."

"Sì... siamo noi tre", disse Ilaria un po' triste.

"Ma, scusi, signora, lei è la mamma? Ma è una ragazzina, posso chiederle quanti anni ha?"

"Diciannove"

La signora al sentire questo passò direttamente al tu e cominciò a interessarsi a questa ragazza che, si vedeva, era in uno stato comunque di forte stress.

"Una bambina, praticamente, come ti chiami, scusa?"

"Ilaria."

"E il tuo bambino?"

"Emanuele."

La signora le fece un sorriso un poco mesto, come se ricordasse qualcosa di triste.

"Che bel nome, Emanuele..."

Subito dopo si riprese e disse:

"Ilaria, ma come siete belli insieme qui. E questo è tuo marito che cerchi? Così giovane e sei già sposata?"

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora