Ormai Marco era in vacanza, o, meglio, quasi un disoccupato. Il nove gennaio ebbe l'ultima firma sul libretto, un ultimo trenta e lode, giusto per finire in bellezza. Per la laurea l'incertezza era solo fra avere un 110 con o senza lode. La tesi era quasi completa, stava correggendo le bozze, impaginando le tabelle, controllando i riferimenti bibliografici, migliorando la forma, andava e veniva dall'ufficio del relatore che ogni tanto si inventava qualche modifica ma, in sostanza, era finita. Aveva con lui scritto un articolo che sarebbe stato poi pubblicato per una conferenza che si sarebbe tenuta a Monaco in settembre e aveva anche aiutato il professore a correggere due prove scritte e, gratuitamente, aveva svolto anche delle esercitazioni di algebra lineare in aula per gli studenti del primo anno. Stava ancora in laboratorio tutti i giorni, era casa sua ormai, non aveva un proprio ufficio, ma praticamente aveva una scrivania sempre sua con le sue cose e la sua postazione. C'erano anche due tesisti che avrebbero poi ripreso il suo lavoro e ogni tanto parlava con loro, si atteggiava già a professore. Ma certe volte non aveva più molto da fare e, anche per scaricare la tensione degli ultimi tempi, leggeva romanzi o giocava ai videogiochi.
Anna, invece, cominciava un periodo intenso tra lezioni e studio per dare due esami tra febbraio e marzo. Voleva togliersi gli arretrati per poi affrontare il sesto anno senza troppe zavorre; Marco le stava dando quella motivazione che un po' le era mancata precedentemente. Si vedevano sempre tutti i giorni, magari anche solo per mangiare di fretta un toast al bar e ritornare poi alle loro facoltà. Marco aveva il potere di calmarla anche solo in una mezz'ora; ella entrava in quel bar stressata e demoralizzata per il carico di lavoro e ne usciva rinfrancata e serena, pronta ad affrontare un altro pomeriggio di studio o lezione. Se Anna curava il vuoto di Marco della sua famiglia divisa dandogli affetto e stabilità, Marco curava la bassa autostima di Anna dandole parole di conforto e complimenti sinceri.
Fu in questo periodo che Anna cominciò a mettere in dubbio il suo specializzarsi in cardiologia; non voleva più confrontarsi con la figura paterna, cosa che le causava perenne stress, e cominciò a pensare ad altre strade più adatte a lei, tra tutte ginecologia. Pensò di chiedere di fare internato prevalentemente in quel reparto che aveva già conosciuto prima della maxillo facciale e cominciò a prendere accordi per la tesi proprio lì. E' anche vero che le conoscenze di suo padre nei vari reparti aiutarono il suo inserimento; non era proprio raccomandata, perché comunque brava e meritava di andare avanti, ma indubbiamente il suo cognome apriva molte porte. Nei suoi sogni professionali c'era anche quello di fare un periodo di pratica medica all'estero in paesi disagiati con Medici senza Frontiere ed ella sapeva che una ginecologa era molto richiesta e più apprezzata in certe culture rispetto a un maschio.
La loro storia pian piano stava maturando. Dopo quella volta in cui Anna chiese ed ottenne da Marco la promessa di non tradirla mai con Ilaria, non c'erano più freni al loro amore: ella si abbandonò del tutto a lui, ed egli a lei. Si amavano e si completavano a vicenda e, da piani campati in aria fatti sotto le lenzuola, cominciarono a pensare, timidamente, ad una vita realmente insieme, a una famiglia. Era tutto ancora un po' teorico, ma non più fiabesco come nei primi tempi; Anna verosimilmente non si sarebbe potuta laureare prima dell'inverno '98, più realisticamente a inizio '99, ancora due anni da studentessa. Poi tirocinio, esame di stato, concorso per la scuola di specializzazione, si arrivava sicuramente al 2000 e poi altri cinque anni, però almeno un po' pagati; quel punto nel tempo, l'inizio del nuovo millennio, era quello a cui si aggrappavano entrambi come possibile inizio di una loro famiglia, specialmente Anna; non era molto ma era già un piccolo seme sbocciato. Se la parola "matrimonio" fra Ilaria e Marco era ovviamente tabù, per loro divenne in quel periodo una chiara meta, anche se non immediatamente visibile. Un'altra parola che ricorreva spesso fra i due era anche "casa" ma Anna, per questo, trovò subito una soluzione.
Fece a Marco una sorpresa il sabato 18 gennaio, anche per festeggiare la fine dei suoi esami; gli chiese di incontrarla in centro invece che a casa sua. Marco non sapeva bene perché: di solito i sabati pomeriggio andavano in villa con la macchina di Anna, ma non chiese nulla. Da Piazza de Ferrari scesero in via Luccoli, nel centro storico, con ancora le decorazioni natalizie, appese, spente. Tanta gente era in giro per i saldi di fine stagione ma questo non era l'obiettivo di Anna. Dopo essere arrivati quasi in Piazza Banchi Anna prese un mazzo di chiavi dalla borsa e aprì un portone.
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
Ficción GeneralUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...