Capitolo 21 (2°). Una visita importante

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Il giorno dopo la consegna delle chiavi di via Luccoli, domenica 19 gennaio, di pomeriggio, Marco ed Anna erano insieme, appunto, nella loro nuova casa; Ilaria senza freni, perché ormai il suo stato era noto, era in sala a tagliare e cucire stoffe per il corredino di Emanuele e i suoi futuri vestiti premaman; Irene le faceva compagnia guardando la TV: aveva lavorato in albergo al mattino ed ora sonnecchiava un po' in poltrona. Suonarono al campanello. Non aspettavano visite, Marco aveva le chiavi e sarebbe rientrato sicuramente dopo cena. Andò Ilaria.

"Sì?"

"Signorina Ilaria, è lei?", disse al citofono una voce da uomo maturo.

"Sì, sono io."

"Mi scusi del disturbo, signorina, ha qualche minuto da dedicarmi? Sono Giorgio Testino, il papà di Andrea."

Ilaria non se l'aspettava. Rimase incerta sul cosa fare.

"Chi è?", disse Irene dalla sala.

"Zia, è il papà di Andrea."

Irene si alzò dalla poltrona come spinta da una molla e subito si mise a controllare la sala.

"Fallo salire, no? Che aspetti? Così lo conosciamo. Uff, meno male che la casa è in ordine. Aprigli, dai, metti a posto tutti questi scampoli. Su presto."

Ilaria disse:

"Certo, signor Giorgio, salga, venga al secondo piano"

E gli aprì il portone. Ilaria in pochi secondi rassettò tutte le sue cose da cucito e suonarono alla porta. Ilaria aprì e si trovò di fronte un uomo quasi anziano, un poco curvo di spalle, aveva una barba nera folta ma curata, occhiali grandi, con una montatura che pareva d'oro. Vestito impeccabilmente, come suo figlio, con un completo nero e cappotto, camicia quasi luminosa da tanto era bianca, cravatta grigia, scarpe lucidissime, una cartellina di cuoio in mano.

Aveva un biglietto da visita, glielo porse, Ilaria vide scritto:

Avv. Giorgio Testino
Patrocinante in Cassazione
Penalista, delitti contro la persona, società, famiglia

Terrorismo nazionale ed internazionale

Ed egli disse, mentr'ella leggeva.

"Buon pomeriggio signorina, mi scusi dell'irruzione senza preavviso in casa sua, ma avrei bisogno di parlarle qualche minuto; se è possibile, certamente."

Ilaria si emozionò, non capiva... e non seppe cosa dire se non:

"S.. sì certo... e... entri."

E gli fece posto. Irene la soccorse venendo dalla porta. Giorgio la salutò subito con un inchino:

"Buonasera signora, mi scusi del disturbo, ma ho preferito così, per avere un colloquio informale con la signorina Ilaria, se possibile. Lei è la mamma di Marco vero? Mio figlio mi ha detto alcune cose di voi; mi presento: sono Giorgio, il papà di Andrea."

"Sì, certo, dottor Giorgio, sono la mamma di Marco, Irene... venga pure, scusi del disordine, sa, non l'aspettavamo. Desidera qualcosa nel frattempo? Si segga, per favore."

Gli indicò la poltrona in sala ma l'avvocato non si sedette e disse:

"Non si preoccupi, signora, non desidero nulla, vorrei rubare solo pochi minuti alla signorina, se possibile in privato. Avrebbe un posto dove farci stare?"

Anche Irene rimase un poco emozionata, non se lo aspettava e disse:

"C'è la cameretta di Ilaria, se le va bene; Ilaria, portalo da te, per favore."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora