Capitolo 11 (I). Marco conosce Anna

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Dopo quella promessa fatta alla tomba del padre la vita per i due fratelli, le due madri e le loro famiglie passò senza eventi di rilievo fino alla primavera 1996, a parte due morti.

Nel 1995 Balduccio, ormai anziano, lasciò Maria da sola; Marco e Ilaria presero un cucciolo al canile di Genova, bianco e nero, una specie di incrocio maremmano, e lo portarono a Colliano al Natale successivo; Marco lo chiamò Ghemon, e Maria lo accolse con identico affetto fin da subito.

Nello stesso anno morì nonna Filomena. Marco e Ilaria, tuttavia, si erano sempre più isolati dalla parte paterna della famiglia, per non destare sospetti sul loro amore e fecero solo una presenza al funerale, ma senza Irene che non se la sentì di andare a dare l'ultimo saluto alla ex suocera. Ma poi non ci fu seguito e si separarono di nuovo fin quando egli si rifece vivo per altri motivi, ma lo racconteremo a suo tempo.

A parte questo, quindi, la vita scorreva serenamente; Marco accumulava voti sul libretto senza difficoltà con una media sopra il ventinove; la meta di laurearsi entro il 1997 non solo appariva sempre più realistica, ma con quei voti non pagava tasse universitarie e aveva ottenuto borse di studio.

Dava inoltre ripetizioni, era la stessa Ilaria che gli forniva molte delle sue allieve passando parola tra le sue amiche di scuola. Si passavano parola, era bravo e a volte doveva rifiutare perché troppo pieno.

Accumulava denaro perché spendeva poco: non fumava, non beveva, in vacanza andava a Colliano da Maria, non aveva motori, neanche un motorino, non seguiva la moda e, se vogliamo chiamarla così, la sua fidanzata viveva in casa con lui e non chiedeva nulla, anzi, ci metteva pure del suo.

Infatti anche Ilaria si rivelò una studentessa discreta e anzi Marco si pentì di non averla iscritta alle Magistrali, perché in Italiano cominciò ad andare bene continuando comunque a eccellere nelle materie pratiche.

Anche ella si guadagnava praticamente un piccolo stipendio con i suoi lavori di cucito. Non dipendeva economicamente più da Irene se non per le spese di casa, ma a volte faceva la spesa con i soldi che Marco metteva in comune con lei.

Senza pianificarlo stavano facendo le prove per una convivenza che sembrava sempre più raggiungibile, dato che il Segno, o, meglio, la sua assenza, faceva credere a Ilaria che il Cielo fosse d'accordo al loro progetto di vita comune.

Ormai le mamme sembravano entrambe rassegnate a questo sentimento e non li sgridavano più, anzi, li coprivano ognuna nel suo ambiente, a Genova, come a Colliano; se sentivano parlare dei due fratelli sempre insieme, minimizzavano e dicevano che si tenevano compagnia perché molto simili come carattere.

La loro vita intima procedeva nei binari in cui Ilaria l'aveva posta fin dall'inizio; un'attesa reciprocamente casta, ma in cui l'autoerotismo era presente, sempre però in modo asimmetrico. Ilaria lo praticava all'insaputa del fratello; quello di Marco non solo era tollerato, ma incoraggiato da Ilaria stessa che continuò per tutti quegli anni a posare per lui, mai del tutto nuda, però, e, talvolta, bendata quando Marco si toccava di fronte a lei. Con i soldi guadagnati Marco aveva comprato anche una videocamera e, con essa, Ilaria si era prestata a registrare video in cui, vestita, lo incoraggiava ad aspettarla.

Nessuno dei due aveva visto interamente il corpo dell'altro; Ilaria non era mai più andata al mare dalla prima volta e comunque non in costume. Nessuno, oltre Marco e occasionalmente il medico, l'aveva vista in biancheria; non ce n'era neppure bisogno, era sempre in salute e forte; non fece neppure alcuna visita ginecologica, aveva un ciclo normale e regolare.

Se fosse veramente casto il loro comportamento nessuno dei due se lo domandava appieno; Marco si fidava di Ilaria e non andava più in là di ciò che ella gli concedeva; Ilaria si fidava del suo istinto di ragazza e di ciò che la sua mente pensava di sentire. Per lei il confine era il toccarsi e vedersi nudi, farsi sentire in un orgasmo. Tutto il resto lo considerava lecito e la voce sembrava darle ragione, perciò non sentiva il bisogno di confessarlo al don al quale diceva: «ci amiamo, ma ci aspettiamo casti.»

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora