Il resto del weekend passò sereno; Emanuele venne preso in braccio anche da Sabina alla sera con aria materna con grande preoccupazione di Walter e risate degli altri; si fece proprio coccolare da tutti così anche al mattino dopo.
Irene venne nel pomeriggio della domenica per stare un po' con Franco nel suo giorno libero ed alla sera egli accompagnò con la sua auto Irene e Ilaria a casa.
Il giorno dopo Ilaria stette in casa tutto il giorno a ripassare per l'orale; naturalmente ebbe sempre un poco di speranza nel pomeriggio di una chiamata o una visita di Andrea che non vennero; non ci rimase troppo male, ormai: come aveva detto a Marco si stava rassegnando.
Tuttavia alla sera pensò di chiamare Silvia, sentiva di doverlo fare, sia perché aveva avuto il Messaggio mentre la baciava e sia perché, comunque, si sentiva un po' sola. Marco come sempre l'aveva chiamata a pranzo e alla sera, ma non c'erano state novità ed ella non voleva poi farlo stare tanto al telefono sapendo che il suo tempo con Anna era ridotto. Fece il numero scritto sul foglietto, la trovò subito.
"Pronto?"
"Pronto... sei tu Silvia? Sono Ilaria."
"Ciao Ilaria, che piacere sentirti; allora, come andiamo... novità? Andrea? Si è fatto vivo in questo fine settimana?"
"Nessuna Silvia, a dire il vero. Anzi, mio fratello l'ha visto venerdì sera e mi ha detto che non ne vuole sapere. L'hai visto tu oggi?"
"Sì, oggi è venuto in archivio ma mi ha trattata come le altre volte, da semplice impiegata, come se non mi avesse riconosciuta, mi ha chiesto gentilmente di fargli vedere dei microfilm di alcune riviste storiche, ma non ha accennato a venerdì del nostro incontro, né io gliel'ho ricordato. Ho fatto bene?"
"Sì... del resto... non possiamo costringerlo, vero?"
"No, certo che no... però... mi dispiace per te, veramente. Sei una cara ragazza... e la vostra è una situazione che sembra difficile..."
Silvia stette un attimo a pensare, non volle lasciar cadere la conversazione, ora che Ilaria aveva dimostrato di voler esserle amica. Le disse:
"...senti, domani... è martedì, ho il pomeriggio libero, perché non ci vediamo così parliamo un po'?"
Ilaria aveva chiamato solo per rispettare il Messaggio, pensò di fare una telefonata sola, e poi basta. Silvia era gentile, certamente, ma ne ebbe anche paura, sentiva qualcosa che vibrava negativamente in lei, come una voglia di intromettersi nella sua vita; tuttavia anche in quel momento ricevette un Messaggio che le disse di accettare la sua offerta e le rispose, anche se con timore:
"Va bene Silvia, mi fa piacere, vuoi venire tu a casa mia, così io non sposto Emanuele e studio anche un poco di più? Tra una settimana ho l'orale della maturità. Ti do l'indirizzo."
"Certo, Ilaria, non pensavo fossi ancora studentessa, ma è vero: sei così giovane, d'accordo verrò io da te."
Il giorno dopo Ilaria, a pranzo, non pensò di dire a Marco della visita di Silvia, perché le sembrava qualcosa di poco conto, qualcosa che probabilmente non avrebbe avuto seguito; Silvia, comunque, si presentò alle tre puntuale: aveva portato una vaschetta di gelato per merenda che Ilaria mise nel congelatore; Emanuele faceva il suo riposino pomeridiano, Silvia gli andò vicino:
"E' proprio un amore questo bimbo; questo Andrea proprio non ne capisce niente: ha un tesoro di figlio e lo ignora. Che gente! e ci sono quelli che invece lo vorrebbero e non possono."
Ilaria vide che un'ombra passò sul viso di Silvia quando disse quelle parole, era contenta del bambino ma anche sembrava che il vederlo le ricordasse qualcosa di brutto. Cercò di farla stare a suo agio e di cambiare argomento.
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
Ficção GeralUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...