Capitolo 17 (IV). Il Sacrificio di Ilaria

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«Luca non lo dimenticherò mai, Marco», Anna gli prese la mano sopra l'aorta, la carezzò.

«E allora, Anna?», Marco sospirò, «che sto a fare qui?», guardò gli altri libri, appoggiati a lato, erano nuovi, ma aperti molte volte; li girò, avevano titoli a lui oscuri: "Patologia cellulare", "Malattie genetiche", "Diagnostica di Laboratorio", ne sfogliò uno o due, sentì l'odore di stampa, carta spessa, colorata, con tavole e tabelle, alcune pagine erano sottolineate, ma con garbo, in matita, fogli d'appunti erano inseriti fra le pagine, scritti con quella grafia che aveva visto nella lettera, ordinata e chiara; si girò, «mi pare tutto sbagliato.»

«Anche tu non dimenticherai mai Ilaria», Anna prese il libro sulle malattie genetiche, lo sfogliò con un'espressione attenta.

«E allora, Anna?», Marco sospirò, «non è meglio che io torni da lei?» 

«Per far cosa, Marco?», Anna continuava a sfogliare le pagine, «per sposarla?»

«Lo so, non posso...», Marco si sedette sulla sedia, poggiò il gomito sul libro di anatomia, «ma era bello...», sbuffò, «fantasticarci, forse.»

«Fantasticare su fuggire all'estero con tua sorella?» 

«Beh...», Marco alzò le spalle, «lo so è sbagliato, ma ci sono milioni di persone, vuoi che ci vengano a cercare?»

«Tieni...», Anna tolse dal libro alcuni fogli pinzati e glieli porse. 

«Cosa?», Marco li prese, il titolo del capitolo diceva: "Understanding the Genetic Issues Associated with Inbreeding", «Inbreeding significa...», la guardò incerto.

«Sì, vuol dire quello, Marco, figli tra consanguinei...», Anna gli sorrise, «l'ho fotocopiato per te, se vuoi darci un'occhiata.»

«Oh, grazie, cos'è, Anna?», Marco comunque li piegò in quattro e li mise nella tasca della camicia, «mi vuoi fare scuola?», alzò le spalle, «magari non avrei fatto figli con Ilaria, ci saremmo stati attenti, i mezzi ci sono.»

«E sarebbe stata una vita?», Anna si sedette sul letto, mise il libro in grembo, gli prese le mani, «io, è vero, sto amando ancora un morto, ma tu? Non stai amando un'idea ugualmente impossibile?»

«Non lo so...», Marco si tenne la fronte, «perché è così complicato?», guardò le mani in quelle di Anna, gliele strinse.

«Cosa?» 

«Come comportarmi con te; quando sono con Ilaria tutto sembra più semplice, perché?»

«Perché è appunto una fantasia...», Anna gli sorrise e gli continuò ad accarezzare le mani, «dove tutto è facile e funziona alla prima.»

«Non mi sembra tanto una fantasia quando...», Marco si fermò. 

«Quando?», Anna gli strinse le mani, «non avere vergogna, Marco, parla.» 

«Quando...», Marco prese un grosso respiro, «la vedo, mi eccito nella realtà e mi immagino...»

«Appunto, Marco», Anna sorrise, «è un'immagine, l'avete mai fatto?» 

«No, non ci siamo neppure mai baciati, a parte vederla in biancheria non c'è stato altro...», Marco rise, «siamo vergini in tutto; ho baciato la prima volta te, stasera.»

«E allora, sciocco?», Anna scosse il capo, continuò a tenergli le mani, le appoggiò sulle sue gambe, «tu così intelligente? Cosa capisci?»

«Che all'estero con Ilaria...», Marco deglutì, guardò in basso. 

«Non avrebbe funzionato, Marco», Anna si alzò, gli andò vicino. 

«Come fai a dirlo?», Marco rimase abbassato, i gomiti sulle ginocchia. 

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora