Ilaria seguì Walter che già saliva due a due gli scalini verso la piscina; per quanto si fosse preparata a quello non era facile accettare che Marco fosse adesso nelle mani di Anna. Sperò che quello fosse l'unico sacrificio da compiere quella sera e che passasse presto. Walter l'aspettò in cima e le chiese:
"Mia sorella mi ha detto che vi ha conosciuti in ospedale, sei tu che l'hai conosciuta?"
"Per la verità è mio fratello Marco che la conosce, era in ospedale quando Anna era in corsia ed è stata gentile verso la mamma di Marco quando è stata operata. Io l'ho invitata per i miei 18 anni e lei ci ha invitati qui... per... ricambiare, credo."
Walter apprese questa notizia con un'alzata di spalle: la guardò meglio come se non capisse il reale motivo di tale invito o lo trovasse una bizzarra idea di Anna, una delle sue tante; invitare parenti di pazienti conosciuti in ospedale; era una delle sue trovate umanitarie, tipo dare il pranzo di Natale ai barboni? Sapeva che Anna era attratta da queste cose sociali ed egualitarie e forse stava facendo pratica su quello invitando, così, a caso? Il suo interesse verso Ilaria scese, ma in tono cortese comunque la invitò ad entrare nella terrazza della piscina e le disse
"Andiamo a prenderci qualcosa da bere prima."
Si diresse verso il fondo dove stavano i tavoli e anche un lettore CD che suonava musica di sottofondo e poi disse:
"Per te analcolico immagino."
"Sì sì senza alcool, grazie"
C'erano due ciotole piene di liquido di colore diverso e varie altre bottiglie sparse, le prese un bicchiere dell'aperitivo verde e lui si prese un altro bicchiere di quello rosato; a quello di Ilaria mise anche qualche cubetto di ghiaccio, una fetta di limone e glielo porse gentilmente con un piattino e una cannuccia.
"Ehi, Walter è nuova? perché non ce la presenti? Solo tu te le prendi quelle carine?" disse una voce alla destra. Apparteneva ad un ragazzo praticamente uguale a Walter come fisico, o, comunque, vestito uguale. Ilaria guardò da quella parte e vide altri tre con la stessa divisa, come se appartenessero a un club o una squadra.
"Perché evidentemente tu non le attrai." gli rispose Walter e poi verso Ilaria: "Lascialo perdere, vieni che ti presento qualche mia amica, così almeno tra ragazze vi capite."
C'erano tre ragazze che facevano un gruppetto sedute a due lettini che si erano aperte fronte a fronte. Andò verso di loro:
"Questa è Ilaria, un'amica di Anna.", cominciò. "Ilaria, ti presento Sonia, Silvia Federica, sono tutte amiche mie, vengono al circolo di vela."
Si salutarono, Ilaria però sentì uno sguardo indagatore da parte loro che non le fece troppo piacere. Non la invitarono a sedersi e non seppe bene cosa fare, rimanendo con il bicchiere in mano senza averne bevuto un goccio. Walter la salutò:
"Vabbè, io ti lascio qui, poi se hai bisogno magari scendi, di solito Anna è da quelle parti con i suoi amici."
"Va bene, grazie.", rispose Ilaria, ma non seppe bene che fare perché le tre ragazze alle quali era stata presentata in pochi secondi la ignorarono. Non aveva fame e francamente neanche sete, il bicchiere che teneva in mano era freddo e lo ripose sul muretto. Lì, sulla terrazza rialzata della piscina c'era un poco d'aria e si avvolse lo scialle attorno; sperava che Marco tornasse presto perché si stava cominciando a pentire di averlo convinto ad accettare l'invito.
Vide che dall'altra parte della piscina, dove c'era il muro della terrazza sovrastante, correva una panca in muratura, dove un ragazzo stava seduto solitario. Pensò di attendere lì Marco perché era già stanca di stare in piedi e forse dal muretto avrebbe trovato più riparo dalla brezza. Si sedette a circa un metro e mezzo di distanza da quel ragazzo. Guardò il suo piccolo orologio da polso: erano le nove e un quarto, e stette in attesa.
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...