Capitolo 38 (3°). Un difficile addio

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La festa fu minore, come numero di persone, di quella dell'anno precedente, ovviamente perché non c'erano gli amici di Walter, ormai in America (non aveva ancora guadagnato il suo primo milione ma spediva mail dicendo che laggiù era tutta un'altra cosa e che ci si sarebbe stabilito per sempre, se Sabina fosse stata d'accordo), ma solo quelli di Anna e di famiglia più che altro futuri dottoresse e dottori e colleghi del padre: per questo la dose di alcool presente era minore ed anche il caos. Naturalmente Andrea, Silvia, Ilaria e Irene erano fra gli invitati, queste ultime due, del resto, avrebbero poi dormito lì, come succedeva da tempo, Irene nell'appartamentino di Franco, Ilaria in una delle stanze da ospiti.

Ilaria aveva lasciato Emanuele con Franco e Irene, rimasti in cucina; Anna e Marco erano immersi nel gruppo degli invitati in sala poiché ormai Anna voleva presentarlo a tutti come suo fidanzato praticamente ufficiale; Marco, fra futuri medici, non è che avesse molte cose in comune per conversare, in genere veniva visto come una specie di genio poiché, a meno di venticinque anni, già era laureato con un centodieci e lode e lavorava; Anna ne andava fiera e lo presentava come si potrebbe presentare un trofeo, per fortuna non lo chiamava Gattino in presenza di tutti ma semplicemente Marco o "amore" ed egli, del resto, la chiamava Anna senza troppo dilungarsi.

Ilaria, non sentendosi partecipe di quei discorsi da universitari e non avendo amicizie oltre a Marco ed Anna (Andrea e Silvia non erano ancora arrivati), vagava solitaria per il giardino della villa. Si ricordò dell'anno prima, della sensazione di straniamento che aveva sentito con le amiche di Walter prima e la paura di Andrea poi, fino ad arrivare alla decisione del Sacrificio dopo aver visto il suo Marco portato via da Anna, sacrificio del quale non si era pentita ma ne sentiva ancora il peso. Salì dalla piscina e si appoggiò al muretto guardando il mare; mentre l'anno precedente la piscina era stato il luogo più movimentato quell'anno era il luogo più silenzioso poiché per il minor numero di invitati le bevande e i cibi erano stati messi sotto il portico. In piscina non c'era nessuno, solo le luci sott'acqua illuminavano con un chiarore diffuso il muro attorno ad essa dandogli, con il movimento increspato dato da una brezza leggera, riflessi mobili e cerulei.

Ella riceveva luce di spalle mentre il giardino sottostante rimaneva al buio e quindi non vide subito Andrea e Silvia arrivare, mentre essi la videro distintamente illuminata dai riflessi.

"Andrea... guarda: lassù c'è Ilaria. Non ci ha visti."

"Ah, vero. Da sola, però. Dove sarà Emanuele?"

"L'avrà lasciato a qualcuno. Non hai detto che la mamma di Marco è fidanzata con il cameriere di Anna?"

"Sì, sarà con Irene allora, avranno sicuramente invitato anche lei."

Andrea, vedendo Ilaria in piscina, si ricordò del momento in cui l'aveva conosciuta e di cosa fosse successo dopo, ne volle parlare a Silvia.

"Sai, Silvia... non te l'ho mai detto ma io...esattamente un anno fa in questa festa ho concepito Emanuele con Ilaria. Proprio qui."

"Qui?"

"Sì, qui... e la conoscevo da meno di un'ora."

"In che senso qui? Dove? Nella villa?"

"No, figurati", Andrea sorrise e fece un gesto vago in direzione dell'uliveto. "laggiù, da quelle parti. Era una sera come questa, serena e calda."

"Meno di un'ora?"

"A occhio e croce, non lo so, parlammo un poco magari anche solo una decina di minuti, ora non ricordo bene; so che avevo fatto dei commenti sul suo vestito, modesto ma cucito bene, si vedeva che era stato fatto a dovere, sulla sua figura, me ne intendo, mi faccio sempre tagliare gli abiti dal sarto e poi...andai a fare due passi, lei mi seguì... e... ed è successo."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora